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Dizion. 5° Ed. .
LEZZO
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pag.305
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LEZZO. Definiz: | Sost. masc. Mal odore, acuto e nauseante, proveniente da corpo animale; e dicesi più specialmente di persona che non si tenga pulita, o delle sue vesti. Da olezzo, per antifrasi ed aferesi. – |
Esempio: | Bocc. Laber. 228: Nè altrimenti posso dire del lezzo caprino, il quale, quando da caldo e quando da fatica tutta la corporea massa incitata, geme e spira. | Esempio: | Not. Malm. 1, 283: Propriamente lazo è un odore che dispiace, il quale non nasce da corpo corrotto,... ma è odore naturale; e procede da sudore o da altra evaporazione, che getta un corpo, benchè non sia corrotto: onde quello che si sente dal becco e dalla capra vivi, si dice lezzo; e quello, che si sente da' medesimi, quando son morti e corrotti, si dice puzzo, o fetore o sito di stantio.... Questo lezzo, così detto da olezzo, è proprio quello che i Latini dicono virus. |
Esempio: | Forteguerr. Cap. 198: E tale il crine or s'inzafarda e incenera Con polveri odorose e di gran prezzo,... Che tra poco vestita con disprezzo La vederai pestar fango minuto E, d'ambra invece, odoracchiar di lezzo. |
Definiz: | § I. E per estensione, Quel mal odore che viene da vasi, specialmente da cucina o da tavola, lasciati senza lavare, o lavati poco bene; da pietanze mal cucinate; e simili. – |
Esempio: | Magal. Lett. scient. 79: Averle (le starne), dopo avviate a cuocere, levate da fuoco per trattenerle, quando il sugo era già cominciato a venire alla pelle, e quivi raffreddatosi, preso un non so che di lezzo, che col rifritto del nuovo tornasi a struggere, le aveva.... rendute detestables ec. |
Definiz: | § II. E in più largo senso, per Qualsiasi cattivo odore, Fetore, Puzzo. – |
Esempio: | Dant. Inf. 10: Lasciammo il muro, e gimmo in ver lo mezzo Per un sentier ch'ad una valle fiede, Che in fin lassù facea spiacer suo lezzo. |
Esempio: | But. Comm. Dant. 1, 293: Suo lezzo, cioè sua puzza e lo lezzo che uscia del settimo cerchio. |
Esempio: | Buonarr. Fier. 1, 2, 2: Non vo' io ch'e' (il medico) mi fonda Più negli orecchi di cotanti mali Le fetide materie. E se pel dosso Penetrato n'è 'l lezzo, e ci ha appestati, Andiam di grazia a svaporarlo al fiume (qui in locuz. figur.). |
Esempio: | Cap. L. Mofet. 171: I ladri in contado volendo senza romore imbolare i polli, van di notte tempo sotto gli alberi ove quelli ricoverano, e quivi bruciando della polvere del solfo, col fummo di quello fannogli a terra stramazzare; ma di vero, se ciò fa cadere i polli, egli avviene, perocchè ritrovandosi quelli nel sonno involti, colti improvviso dal lezzo e dalla vampa del solfo, svegliandosi spaventati, ec. |
Esempio: | Salvin. Annot. Fier. 382: Lezzo, da olezzo; ma questo si prende per buono odore, quello per orrendo. |
Definiz: | § III. E figuratam. – | Esempio: | Ar. Orl. fur. 22, 97: L'ardita Bradamante.... Giunto avea Pinabello...; E cento volte gli avea fin a mezzo Messo il brando pei fianchi e per lo petto. Tolto ch'ebbe dal mondo il puzzo e 'l lezzo Che tutto intorno avea il paese infetto, ec. |
Definiz: | § IV. Pur figuratam., specialmente nella maniera Venire di checchessia, o Andarne, il lezzo, per Aversene scandalo, vituperio, schifo, e simili. – | Esempio: | S. Ag. C. D. 1, 182: Silla, delli cui costumi, vita e fatti, scritti da Sallustio e dalli altri scrittori, a cui non venga lezzo? (il lat. ha: quis non exhorreat?). |
Esempio: | Petr. Rim. 2, 272: Già non fostù nudrita (apostrofa la Corte pontificia) in piume al rezzo; Ma nuda al vento, e scalza fra li stecchi: Or vivi sì, ch'a Dio ne venga il lezzo. |
Esempio: | Sacch. Rim. G. 36: Faenza, quale ài fatta sì tapina, A barberi impegnasti; ed in quel prezzo S'inchiuson gli adulterj e la rapina. E tu, che se' pel ciel vicario in terra, Non pensi che a Lui ne vegna lezzo; Chè per lo tuo difetto, sente e vede Il popol suo cercar l'altrui merzede? | Esempio: | Ar. Orl. fur. 18, 23: Ma la ragione al fin la rabbia vinse Di non far sì ch'a Dio n'andasse il lezzo. |
Definiz: | § V. E per Lordura, Sudiciume. – |
Esempio: | Lipp. Malm. 3, 54: E lasciati di già gli stenti e il lezzo, Profumata si sta nella pasciona. |
Definiz: | § VI. E figuratam. – | Esempio: | E Segner. Incred. 12: E una dottrina sì misera, che si apprende unicamente nel lezzo e ne' lupanari, sarà la vera? |
Esempio: | E Segner. Mann. nov. 12, 3: E però se tu, per disgrazia, ti trovi immerso ne' peccati di senso fino alla gola, falla pure (la limosina), chè molto ti gioverà ad ottener da Dio grazia di uscir dal lezzo in cui giaci. Ma altro è far la limosina, a fine di ottener da Dio grazia d'uscir dal lezzo: altro è farla, a fine di ottener grazia di giacere in tal lezzo fino alla fine, e dipoi salvarsi. |
Definiz: | § VII. E per Melma, Limaccio, Sedimento immondo delle paludi, de' fossi, e simili: ma non è di uso comune. – |
Esempio: | Chiabr. Firenz. 1, 22: Ben tal or sorge, e per le nebbie orrende Vola con alto suon, vampa focosa, Ma vampa che tra i lezzi egra risplende, Grave a sentirsi, a rimirarsi odiosa. | Esempio: | Bart. D. Op. mor. 29, 1, 195: Ricoprendo il Nilo, che ogni anno versa e allaga, i poderi d'ognuno, e cancellandone i confini, per lo gran lezzo elle mena. |
Esempio: | Spolv. Colt. Ris. 2, 360: E formar tutto un piano, entro cui ponno Rari ordinarsi i vangator ne l'acqua, Per sollevarne il torbo umido lezzo, Che cadendo sul gran lo involva, e asconda De gli augelli voraci al morso ingordo. |
Esempio: | Varan. Vis. poet. 5: La terra stessa non appar mai scarca Di sordidezza marcida e di lezzo, E il piede ognor vermi e putredin varca. |
Definiz: | § VIII. E figuratam. – |
Esempio: | Dav. Lett. 546: Poichè la volgar lingua, che nacque di corrozione, tutta soza, plebea, gualma, lezzo, posatura, fondaccio, et quid non? si vede oggi alzata a tanto splendore. |
Esempio: | Pallav. Perfez. crist. 505: Onde veggiamo che molti (lussuriosi) giacciono sì tenacemente ravvolti nel lezzo, che i vocaboli di catena, di servitù, di giogo, usati da' poeti, convengon loro per verità e non per amplificazione. | Esempio: | Segner. Crist. instr. 2, 285: Ah dilettissimi, quanto andate ingannati tutte le volte che voi non fate differenza veruna tra peccato e peccato, e tra 'l cadere una volta sola nel lezzo ed il rivoltarvici, come gli animali più sucidi, molte e molte! |
Definiz: | § IX. Far lezzo, trovasi figuratam. e poeticam., parlandosi di strage d'uomini in guerra, per Tramandarsi da quella fetore di sangue e di cadaveri. – | Esempio: | Pulc. L. Morg. 7, 52: Fece (Rinaldo) un salto pigliare a Baiardo.... Sopra gli uomin saltò sanza riguardo, E ritrovossi al rigoletto in mezzo De' Saracin, ch'omai faranno lezzo. |
Definiz: | § X. Saper di lezzo, vale Dar sentore di lezzo, Puzzare di lezzo o come di lezzo. – | Esempio: | Montig. Dioscor. volg. 66 t.: Le chiocciole di mare son buone allo stomaco e smaltisconsi agevolmente, e quelle de i fiumi sanno di lezzo. |
Definiz: | § XI. E figuratam., Essere persona da schivarsi, da non tenersi in compagnia, e simili. – |
Esempio: | Casott. A. Celid. 1, 25: So a mente di rettorica un buon pezzo, E la filosofia non mi sgomenta, Nè manco fra' poeti so eli lezzo. |
Definiz: | § XII. E Saper di lezzo checchessia ad alcuno, pur figuratam., vale Riuscire dannoso, funesto, e ,simili. – | Esempio: | Pulc. L. Morg. 27, 58: Orlando intanto ha trovato Malducco, Che Berlinghieri ed Otton morto avea: Ma questa morte gli saprà di lezzo, Chè Durlindana lo tagliò pel mezzo. |
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