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1) Dizion. 5° Ed. .
LIBITO.
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LIBITO.
Definiz: Sost. masc. Piacere, Piacimento, Volontà.
Dal lat. libitum. –
Esempio: Dant. Parad. 31: Certo tra esso e il gaudio mi facea Libito non udire e starmi muto.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 814: Mi facea;... Libito; cioè piacere, non udire.... e starmi muto.
Definiz: § I. A libito, e, come pur si trova, Al libito, posto avverbialm., vale Quando, o Come, pare e piace; e A libito di alcuno, o A libito mio, tuo, suo, loro, e simili, vale Secondo che piace ad alcuno, o Secondo che piace a me, a te, a loro, ec. –
Esempio: Vill. M. 5: E le più care e dilicate vivande voleano per loro vita, e a libito si maritavano.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 12 t.: Chiare fontane, erbe crude e ghiande, Era lor cibo e stavano sparti A libito ne' boschi e per le laude.
Esempio: Deput. Decam. 108: Quando si può, si debbono salvare i testi, aiutandoli ed interpretandoli, e non mai al libito e senza manifesta autorità mutandoli.
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 16: Han creduto alcuni.... a lor libito finger cose che non fecero nè pur pensaron mai.
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 4, 6: Io dico Che 'l giardin suo Vener dovrebbe antico Abitar, come e' dicon che solea; Nè per le strade vagabonda errare, E a libito por casa.
Esempio: E Buonarr. Fier. 5, 5, 2: Ercoli sete voi primi o supremi, Ch'a libito trattate La clava del gastigo e delle pene.
Esempio: E Buonarr. Cical. I, 3, 29: Affermando comodissima cosa la libertà del parlare, del cicalare..., e del dir fandonie a libito di ciascuno.
Definiz: § II. Fare libito licito, o il libito lidio, o di libito licito, o Farsi, libito licito, o il libito lidio, o di libito licito, vale Fare, o Farsi, lecito tutto quello che piace. –
Esempio: Dant. Inf. 5: A vizio di lussuria fu sì rotta, Che libito fe' licito in sua legge, Per tòrre il biasmo in che era condotta.
Esempio: Dav. Tac. 1, 293: Non così contegnoso fu il suo fratello detto Felice,... il quale ogni libito si fe' lecito col caldo sì grande.
Esempio: Salvin. Pros. sacr. 250: S'arrossiscano a fronte d'Ugo quei Principi, che per essere in alto grado collocati dalla lor sorte, di libito fanno licito in loro legge, nulla curando ec.
Esempio: Tos. Apol. accad. 38: Parla di chi, per troppa passione alla caccia, il libito facendo a sè licito, trapassa i limiti del dovere.