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CULTO e COLTO pronunziato coll'o stretto
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CULTO e COLTO pronunziato coll'o stretto.
Definiz: Partic. pass. di Colere.
Lat. cultus. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 92: Io per me son quasi un terreno asciutto, Colto da voi; e 'l pregio è vostro in tutto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 192: Era a quel tempo ivi una selva antica.... Che, come labirinto, entro s'intrica Di stretti calli e sol da bestie culti (qui figuratam. per Frequentati).
Esempio: E Ar. Orl. fur. 25, 96: Quivi nè allor nè mirto si vedea,... Ma cruda ghiara e qualche umil virgulto, Non mai da marra o mai da vomer culto.
Definiz: § I. E in forma d'Add. Coltivato, detto di campo, terreno, e simili; e per estensione, anche di paese, regione, e simili. E talvolta vale, poeticam., Adorno, Ben tenuto, Abbellito, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Quelle fiere selvagge che in odio hanno, Tra Cecina e Corneto, i luoghi colti.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 34: Un culto monticel dal manco lato Le difende (a una fonte) il calor del mezzo giorno.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 6, 20: Culte pianure e delicati colli.
Esempio: Alam. L. Colt. 5, 15: I frutti peregrin, le frondi e l'erbe, La presenza e gli odor del culto e vago Sacro giardin.
Esempio: Car. Eneid. 1, 4: Fei pingui e colti i campi, e pieni i voti D'ogn'ingordo colono.
Esempio: Varch. Boez. 67: Chi seminar terra non colta, e frutto Coglier da campo non più arato vuole, Sveller gli sterpi e colla falce suole Di roghi e felci pria purgarlo tutto.
Esempio: Tass. Gerus. 15, 17: Rodi e Creta lontane inverso 'l polo Non scerne, e pur lungo Africa sen viene, Sul mar culta e ferace.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2: Per insegnar loro che stimasser proprio ogni culto terreno che porta frutto.
Esempio: Spolv. Colt. Ris. 1, 193: Dove ben colto e grasso Trovi [il riso] ostello e perenni e tepid'acque.
Esempio: Pindem. Poes. 393: Chiunque ha l'alma di tristezza ingombra Queste venga a veder culte colline.
Definiz: § II. Quindi in forza di Sost., e poeticam., pure parlandosi di terreni, vale La parte coltivata. –
Esempio: Tass. Gerus. 16, 10: Stimi (sì misto il culto è col negletto) Sol naturali e gli ornamenti e i siti (del giardino d'Armida). Di natura arte par, che per diletto L'imitatrice sua scherzando imiti.
Definiz: § III. Pure per Coltivato; detto di piante, alberi, e simili. –
Esempio: Tass. Gerus. 15, 35: Credea volontarie e non arate Qui partorir le terre, e 'n più graditi Frutti, non culte, germogliar le viti.
Esempio: Pindem. Poes. 42: Ecco sfilarsi Mille viali di ben culte piante.
Definiz: § IV. Figuratam., detto di persona, vale Ben disposto negli abiti e in tutto l'esteriore della persona, Pulito, Ornato. –
Esempio: Nannin. Epist. Ovid. 41: E stien pur lunge i giovanetti adorni, E qual femina vil lisciati e colti.
Esempio: Segner. Mann. febbr. 10, 1: Assettarsi onorevolmente, star composto, star culto.
Definiz: § V. E con relazione a cose morali, significa Gentile, Ben temperato o educato, e simili. –
Esempio: Ar. Rim. 1, 273: Qual forte usbergo è del suo cor più sodo?... Vedi tu in altri costumi sì culti? Gli puoi tu in sì vil cosa esser cortese, Che amplissima mercè non ti risulti?
Esempio: Pindem. Poes. 167: Già dall'orecchio, anche più culto, all'occhio Il piacer, tralignando, era passato.
Definiz: § VI. E detto di scrittore, o di scrittura, parole, stile, e simili, vale Ornato, Elegante, Eletto, Forbito. –
Esempio: Castigl. Corteg. V. 3: Meglio scrisse quando si lasciò guidar solamente dall'ingegno ed instinto suo naturale,... che quando con diligenza e fatica si sforzò d'esser più culto e castigato.
Esempio: E Castigl. Corteg. V. 39: La scrittura conserva le parole, e le sottopone al giudicio di chi legge e dà tempo di considerarle maturamente. E perciò è ragionevole che in questa si metta maggior diligenza, per farla più colta e castigata.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 222: Qual dotta lingua omai, qual divo ingegno, Qual penna culta, quali ornati inchiostri Far potran mai, che ec.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 3, 145: Perchè le sue parole ornate e colte L'avean nociuto mille e mille volte.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 188: Conchiuggo che voi siete non solamente dotto e fondato scrittore, ma culto ed elegante e nell'una e nell'altra lingua.
Esempio: Red. Lett. 1, 224: E pure Fra Guittone di Arezzo fra que' primi primi fu il più colto.
Esempio: Mann. Lez. ling. tosc. 112: Il poeta sovrano, culto a dismisura in tutto ciò che nel suo Canzoniere concerne la favella toscana.
Definiz: § VII. Dicesi comunemente di persona, per Istruito, Adorno di buoni studj, di cognizioni, e simili. –
Esempio: Segner. Pred. 73: Così conviene che confessiate pure, se pur siete uomini, ed uomini specialmente sì ingenui d'indole, sì civili, sì culti, come vi descrive la fama.
Esempio: Crudel. Pros. 159: Un'Italiana vivace e culta, tenera nello stesso tempo, costante e impetuosa nell'amore.
Esempio: Giacomell. Carit. 30: Dionisio il più ricco, il più nobile, e il più culto di tutti gl'Ionj.
Esempio: Pindem. Poes. 343: Ne' gabinetti aurati Delle più culte Parigine donne Troverà dolce loco (un libro).
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 82: È un culto spirto, un animo gentile, Che del gusto si nutre all'aureo vaso.
Definiz: § VIII. Dicesi pure di nazione, paese, o simili, e vale Che fiorisce per istudj e civiltà, Civile. –
Esempio: Bart. D. Cin. 1, 10: Gente.... vivente alle più savie leggi umane, che dettar si possan da uomini senza legge divina: e ciò non interrottamente in diverse età anch'ella diversa, ed or salvatica, or colta; ma sempre ugualmente disciplinata ec.
Esempio: Magal. Lett. scient. 187: Pare altresì.... che tutte le nazioni culte, e amanti delle lettere, siano state della comune antica opinione.
Esempio: Lampr. Filos. ant. Etr. 9: Gli Etruschi furono, senza alcun dubbio, una delle più antiche, più culte e più famose nazioni, che abitasser l'Italia.
Esempio: Pindem. Poes. 298: Molta io trascorsi Europa culta, e poco.... il nome Di tuo caldo seguace a me non valse.
Esempio: E Pindem. Poes. 481: Detto antico o recente io non incontro Appo barbara o culta nazïone, Che ec.
Definiz: § IX. E usato alla latina, per Tenuto in onore, Venerato. –
Esempio: Car. Eneid. 4, 314: Cento gran tempj e cento pingui altari Avea sacrati, e di continui fochi Mantenendo a gli Dei vigilie eterne, Di vittime di fiori e di ghirlande Gli tenea sempre riveriti e colti.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 1, 356: Passò tant'oltre l'eretica frenesia, ch'esponendosi da loro in quell'empia scena le sacre imagini, e più quelle che prima nelle chiese eran le più frequentate e più culte, dopo averle derise con mille scherni, le fermavano al bersaglio degli archibugj loro.