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1) Dizion. 5° Ed. .
LINGUA
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LINGUA.
Definiz: Sost. femm. Organo del corpo animale, formato di tessuto muscolare, rivestito di una membrana muccosa con papille di varie forme, e con grande quantità di vasi sanguigni, di nervi, di glandule. Serve principalmente al senso del gusto, alla masticazione, alla deglutizione, alla modulazione dei suoni; e nell'uomo anche a formare le parole.
Dal lat. lingua. –
Esempio: Dant. Inf. 17: Quindi storse la bocca, e di fuor trasse La lingua, come bue che il naso lecchi.
Esempio: E Dant. Inf. 28: O quanto mi pareva sbigottito, Con la lingua tagliata nella strozza, Curio, ch'a dicer fu così ardito!
Esempio: Bocc. Decam. 7, 114: Ma sì tosto come la lingua sentì l'aloè, così Calandrino non potendo l'amaritudine sosteuere, la sputò fuori.
Esempio: Ar. Orl. fur. 11, 37: Si spinse Orlando inanzi, e se gl'immerse Con quella àncora in gola e, s'io non fallo, Col battello anco; e l'àncora attacolle E nel palato e ne la lingua molle.
Esempio: Legg. Band. C. 1, 210: Sia condenuato qualuuehe, così maschio come femmina, per la prima volta che bestemmierà, in lire dugento, in perforazione della lingua.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 1249: La cinoglossa, simile alle lingue de i cani, è pianta gratissima.
Esempio: Galil. V. Dial. Music. 141: I quali (sonatori), per mostrare la disposizione del labbro, l'agilità della lingua e la velocità delle dita loro, ec.
Esempio: Don. Music. Scen. 25: La differenza che è fra i passaggetti brevi e gli accenti, in questo consiste: che gli accenti non si ribattono nè con la voce, nè con l'archetto, nè con la lingua...; e i passaggi si ribattono..., negl'instrumenti d'arco con frequenti arcate, e in quei da fiato col battere spesso la lingua.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 1: Lingua, nel suo vero e proprio significato, si piglia per un membro della bocca dell'animale, destinato principalmente alla distinzion de' sapori e alla formazion della voce.
Esempio: Adim. A. Pind. 338: Nel sonare se li ruppe improvvisamente una di quelle linguette, che cannucci chiamano a Napoli, poste all'imboccatura della tibia, entrandoli nel palato, ed egli senza smarrirsi tirò la sua musica avanti, supplendo con la propria lingua al difetto di quello strumento.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 84: Lingua. Membro del corpo dell'animale, destinato a distinguere i sapori e formare la voce.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 83: L'uomo in proporzïon dell'altre membra, Quasi che poco e mai ciarlar dovesse, Sortì la lingua piccola.
Definiz: § I. Usasi comunemente con qualche aggiunto, denotante l'aspetto che essa presenta, secondo le condizioni buone o cattive dello stomaco. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 58: Ha buon occhio, buon viso, buon parlare, Bella lingua, buon sputo, buon tossire.
Definiz: § II. Prendesi figuratam. per Facoltà, Atto, del parlare, del favellare, Favella; e anche Modo di parlare, Ciò che uno dice, Discorso. –
Esempio: Dant. Inf. 11: Quei della palude pingue, Che mena il vento, e che batte la pioggia, E che s'incontran con sì aspre lingue.
Esempio: E Dant. Inf. 15: E quant'io l'abbo in grado, mentre io vivo, Convien che nella mia lingua si scerna.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 193, 6: Ciò si vide in quel giorno che i Bianchi vennero alla terra, che molti cittadini mutarono lingua, abito e modi.
Esempio: Petr. Rim. 2, 169: E mille altri ne vidi, a cui la lingua Lancia e spada fu sempre e scudo ed elmo.
Esempio: Fr. Cherub. Vit. spirit. Z. 46: Grande guardia debbe la persona porre sopra la lingua sua.
Esempio: Car. Eneid. 6, 111: Quel che prima ti chieggio è che i tuoi carini S'odan per la tua lingua, e non che in foglie Sian da te scritti.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 33: Fama ne vola, e grande Per le lingue degli uomini si spande.
Esempio: Dav. Tac. 1, 198: Fuggivano i ritruovi, i cerchi e qualunque orecchio: le cose ancor senza lingua e senz'anima, tetta e mura e lastre, eran guardate intorno, se ec.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 1: Ma perchè il principale strumento, di che si servono gli uomini al formar della voce, è la lingua, di qui è che lingua s'intende più d'una volta per l'atto stesso del parlare. Così si vede che fu intesa da chi disse: E quelle che prima con le gravidezze e co' parti hanno i matrimonj palesati, che con la lingua. Dove con la lingua si dee intendere colle parole, col parlare.
Esempio: Martin. T. V. 10, 44: La bocca di lui (del malvagio) è piena di maledizione;... sotto la lingua di lui affanno e dolore.
Esempio: Mont. Iliad. 16, 884: Orsù, lingua in consiglio e braccio in guerra; Tregua alle ciance e mano al ferro.
Definiz: § III. E figuratam., per Persona che parla a carico, o in biasimo, di chicchessia o di checchessia, e più specialmente Persona maledica, maldicente, che ha l'abito di dir male di tutto e di tutti; per lo più con gli aggiunti Cattiva, Mala, Maledica, e simile, e ironicamente anche Buona. –
Esempio: Cavalc. Poes. 3, 81: In tempo e luogo tenebroso posti, Fra tante male lingue e mala gente.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 248: Questo dimostrò che gli dolesse; ma che sapeva che tutto veniva da quella buona lingua di Tommaso Ginori, e che nel pagherebbe a tempo.
Esempio: Belc. F. Pros. 2, 107: E udendo Donato questa velenosa lingua serpentina, con grande ardire rispose: ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 3: Perchè, odiose lingue, il mal dir vostro Con vostra eterna infamia si sommerga.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 62: Tu ne dirai, e farai tante e tante, Lingua fracida, marcia, senza sale, Ch'al fin ec.
Esempio: Varch. Ercol. 122: Questi tali maldicenti si chiamano a Firenze mille lingue, linguacce, lingue fracide, e lingue serpentine, e lingue tabane, e con meno infame vocabolo, sboccati, ec.
Esempio: Giannott. Op. 2, 201: Lascia pur dire alle cattive lingue.
Esempio: Piccolom. Inst. mor. 395: Coloro che sono veri amici, avendo a mille segni lunghissimo tempo conosciuta la virtù e la perfezione l'un dell'altro, non daran credenza alle maligne lingue, ec.
Esempio: Pitt. I. Istor. fior. 168: Con tanto dispetto e scoppio, che fattone alla giornata tra di loro grave doglienza, si prepararono levarsi lingua tanto terribile dinanzi, ordinando il trattato contro di lui in questo modo.
Esempio: Dav. Tac. 1, 162: Nelle morti de' padroni le lingue sfringuellano.
Esempio: EDav. Tac. 1, 182: E perchè, serrando la porta a tanti che veuivauo a corteggiarlo, si toglieva la potenza, e aprendola, dava alle lingue che dire, prese a persuadere Tiberio che ec.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 389: Il Castagnola, mostrandosi piccato dalla mordacità di quella lingua tabana, soggiunse: ec.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 85: Lingue da galera, Lingue da forca, lingue di demonio, Ch'altro non fanno da mattina a sera Che tagliarla or a Tizio or a Sempronio.
Definiz: § IV. Pur con l'aggiunto Mala, Cattiva, e simili vale Abito di dir male, Maldicenza. –
Esempio: Chios. Dant. 235: Il quale era stato morto in Firenze per la sua mala lingua e pel comettere male.
Definiz: § V. E semplicemente per Persona che parla in tale o tal modo, però in buon senso. —
Esempio: Ar. Orl. fur. 38, 42: O bene o mal che la Fama ci apporti..., di sempre accrescere ha in usanza. Perciò non sarà mai ch'io mi sconforti.... Per casi o buoni o rei che sieno sorti; Ma sempre avrò di par tema e speranza Ch'esser debban minori, e non del modo Ch'a noi per tante lingue venir odo.
Esempio: Deput. Decam. Proem. 20: Chi leggerà non solamente i libri di Cicerone,... ma le lettere ancora scritte famigliarmeli te senza troppo pensiero..., nè solo di Cicerone, ma di quegli altri or nominati..., troverrà generalmente in tutti le parole così naturali e sincere, e la composizione così netta e propria, che ne caverà, oltre all'utile, un piacere maraviglioso, parendogli udire ragionare insieme domesticamente quelle vere e pure lingue romane.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 60: Or odi i detti miei contrarj al canto Delle sirene, e non ti siau molesti; Ma gli serba nel cor, sin che distingua Meglio a te il ver più saggia e santa lingua.
Esempio: Pallav. Perfez. crist. 504: Con ingiuria di quel supremo benefattore, il quale l'avea fatto il più saggio e 'l più ricco re della terra, dandogli a conoscere la verità, la maestà, la bontà del suo nume, più che ad ogni vivente di lui coetaneo; e scegliendolo per sua lingua annunziatrice in terra dei suoi ammaestramenti, dei suoi segreti.
Definiz: § VI. Vale anche Informazione, Notizia, Ragguaglio, che si dia ad altrui, o che si prenda, di cosa che sia da sapere ad alcun proposito od effetto. Onde le frasi Avere lingua, Dare lingua, Pigliare lingua o Prendere lingua, Sentire, lingua, che valgono Essere informato, Informare, Informarsi, o simile; e presso gli scrittori di cose militari, Conoscere, Scoprire, gli andamenti e le mosse del nemico. –
Esempio: Vill. M. 99: I Viniziani.... avieno mandate XX loro galee armate in Romania,... delle quali i Genovesi ebbono lingua.
Esempio: E Vill. M. 230: Lo ammiraglio de' Genovesi, avendo in Romania sentito lingua dell'armata de' Viniziani,... s'addirizzò con la sua armata ec.
Esempio: Varch. Stor. 2, 337: Mentrechè Firenze era in incredibile trambusto e travaglio, s'ebbe lingua che 'l principe s'era partito dal campo la sera dinanzi.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 8: E tirando a quella volta, maravigliosamente ci si presentarono alcuni morbisciatti, che ne diedero lingua od indirizzo per venir dove siamo.
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 2, 41: Il signore di Ciatiglione con le sue truppe s'avanzò per prender lingua e per riconoscere le strade del paese.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 1, 306: Spinto innanzi (dall'Oranges) Enrico suo fratello.... con cinquecento cavalli, per pigliar lingua del campo spagnuolo, avvenne ch'egli ec.
Esempio: Rucell. Or. Operett. var. 64: Dovendosi da ciò prender lingua e argomento dell'origine del caldo e del freddo, mi pare il moto esser natura propria del fuoco.
Esempio: Montecucc. Op. 2, 93: Rinfrescato che fu l'esercito, e stante la lingua avutasi dell'inimico che egli fosse ad Alba Reale accampato,... si mosse ec.
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 107: I Turchi.... mandarono fuori del castello quattro delle loro galere, quasi volessero pigliar lingua.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 144: L'esercito s'introdusse senza trovar anima da chi pigliar lingua.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 40: Così discese il tarlo, indi si messe Su le vesti che quivi eran distese, A prender lingua ed a scoprir paese (qui per similit.).
Esempio: Bott. Stor. Amer. 3, 26: Avuto lingua che i nemici s'approssimavano, saltò fuori.
Definiz: § VII. E per Idioma, Linguaggio, proprio di una nazione, di un popolo. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Diverse lingue, orribili favelle.
Esempio: E Dant. Purg. 7: O gloria de' Latin..., per cui Mostrò ciò che potea la lingua nostra.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 212: E già alquanto avendo della loro lingua apparata, domandandomi esse chi io fossi e donde,... risposi che ec.
Esempio: Med. L. Op. 4, 16: Quella che è vera lode della lingua è l'essere copiosa ed abbondante, ed atta a esprimer bene il senso e il concetto della mente.
Esempio: Bern. Orl. 13, 5: A cui que' tre che tu, Fiorenza, onori, Eterni lumi della lingua nostra, Quanto siano obbligati e debitori, Per le fatiche sue chiaro si mostra.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 53: È scritto ohe non imparò lettere greche, nè lingua greca usò già mai in fatto alcuno importante.
Esempio: Red. Lett. 1, 90: Il primo e principal fine de' vocabolarj non è lo insegnar le lingue, ma lo spiegare i significati delle voci e la loro forza.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 3: Ho inteso dire.... non esservi esercizio più profittevole per uno che sia principiante nello studio di qualche lingua, che il non vergognarsi d'errare, e l'ardirsi sfacciatamente a parlarla tra quei che perfettamente la posseggono, per dar loro campo di correggergli gli errori.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 468: Nacquero come a un corpo le tre lingue sorelle, figliuole tutt'e tre della latina: italiana, franzese, spagnuola.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 195: Impose a Mercurio che fondasse le prime città, e distinguesse il genere umano in popoli, nazioni e lingue.
Esempio: Capp. Pens. Educ. 305: Le lingue s'imparano; il linguaggio si produce nell'uomo, e si forma e cresce seco, perchè il linguaggio è tutto l'uomo.
Definiz: § VIII. In questo significato riceve varj aggiunti, come ad esempio, rispetto alla struttura, Articolata e Inarticolata; rispetto all'uso, Corrente, Letteraria, Morta, Viva, Vivente, Plebea, Volgare, e simili, che si dichiarano ai luoghi loro.
Definiz: § IX. E con gli aggiunti di Aulica, Cortigiana, Curiale, Illustre, s'intese Lingua parlata dagli uomini delle corti, della curia, o simili. –
Esempio: Machiav. Pros. var. 5, 7: Dante in un suo libro che ei fa de Vulgari Eloquio.... afferma non avere scritto in fiorentino, ma in una lingua curiale.
Esempio: E Machiav. Pros. var. 5, 12: Che lingua è quella dell'opera? D. Curiale. N. Che vuol dir curiale? D. Vuol dire una lingua parlata dagli uomini di corte del papa, del duca, ec.
Esempio: Bemb. Pros. 30: La cortigiana lingua, che s'era oggimai cotanto inispagnolita, incontanente s'infranceserebbe.
Esempio: Varch. Ercol. 161: A provare che la lingua cortigiana non è lingua, basta dire che ella non è, e mai non fu, naturalmente favellata da niuno popolo.
Esempio: Capp. Lez. 236: Colui che prima raccomandava e predicava in Italia una lingua illustre,... costui non predicava un nome vano.
Esempio: E Capp. Lez. appr.: Fu certamente sentenza ghibellina, quel fare maestra e dominatrice del bel parlare italiano la lingua illustre e cortigiana.
Definiz: § X. Assolutam., e per antonomasia, s'intende La lingua italiana; e nel plur. trovasi per Lingue dotte, cioè greca e latina. –
Esempio: Ar. Sat. 1, 207: Tenea d'ambe le lingue i bei secreti, E potea giudicar se miglior tuba Ebbe il figliol di Venere o di Teti.
Esempio: Varch. Ercol. 421: Filosofia, astrologia, geometria e tanti altri, sebbene sono fatti e divenuti della lingua, non è che ella non gli riconosca da' Latini, come i Latini gli riconoscevano da i Greci.
Definiz: § XI. E secondo proprietà biblica, vale anche Popolo, Nazione; nel qual senso è più spesso usato nel plur. Onde Essere della lingua d'alcuno, vale Essere della stessa nazione, Parlare la stessa lingua. –
Esempio: Dant. Conv. 95: Li letterati fuori di lingua italica non avrebbono potuto avere questo servigio; e quelli di questa lingua.... di mille l'uno ragionevolmente ne sarebbe stato servito.
Esempio: E Dant. Conv. 105: La invidia è sempre dove è alcuna paritade. Intra gli uomini d'una lingua è la paritade del volgare; e perchè l'uno quello non sa usare come l'altro, ne nasce invidia.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 50: Perchè non erano di sua lingua, parlò loro per interpetre.
Esempio: Vill. M. 520: Volle fare palese il Comune, che quelli di quella lingua erano leali.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 8: Dal Nilo è bello che qui mi comincie, Che vien dal mezzo dì por molte lingue, E per istrade disviate e schincie.
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 4, 46: Anno, per insino a ora,... avuto Portoveneri e Lerici, e questi forniti colle loro fortezze. La Spezie e Levanto non hanno ancora forniti, perchè si dice vi volevano lasciare fanti di loro lingue, e per ancora non n'hanno avuto a sufficienzia.
Esempio: Palm. Vit. civ. 88 t.: Tutta la città, le provincie, le lingue, e finalmente tutta la generazione umana, è d'uno naturale amore insieme collegata.
Esempio: Guicc. Stor. 3, 307: Mandarono i capitani due fanti di ciascheduna lingua a riconoscere la batteria.
Definiz: § XII. Lingua, e Lingua di terra, è Term. dei Geografi, e vale, per similit., Tratto o Striscia di terra che si prolunga nelle acque del mare, od anche di un fiume, e termina in una stretta punta. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 129: Entrarono in Cicilia. Questa si distende nel mare con tre lingue.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 4, 240: Com'egli vide il luogo oltre a tutti gli altri accomodatissimo a ciò fare, che era come una fascia o lingua di terra proporzionatamente larga,... disse che ec.
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 52: E da ponente v'ha una lingua di terra, che scorrendo in mare fa una spiaggia.
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 1, 115: Accanto alla fortezza di Avrò di Grazia, pure sulla man destra, entrando una lingua di terra molte miglia nel mare, fa come una spaziosa penisola.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 1: Dalla forma o figura di lei (della lingua) si dice metaforicamente lingua ogni piccola montagnetta, che alzandosi alquanto dalla terra e dall'acqua finisca in una stretta punta.
Esempio: Bart. D. As. 1, 67: Quella parte.... dell'India che è presso il Gange, e i paesani la chiamano Indostan, esce di terra ferma, e verso il mezzodì si sporge con una lingua, che dalle due foci dell'Indo e del Gange, onde comincia, è lunga presso di novecento miglia.
Esempio: E Bart. D. Mem. ist. Comp. 5, 203: Salsete è una lingua di terra ferma o penisola che vogliam dirla, che sporgendosi per venti miglia o circa fuor delle terre dell' Idalcan,... si allunga ec.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 333: Ma qual tra mare e mare Se interposta talor lingua di terra Vada sott'acqua, ec.
Esempio: Legg. Band. Leop. 8, 56, 11: Cavalcando la sommità del poggio di Campo Rotondo, si estende (un tratto di terre ad uso di pascolo) con una lingua fino nel fiume Limentra per la parte di Spedaletto, e detta lingua ha per confine a levante ec.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 2, 1: Giace Boston nel mezzo della provincia di Massacciusset su d'un tratto di terra, il quale congiunto essendo col continente per mezzo di una strettissima lingua, che chiamano l'istmo, si allarga per dar luogo e ricevere tutta l'ampiezza della città.
Definiz: § XIII. Pure per similit., Lingua vale Sommità, Punta, della fiamma; e più generalmente Piccola striscia di fiamma. –
Esempio: Bocc. Teseid. 11, 49: Già istrepivan per lo messo foco Le prime fronde, e la fiamma pigliava Colle sue lingue parte in ogni loco, Ed ognora più ricca diventava.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 35: Sarebbe maraviglia vedere lo fuoco vivo, cioè lo fuoco acceso in fiamma, fermarsi giù in terra e non estendere la lingua sua in alto.
Esempio: Biring. Pirotecn. 90: Non v'è modo.... di far passare le lingue de le fiamme per esser luochi serrati e senza esalatoi.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 187: Nella tavola dell'altar maggiore, a tempera, fece lo Spirito Santo, quando è mandato sopra gli Apostoli in lingue di fuoco.
Esempio: Buonarr. Descr. Nozz. 19: Per la rottura d'una gran rupe la città di Dite ardere vi si conobbe, vibrando lingue di fiamme per le aperture delle sue torri.
Esempio: Mont. Iliad. 17, 101: Oltre si spinse Scintillante nel ferro come lingua Del vivo fuoco di Vulcano.
Definiz: § XIV. Lingua, trovasi pur detto, per similit., L'ago della bilancia e La lancetta dell'orologio. –
Esempio: Libr. Astrol.: Ma nella lingua della bilancia, nè nell'appiccagnolo, non ne ha neuna.
Esempio: Bart. D. Op. mur. 23, 267: Se la bilancia non ha la sua lingua e 'l suo perno nel mezzo, ma l'un braccio più lungo dell'altro, il giudicio de' pesi riesce ingiusto e falso.
Esempio: Segner. Paneg. 2, 557: La lor lingua è come appunto la lingua dell'oriuolo, la quale addita le ore secondo il moto che dalle ruote interiormente riceve.
Esempio: E Segner. Op. 4, 639: Lo conoscerete (il penitente) più che da altro dal suo parlare, come dalla lingua dell'oriuolo pur si conosce la interna disposizion delle ruote.
Definiz: § XV. È anche Term. della Musica, e vale Ciascuna di quelle laminette o scheggie, che col loro vibrarsi aiutano, in alcuni strumenti a fiato, l'aria inspiratavi, e fanno quasi crespo e un poco squacquerato il suono; e così anche si dice, negli strumenti a tasto, Quella parte del salterello ove è incastrata la penna, e la Penna stessa. Di qui Canne a lingua s'intende negli organi Quelle in cui spingasi il vento per una specie di becco d'oca, coperto da una laminetta vibrantesi; e il cui suono imita i pifferi e gli altri strumenti da fiato. Più comunemente Linguetta. –
Esempio: Taglin. Lett. scient. 19: Altri ciuque organi, che fra tutti contengono 4000 canne, altre a bocca, altre a lingua.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 20: Lo stesso avviene d'un gravicembalo. Pezzuoli di legno diventan tasti, pennuzze si fanno lingue, fili di ferro e d'ottone acquistano voce.
Definiz: § XVI. Lingua, è nome che si dà volgarmente ad una Specie di fungo che nasce senza gambo sui grossi rami dei meli, peri, gelsi, castagni, ed è buono a mangiarsi. E dicesi pure così un'altra Specie di fungo della medesima forma, che nasce sugli abeti, sui cerri, sui faggi, che non è buono a mangiarsi, e serve soltanto a far esca; onde chiamasi Lingua da esca. –
Esempio: Cant. Cam. Otton. 36: Queste si chiaman lingue, e se ne trova Poche, perchè son buone.
Definiz: § XVII. Lingua buona, si disse per corruzione La buglossa o Lingua di bue; pianta volgare, scabra nelle foglie, che una volta era usata nella medicina; ed è l'Anchusa officinalis dei Botanici. –
Esempio: Benciv. Aldobr.: La presa per volta sia dramma mezza, con sugo di porcellana e di lingua buona.
Definiz: § XVIII. Lingua canina o di cane. –
V. Cinoglossa.
Definiz: § XIX. Lingua cervina. Nome volgare che si dà ad una Specie di felce, detta già Erba fillida e Fillitide, con foglie molto allungate ed intere, e che trovasi specialmente nei luoghi umidi, nell'interno dei pozzi, e simili: onde è pur detta Lingua dei pozzi. È lo Scolopeudrium officinale dei Botanici. –
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 163: Dell'erba fillida, cioè lingua cervina.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 880: Chi ben diligentemente esamina le note date da Dioscoride alla fillitide, non può se non confessare che sia ella quella pianta chiamata volgarmente lingua cervina.
Esempio: Targ. Viagg. 8, 53: Fillitide o lingua cervina: nasce dal pozzo della Colombaia.
Definiz: § XX. Lingua di alcuno, detto di persona, trovasi per Interpetre di quello. –
Esempio: Bart. D. 8, 168: A' quali (cristiani) in un campo, dove si diedero l'ultimo addio, il padre per Damiano, sua lingua, fe' un'efficace esortazione a perseverar nella fede ec.
Definiz: § XXI. Lingua di frullone. –
V. Frullone, § V.
Definiz: § XXII. Lingua di passera, dicesi volgarmente il Seme del frassino, e per similit. il Chicco del grano, quando resta, per soverchio alidore, striminzito, pochi giorni innanzi la maturazione. –
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 92: E questo è quello che accade ordinariamente al vostro grano, che vi sembra magnifico, ma vi casca in un momento di tre o quattro punti, perchè arrivato alla granigione, invece di nutrirsi, mancando dell'umido necessario, vi si striminzisce, vi diventa, come solete dire, lingua di passera.
Definiz: § XXIII. Lingua di pesce. Modo proverbiale che trovasi usato per ammonire altrui di non parlare di una data cosa; ed equivale a Zitto, Silenzio, Acqua in bocca, e simili; detto così perchè i pesci son mutoli. –
Esempio: Nell. Iac. Forest. 2, 11: Quel che mi dichi! Ma sarà vero? B. Oh, che ne dubiti ? Senti: ma lingua di pesce, ve'. I. Non fiato; stanne pur sicuro
Definiz: § XXIV. Lingua di serpente, o serpentina; nome volgare che si dà ad una Sorta di felce, detta anche Lucciola, o Erba luccia; ed è l'Ophyoglossum vulgatum dei Botanici. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Cogli un buono mazzetto di foglie di lingua serpentina.
Definiz: § XXV. Lingua di vacca, si disse per similit. una Sorte di incudine ad uso degli orafi, per lavorarvi vasi o figure di metallo. –
Esempio: Cellin. Pros. 132: In su le dette ancudini, le quali ancudini si domandano per l'arte lingua di vacca,... quell'orlo si dirizza su, ec.
Definiz: § XXVI. Lingua morta, dicesi comunemente una Lingua che più non si parla. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 26: Quando un legale Sa il formulario e la tariffa a mente, E adopra un po' di ciarla naturale, Le lingue morte non gli giovan niente.
Definiz: § XXVII. Lingua serpentina, dicesi figuratam. e familiarmente di Chi ha il vizio di rispondere con grande arroganza e velenosamente.
Definiz: § XXVIII. A lingua, posto avverbialm., e in costrutto coi verbi Chiedere a lingua, Dire a lingua, o simile, vale Per mezzo della lingua, A parole; onde la frase A chiedere, A chiederlo, a lingua, che, innanzi ad altra correlativa, vale Per quanto si possa chiedere, desiderare, intorno a quella cosa cui il discorso si riferisce. –
Esempio: S. Bern. Piant. Verg. 33: Io piena di tanta trestizia e dolore che non si potrebbe dire a lingua.
Esempio: Medit. Alb. Cr. 23: Le quali (cose) non sono lecite a dicerie (cioè che non si possono dicere a lingua), nè intendere si possono.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 100: Lasciatel fare, chè farà bene il fatto vostro, meglio che non saprete divisare a lingua.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 95: Ed a chiedere a lingua, sapeva onorare cui nell'animo gli capeva che il valesse.
Esempio: Varch. Stor. 2, 262: Era di così belle e laudevoli.... e così nobili e costumate maniere, che non si poteva chiedere a lingua, nè desiderare più.
Esempio: Car. Eneid. 9, 9: Ecco, quel che tu mai chiedere a lingua, O 'mpetrar da gli dei, Turno, potessi, Per sè l'occasïon ti porge e 'l tempo.
Esempio: Cellin. Vit. 393: Quando io ebbi questa lettera, mi dette tanto piacere, che, a chiedere a lingua, io non arei domandato nè più, nè manco.
Esempio: Grazz. Comm. 246: A chiederlo a lingua, tu non ti potevi abbatter meglio.
Esempio: E Grazz. Comm. 301: A chiederlo a lingua, non si poteva addomandar meglio.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 165: Non si può dire a lingua, nè con degne parole esprimere, quanto di frutto si ritragga dagli onesti ed onorati congressi.
Definiz: § XXIX. A lingua sciolta, vale Senza alcun rispetto, ritegno, nel parlare. –
Esempio: Segner. Mann. ag. 30, 2: Rimira un poco quale improperio fu quello ch'ei (Gesù Cristo) sopportò, quando nello strascinar la sua croce udiva tanti che, a lingua sciolta, mettevansi a dir di lui quello che voleano, senza che vi fusse pur uno fra tanto popolo che ardisse più di pigliare le sue difese!
Definiz: § XXX. Ardito di lingua, o della lingua, Libero di lingua, o della lingua, Sciolto, o simile, di lingua, o della lingua, vale Che parla con ardimento, liberamente, senza riguardi; ed altresì Linguacciuto. –
Esempio: Bern. Orl. 67, 42: Era forte collerico e sdegnoso, Della lingua e del cor libero e sciolto.
Esempio: Pitt. I. Stor. fior. 104: Quanto men pronti di mano, tanto più sciolti di lingua.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 58: Costui pronto di man, di lingua ardito, Impetuoso e fervido d'ingegno.
Definiz: § XXXI. Col cuore sulla lingua, vale Con ingenuità e schiettezza, Sinceramente; ed usasi coi verbi Dire, Parlare, e simili. –
Esempio: Forteguerr. Cap. 224: Liborio, io non adulo, e con il cuore Sulla lingua ti parlo.
Definiz: § XXXII. Della lingua, o Di buona lingua, o Di lingua, usato a modo di aggiunto e riferito a vocabolo, frase, modo, o simile, vale Proprio della lingua italiana, o dell'indole sua.
Definiz: § XXXIII. Di buona lingua, detto di persona, vale Che parla bene, eloquente. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 75: Piero Capponi, oltre a nobile omo, fu di pronto e vivo ingegno.... Animoso quanto altro cittadino,... di buona lingua, di migliore perizia delle cose delli Stati, ec.
Definiz: § XXXIV. In lingua povera, dicesi familiarmente per In lingua del volgo, semplice, non scelta, intesa da tutti; e in più largo senso, Schiettamente, Senza ambagi o circonlocuzioni. –
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 1, 257: Senza briga veruna sapete voi come avete a fare a distinguere e nominare i muscoli? Voi avete a por loro nome in lingua povera, secondo il movimento che fanno fare all'osso che muovono.
Esempio: E Bellin. Disc. Anat. 3, 78: Per non tormentarvi sempre su l'arco dell'altezza del dire, eccomi in lingua povera.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 203: È un sissizio, un fidizio, o vogliam dire in lingua povera una cenata generale.
Esempio: E Salvin. Pros. tosc. 1, 235: Tirando innanzi l'orazione alla buona, e, per così dire, in lingua povera.
Esempio: Giust. Vers. 146: Quelli rinculano Goffi e confusi, In lingua povera Dicendo: oh! scusi.
Definiz: § XXXV. Sotto lingua, coi verbi Discorrere sotto lingua, Mormorare sotto lingua, o simile, trovasi per Fra sè e se, Fra' denti, Senza esprimersi formalmente. –
Esempio: Salvin. Pers. 17: Quelle altre cose poi dentro da sè, E sotto lingua, e nel suo cuore, ei mormora.
Definiz: § XXXVI. Avere il cervello nella lingua, trovasi per Discorrere molto ed a caso, e senza la dovuta ponderazione. –
Esempio: Varch. Stor. 2, 157: Molti giovani fiorentini.... andavano facendo.... molto male; e tra questi Agnolo Capponi, giovane di poco e di cattivo cervello, Giuliano di Francesco Salviati, il quale, avendo il cervel nella lingua, e più che ricchissimo essendo, come andava gettando via il suo più che prodigamente, così ec.
Definiz: § XXXVII. Avere il morso alla lingua, vale poeticam. Saperla temperare, frenare, Non dire tutto quel che si sa intorno ad un dato argomento. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 41, 67: Ma il santo vecchio, ch'alla lingua ha il morso, Non di quanto egli sa però favella: Narra a Ruggier quel che narrar conviensi; E quel ch'in sè de' ritener ritiensi.
Definiz: § XXXVIII. Avere la lingua in balìa, si usò per Discorrere molto ed a caso, fuor di proposito, o simili. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 62: Della bocca medesima li dispiacerai (a Dio) per troppo mormorare,... per troppo avere la lingua in balìa.
Esempio: Varch. Ercol. 124: Di quelli che favellano, o piuttosto cicalano assai, si dice: Egli hanno la lingua in balìa.... o E' non ne saranno rimandati per mutoli.
Definiz: § XXXIX. Avere il suo in contanti nella lingua, vale Essere principalmente buono a parlare, Essere un gran chiacchierone, e simili. –
Esempio: Lipp. Malm. 1, 69: Era tra' molti suoi più fidi amanti Un ciarlon, che però detto è il Cornacchia.... E perchè nella lingua ha il suo in contanti, Molto si vanta, assai presume e gracchia.
Esempio: Not. Malm. 1, 110: Avere il suo in contanti nella lingua vuol dire: Avere tutto quanto il maggior capitale nelle parole, cioè nelle chiacchiere.
Definiz: § XL. Avere la lingua lunga, o Avere una lingua che taglia e cuce, che taglia e fende, che fora, sega, e simili, sono tutte maniere che valgono Essere maldicente, Esser dedito alla mormorazione, e simili. E Avere la lingua lunga, vale pure comunemente Essere linguacciuto, arrogante nel rispondere, e simili. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 9: Secondo posso ritrarre, fu uomo che ebbe un poco la lingua Illuda, e dovette essere di poco animo.
Esempio: Varch. Ercol. 132: D'uno che dica del male assai, si dice: Il suo aceto è di vin dolce, o Egli ha una lingua che taglia e fora.
Esempio: Grazz. Comm. 149: Non dire, chè quel maestro Innocenzio ha una lingua che taglia e fende.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 37: Ond'ella, dopo un'alta rammanzina, Perch'una lingua ell'ha che taglia e fende, Va', che tu faccia, quando ne sia otta, Un figliuol (dice) in forma d'una botta.
Esempio: Not. Malm. 1, 361: Una lingua ell'ha, che taglia e fende. Ha una cattiva lingua, che dice ogni sorta di male, senza rispetto o riguardo alcuno, che lacera l'altrui riputazione.
Esempio: Fag. Comm. 4, 400: La me' donna.... ha la lingua lunga....T. Che lingua lunga o corta? Bisogna a tempo e luogo avella lunga quanto bisogna, e dire il fatto suo fuor de' denti.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 12: Hanno una lingua che taglia e che sega.
Definiz: § XLI. Avere la lingua che serve bene, vale Aver la parola facile, pronta, ad ogni occorrenza. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 537: Dice tante meraviglie di voi, che il terzo sarebbe a bastanza. Hammi fatto molte profferte.... Ha letto il Lambertano (l'Albertano), ed ha lingua che gli serve bene. È fratello di Giovanbatista: che hanno parole assai alle mani.
Definiz: § XLII. Avere la lingua sciolta, vale Parlare francamente, con liberici, senza ritegno, senza riguardo. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 451: Non gli muor la lingua in bocca. Ha la lingua sciolta.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 31: La lingua ho sciolta, E chi non vuol sentir chiuda l'orecchio.
Definiz: § XLIII. Avere la lingua serpentina, detto de' cavalli e de' buoi, vale Avere il vizio di trar la lingua ad ogni istante fuor della bocca, o tenerla penzoloni, o agitarla con svariati e bizzarri movimenti.
Definiz: § XLIV. Avere sulla lingua quello che nel cuore, vale Procedere con ingenuità, sincerità, schiettezza, e simili; e viceversa Avere una cosa nella lingua e un'altra nel cuore, o simile, importa Esser finto, bugiardo. –
Esempio: S. Cater. Lett. 4, 444: Sarete il gaudio, l'allegrezza e consolazione mia, e degli altri servi di Dio,... li quali v'amano,... non finti, avendo uno in lingua e l'altro in cuore.
Esempio: Dav. Tac. 2, 229: Astuti non sono (i Germani), nè scaltriti; hanno ancor oggi in su la lingua quello che nel coraggio, perchè il luogo è libero.
Definiz: § XLV. Aver lasciata la lingua a casa, o al beccaio, o in beccheria, o anche Lasciare, la lingua a casa, o al beccaio, o in beccheria, o simile, sono tutti modi che valgono Starsene muti, in silenzio, dove altri parlano, in conversazione. –
Esempio: Varch. Ercol. 124: Di quelli che stanno musorni [si dice] egli hanno lasciato la lingua a casa, o al beccaio.
Esempio: Bracciol. Schern. 9, 18: Die' egli: E che s'aspettan per la posta Che vengan le risposte di Milano? O tu, passando sopra fantasia, ài lasciato la lingua in beccheria?
Esempio: Not. Malm. 2, 457: Sono infiniti i modi che abbiamo per esprimere il silenzio d'uno, come: Star zitto, Non fiatare,... Star chiotto, Lasciar la lingua al beccaio, Aver visto il lupo, ec.
Definiz: § XLVI. Avere una cosa, un nome, una parola, sulla punta, o anche in punta, della lingua, vale Averla pronta alla mente, senza poterne trovare il vocabolo; ed anche Essere pronto a parlare di quella cosa cui il discorso si riferisce. –
Esempio: Varch. Ercol. 90: E [come direste voi Fiorentini] quello che Plauto disse: Versatur in primoribus labiis, cioè, io sto tuttavia per dirlo, e parmene ricordare, poi non lo dico, perchè non me ne ricordo? V. Io l'ho in sulla punta della lingua.
Esempio: Dat. Vegl. 3, 146: A me interviene come a coloro, i quali sendosi scordati un nome, par loro d'averlo, come si dice, sulla punta della lingua, e quasi di proferirlo, e pur non l'esprimono.
Esempio: Forteguerr. Terenz. 239: Il primo allora Saresti a avere in punta della lingua I nomi tutti della vostra stirpe, Dal nonno cominciando e dal bisnonno.
Definiz: § XLVII. Chiudere ad uno la lingua, Legare ad uno la lingua o Tagliare, ad uno la lingua, vale Farlo tacere, Costringerlo al silenzio, o simile; più comunemente Chiudere, o Turare, la borea. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 210: E veggi' or ben, che caritate accesa Lega la lingua altrui, gli spirti invola.
Esempio: Fior. Virt. 16: Volendo tagliare le lingue a' malvagi dicitori.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 329: L'una e l'altra notizia importa assai, sì per avere la cognizione intera,... sì per intender bene Dante ed altri scrittori di pregio di quella età, e saper chiudere, quando bisogna, la lingua a tanti abbaiatori contro a quel divino poema, e tutta quella etade.
Esempio: Fag. Comm. 6, 60: A voler ch'io gli leghi la lingua, sarà necessario ch'io sciolga la mano.
Definiz: § XLVIII. Dire ciò che viene su la lingua, vale Parlare a caso, senza considerazione. –
Esempio: Segner. Mann. apr. 15, 2: Dicono ciò che loro vien su la lingua.
Definiz: § XLIX. Essere di due lingue, vale Parlare ora in un modo e ora in un altro, Essere bilingue, mendace. –
Esempio: Fior. Virt. 172: Il quinto vizio si è essere di due lingue, cioè una parola dire innanzi ad altrui, e poi di dietro tutto il contrario.
Esempio: EFior. Virt. 173: Terenzio dice: La malizia di colui ch'è di due lingue non si puote celare lungo tempo.
Definiz: § L. Che mi caschi o secchi la lingua, o Che ti possa cascare o seccare, la lingua; modo scherzevole d'imprecare ad alcuno che ammutolisca prima di dire una determinata cosa; e più comunemente si dice a chi discorre troppo e fuor di proposito, o inconsideratamente. –
Esempio: Vai Rim. 15: Deh! che cascar ti possa La lingua appunto il dì Che tu dirai di sì, Nè polpa ti rimanga sopra l'ossa.
Definiz: § LI. Lasciar la lingua in riposo, trovasi poeticam$. per Cessar di parlare, Tacere, dopo lungo discorso. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 143: Lasciò la lingua all'ultimo in riposo Zerbin, poi che 'l parlar gli giovò poco.
Definiz: § LII. Menare la lingua, assolutam., vale Dire ciò che viene alla bocca, Parlare eccessivamente, a caso, o simile; e Menare la lingua verso, o contro, alcuno, vale Dirne male, Sparlarne. –
Esempio: S. Ag. C. D. 1, 9: Non potrebbono oggi menare le lingue contra di lei, come fanno.
Esempio: Cater. Lett. 2, 258: Del fatto dell'abito, mi pare che sia da seguitare quello che lo Spirito Santo per la vostra bocca domandò, senza essere indotta da persona; lassare menare le lingue a modo loro.
Esempio: E Cater. Lett. 298: Increscemi dell'affanno e della fatica che i miei cittadini hanno nel pensare e menare la lingua verso di me.
Definiz: § LIII. Mettere la lingua in cielo, o Porre, la lingua in cielo, vale figuratam. Ragionare di cosa che sorpassi la condizione umana; ed anche Parlare irriverentemente, o profanamente, di cose sacre. –
Esempio: Segner. Paneg. 2, 541: Sol potrebb'essere che troppo ardito io paressi nel voler mettere, come appunto suol dirsi, la lingua in cielo.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 1, 105: Chi pone in ciel la sua lingua bestemmiatrice, perdendo il rispetto a Dio, molto più, come dice il profeta, la pone in terra, perdendo il rispetto agli uomini.
Esempio: E Segner. Crist. instr. 3, 82: Fu posto il sale in bocca (di chi si battezza) per dinotare con quale saviezza, con quale sincerità, dovesse regolar la sua lingua; e pure che ha fatto? Se l'è lasciata scorrere enormemente sino a porla in cielo, e a non rispettare nè anche il nome di Dio.
Definiz: § LIV. Mettere la lingua in molle, vale figuratam. Cominciare a parlare; ed altresì Ciarlare fuori di proposito; comunemente Mettere il becco in molle. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 332: Non mi far mettere La lingua in molle, ch'io sciorrò il guinzaglio.
Esempio: Salv. Granch. 2, 2: Il gaglioffo ha Messa la lingua in molle. S'imbriaca Cicalando il poltron: pensa quel ch'egli Farà beendo.
Definiz: § LV. Mordersi la lingua, vale figuratam. Imporsi silenzio, per non pentirsi di aver parlato. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 29, 2: Ognun vedrà che gli era utile e buono Aver taciuto, e mordersi anco poi Prima la lingua, che dir mal di voi.
Definiz: § LVI. Morire con lingua, si usò per Poter parlare in punto di morte, Morire con la lingua spedita, con facoltà, di parlare. –
Esempio: Cecch. Ass. 3, 5: T'ho detto più volte, che s'io muoio con lingua, io ti farò del bene.
Definiz: § LVII. Muover la lingua a uno, si trova per Farlo parlare. –
Esempio: Segner. Op. 1, 757: Conciossiachè per quale altra via avrebbe egli potuto accennar sì precisamente misterj tali da più di dieci secoli innanzi, se Dio medesimo non gli avesse mossa la lingua?
Definiz: § LVIII. Non avere il callo alla lingua. –
V. Callo, § XIII.
Definiz: § LIX. Non avere il pelo, o i peli, sulla lingua o alla lingua, vale Non aver difficoltà e ritegno alcuno a parlare, a dir chiaramente e senza riguardo alcuno le proprie ragioni. –
Esempio: Nell. Iac. Serv. 2, 5: Veramente vi eri riscaldate tutte due alla peggio. Voi ancora non potevi esserne rimandata per mutola, no; e avete fatto conoscere che non avete il pelo alla lingua.
Definiz: § LX. Non aver nè lingua nè occhi nè orecchi, vale Rinunziare, per minor male, in certi casi, o in certe condizioni della vita, a mostrarsi inteso di ciò che avviene intorno a noi. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 460: Però ci vuol quel cervello ch'io v'ho detto, che sappia ben regolare quell'avere e non avere a tempo nè lingua, nè orecchi.
Esempio: EFag. Comm. appr.: Ma quest'avere, e non aver avere, nè lingua nè occhi nè orecchi, quand'uno ha moglie, m'imbroglia dimolto.
Definiz: § LXI. Non morire ad uno la lingua in bocca, e Non lasciarsi alcuno morire, la lingua in bocca, sono maniere che valgono Essere pronto, franco, a dire le sue ragioni; ed anche, con più lieve senso, Essere loquace, o simile; nel qual significato si disse anche Non rappallozzolarsi ad uno la lingua in bocca. –
Esempio: Varch. Ercol. 124: Di quelli che favellano, o piuttosto cicalano assai, si dice: Egli hanno la lingua in balia; la lingua non muore, o non si rappallozzola, loro in bocca, o e' non saranno rimandati per mutoli.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 184: Riscotetemi donde vi paia ch'i' n'abbia bisogno; chè non vi muor la lingua in bocca, quando mettete il becco in molle a favor degli amici.
Esempio: Galil. Op. VII, 306: Ed io sto a vedere come gli altri astronomi, ed in particolare il Keplero, contro al quale principalmente inveisce quest'autore, si contenga in silenzio, che pur non gli suol morir la lingua in bocca, se già egli non ha stimato tale impresa troppo bassa.
Esempio: Bertin. R. Rim. burl. 3, 278: Di' pure alla papale; E non far come fa la gente sciocca; Non ti lasciar morir la lingua in bocca. Il chiedere a te tocca; Se quanto chiedi poi non t'è concesso, Non avrai da dolerti di te stesso.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 86: Perchè non gli moria la lingua in bocca, Ricominciò quest'altra filastrocca.
Esempio: Not. Malm. 1, 128: Non gli moria la lingua in bocca. Era loquace, eloquente; Avea facilità a parlare. È lo stesso che Avere il suo in contanti nella lingua.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 140: Delle persone, a cui certamente non muore la lingua in bocca, mi si sono dichiarate che si guarderanno molto bene d'accettare l'arciconsolato, sinchè ec.
Esempio: Fag. Rim. 7, 103: E son questi di chiacchiere sì ricchi, Che loro mai non muor la lingua in bocca.
Definiz: § LXII. Nutricarsi di lingua, trovasi per Vivere traendo vantaggio del malo uso di essa. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 30: Si nutricavano di mano o di lingua, cioè spergiurando e spargendo il sangue di lor cittadini.
Definiz: § LXIII. Sciogliere la lingua, Sciorre la lingua, Snodare la lingua, Volgere, o simili, la lingua, vale propriamente Cominciare a proferire le parole, ad usar la favella; ma pur estensione si usa, per lo più poeticam., per Prendere, Cominciare, a parlare, a proferire un discorso, ed anche a cantare. Usasi così assolutam., come con un compimento retto dalla particella A o In. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 153: Come fanciul ch'appena Volge la lingua e snoda, Che dir non sa...; Così 'l desir mi mena A dire ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 38, 41: Nel suo onorato seggio si raccolse, Indi la lingua a tai parole sciolse.
Esempio: Bemb. Asol. 3 t.: Detta dalla giovane cantatrice questa canzone, la minore, dopo un brieve corso di suono della sua compagna, che nelle prime note già ritornava, al tenor di quelle altresì come ella la lingua dolcemente isnodando, in questa guisa le rispose: ec.
Esempio: Varch. Ercol. 66: Aprir le labbra, e scioglier la lingua e rompere il silenzio, sono locuzioni topiche cavate dal luogo de' conseguenti o piuttosto degli antecedenti, perchè niuno può favellare, se prima non iscioglie la lingua, non apre la bocca, non rompe il silenzio.
Esempio: Car. Eneid. 3, 520: Io di pietà e di duol confuso, appena In poche voci, e quelle anco interrotte, Snodai la lingua.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 89: Nel cor dà loco a que' conforti, e scema L'impeto interno dell'intensa doglia; Ma non così, che ad or ad or non gema, E che la lingua a lamentar non scioglia.
Esempio: E Tass. Rinald. 9, 26: Musico intanto al suon dell'aurea cetra Scioglie la dotta lingua in dolci accenti.
Esempio: Marchett. Lucrez. 352: Il contraffar le molli voci Degli augei con la bocca innanzi molto Fu, ch'in musiche note altri potesse Snodar la lingua al canto e dilettarne L'orecchie.
Esempio: Pindem. Poes. 67: Talora Parea volesse disnodar la lingua.
Definiz: § LXIV. Scioglier la lingua ad alcuno, o di alcuno, vale Farlo parlare, Permettergli di parlare, di rompere il silenzio, di rivelare un segreto. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 52: Amor, che 'n prima la mia lingua sciolse.
Esempio: Pallav. Vit. Aless. 1, 198: Pregò in varj tempi il Cardinal Ghigi, che gli sciogliesse la lingua.
Definiz: § LXV. Tenere la lingua, Sostenere la lingua, Temperare, la lingua, assolutam., sono maniere che valgono Astenersi dal parlare, Tacere, Rimanersene in silenzio. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 246: Delle quali cose, oltra il buono e 'l diritto molto perturbato, nè poteo tener le lagrime, nè sua lingua temperare.
Esempio: Girald. Oraz. I, 1, 284: Ma si potrà sostener forse con più agevolezza la lingua, si potrà forse dar passata con minor carico alla liberalità e magnificenza?
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 317: Io non so come Mea la lingua tenne A quel parlar, nè come si frenasse.
Definiz: § LXVI. Tenere la lingua a sè, vale Moderarsi, Regolarsi, nel parlare, Parlare con circospezione; ed altresì Non entrare a discorrere di cose non pertinenti a sè, Tacere. –
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 12: Per non perder di riputazione, tieni la lingua a te, e non dar giudicio dell'opere e dell' arte che non è tua.
Esempio: Segner. Op. 1, 756: Oh quanto meglio farebbono a tenere la lingua a sè!
Esempio: Nell. Iac. Torment. 2, 15: Viperina, tien la lingua a te.
Esempio: E Nell. Iac. Faccend. 1, 5: Voi uscite fuor de' termini, madonna mia; e dovreste tenere un po' più la lingua a voi.
Definiz: § LXVII. Venire nella lingua alcun che, trovasi per Presentarsi una cosa ad esser detta, Sovvenire per esser detta. –
Esempio: Bocc. Amet. 137: Poichè chi fossero i miei parenti vi avrò dichiarato, qual più possente (dei miei amori) verrà nella lingua, quello.... vi mostrerò.
Definiz: § LXVIII. Capo senza lingua è puntal senza la stringa; proverbio, oggi non comune, denotante che Uomo che non sappia dire le sue ragioni è quasi mezz'uomo. –
Esempio: Nell. Iac. Serv. 2, 5: Eh, fornaia mia, i' ho sempre sentito dire, che capo senza lingua ghi è puntail (gli è puntal) senza la stringa.
Definiz: § LXIX. La lingua batte, o dà, o va, dove il dente duole. Proverbio che vale: Volentieri si parla delle cose che stanno a cuore e in cui s'abbia interesse di utile o danno. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 88, 17: Come la lingua va al doglioso dente, Il cavalier co' suoi subito corre Dove assalir da' nimici si sente.
Esempio: Pataff. 5: La lingua va dove gli duole il dente.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 36: Là dove 'l dente duole, Batte la lingua ardita.
Esempio: Lipp. Malm. 7, 49: Stettero a crocchio insieme tutta notte; E perchè per proverbio dir si suole: La lingua batte dove il dente duole, Brunetto, che teneva il campanello, Dice chi sia e che di casa egli esce, ec.
Esempio: Not. Malm. 2, 580: La lingua batte dove il dente duole. Si discorre sempre volentieri di quelle cose dove si ha la passione, o sia di gusto o di disgusto.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 295: Alla natura nostra è difficile.... che, come noi in volgar proverbio dichiamo, dove il dente duole la lingua non batta.
Definiz: § LXX. La lingua non ha osso, e fa, o, come pur si trova, si fa, rompere il dosso. Proverbio che vale: Per la maldicenza s'incorrono spesso pericoli. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 4: E nel proverbio si dica: La lingua non ha osso, ma osso fa rompere.
Esempio: Fr. Cherub. Vit. spirit. Z. 46: Grande guardia debbe la persona porre sopra la lingua sua, perchè la lingua non ha osso e fa rompere lo dosso.
Esempio: Fag. Comm. 5, 330: Le parole le peso, prima di cavarmele di bocca; perchè parola detta e sasso tratto non è più suo: la lingua non ha osso, e si fa rompere il dosso.
Esempio: Nell. Iac. Faccend. 3, 5: Madonna, ricordatevi del proverbio: la lingua non ha osso, e si fa rompere il dosso.
Definiz: § LXXI. La lingua parla per l'abbondanza del cuore. –
V. Abbondanza, § VII.