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1) Dizion. 3° Ed. .
BILTÀ, BILTADE, e BILTATE
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Dizion. 3 ° Ed.
BILTÀ, BILTADE, e BILTATE .
Definiz: Voci oggi poco usate: Beltà. Latin. pulchritudo.
Esempio: Boc. Nov. 18. 30. Di che voi tutta giulíva viverete, e più della vostra biltà vi diletterete.
Esempio: E Bocc. Gior. 2. Canz. Un giovinetto tale, Che di biltà, d'ardir, ne di valore Non se ne troverrebbe un maggior mai.
Esempio: Dant. Rim. Per esemplo di lei biltà si prova [cioè si prova col suo esemplo]
Esempio: Amet. 100. Che per quella entro soave il sentia Per ogni parte andar colla biltate, Col ragionare, e colla melodia Di quelle donne, ec.
Esempio: Guid. Giud. La terza, e ultima era chiamata Pulisena, Vergine di mirabile biltade, e di non misurabile dilicatezza.
Esempio: Rim. Ant. Guit. Doglio, e sospiro di ciò, che m'avvenne, Che servo voi soprana di biltate.
Esempio: Sp. P. N. Elli ti rammenta, ec. tua nobilezza, tua biltade.
Esempio: E Sp. P. N. appresso. La quale biltade è sì grande.
Definiz: §. Trovasi anche Bieltà, e Bieltate.
Esempio: Rim. Ant. Dan. Maian. E la bieltà, ch'è 'n voi senza paraggio.
Esempio: E Rim. Ant. Dan. Maian. appresso. Che sua bieltà già ben dir propriamente Non si porría.
Esempio: Dan. Rim. Desío verace u' rado fin si pote, Che mosse di valore, o di bieltate.