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1) Dizion. 5° Ed. .
COMPITO, con l'accento sulla prima sillaba.
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COMPITO, con l'accento sulla prima sillaba.
Definiz: Sost. masc. Ciò che viene assegnato altrui, d'opera o di lavoro qualsiasi, da farsi in un tempo determinato.
Forma varia di computo; e compito per computo si usò infatti anticamente. –
Esempio: Not. Malm. 2, 663: Compito significa propriamente porzione di lavoro o d'altro, da farsi in tanto tempo determinato: il qual compito, coloro a' quali viene assegnato da' loro superiori, procurano di compire più speditamente che possono, per godere in libertà il tempo che n'avanza.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 380: Tosto alle prime scuole passò, mostrando una finezza di giudicio sua propria e singolare, non se ne stando al comune scolastico compito.
Esempio: E Salvin. Georg. 1, 113: Fin le ragazze, che il notturno compito Filano, la tempesta ben conoscono.
Esempio: E Salvin. Focil. 161: Da' il compito allo schiavo, acciò sia grato.
Definiz: § I. Figuratam., e in senso per lo più avvilitivo, vale Ciò che altrui si ordina o comanda di fare, e il Modo del come farlo: e più che altro, coi verbi Avere avere il compito, Dare dare il compito, Ricevere ricevere il compito, e simili. –
Esempio: Salv. Granch. 5, 3: Dove tu non esca Del compito che io ti darò, Non ci sarà uno scrupolo al mondo.
Esempio: Dav. Tac. 1, 334: A ogni poco il garriva o motteggiava, che egli era ne' pupilli, aveva il compito, non che imperio, non libertà.
Esempio: E Dav. Tac. 2, 151: Gli darebbe bene un buon consiglio di non fare il satrapo co' principi; non dar il compito a Vespasiano vecchio, trionfatore, e padre di figliuoli non più fanciulli.
Definiz: § II. Pur figuratam., Ufficio particolare, o Incombenza determinata, assegnata ad alcuno. –
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 9, 12: A ciascuna [delle Parche] il suo compito commise Il Fato mastro con parlar confuso.
Definiz: § III. Riferito a cose che servano agli usi e alle necessità della vita, vale Quel tanto che è assegnato altrui a tale effetto. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 248: È ella fresca (l'acqua)? M. L'è di quella che m'è avanzata a desinare, del compito che mi dà il vecchio.
Definiz: § IV. A compito, coi verbi Avere avere a compito, Dare dare a compito e simili, vale Da farsi come compito o per compito. –
Esempio: Cecch. Esalt. 2, 4: Tre fusa al buio ha da filar la fante A compito.
Definiz: § V. E riferito a cose che servano ai bisogni della vita, e specialmente al vitto, vale Misuratamente, Con istretta parsimonia, Per l'appunto. –
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 96: Non vuo'.... Il pan a conto e 'l vin con la misura, Ed a compito aver fin la lucerna.
Definiz: § VI. E figuratam. –
Esempio: Salvin. Disc. 2, 141: Non ha la prosa le sillabe a compito, non i ceppi della rima.
Esempio: Fag. Comm. 5, 461: Io l'ho sempre adoprate [queste cose, cioè li occhi, le orecchie e la lingua] senza suggezione, quando m'è venuto fatto: ora questo avere a badare a adoperarle a compito, quando sì e quando no, mi suol render difficile.
Esempio: E Fag. Rim. 1, 83: Basta, io son degno d'essere scusato, Perchè a parlare a compito e a miccino, S'io ve l'ho a dir, non mi son mai trovato.
Esempio: E Fag. Rim. 5, 15: Il fato mi dà a compito la gioia, I guai a darmi in quantità non bada.
Definiz: § VII. A compito, in modo scherzevole ed equivoco, si disse per Compitando. –
Esempio: Pulc. L. Son. 21: Che tu non sai, dolciata mia badessa, A compito ancor ben mezza la Messa.
Esempio: Ar. Comm. 2, 71: Io ti domando che m'insegni Erostrato. G. A compito o a distesa?
Esempio: E Ar. Comm. 2, 301: Non sapea leggere Nella tavola il Pater pure a compito.
Esempio: Lipp. Malm. 8, 58: A compito leggendo, finalmente Il sunto apprende.
Esempio: Nat. Malm. 2, 663: A compito leggendo. Leggere a compito, è quello Accoppiar le lettere e sillabe, che fanno i fanciulli, quando cominciano a imparare a leggere: il che si dice Compitare.
Definiz: § VIII. Per compito, col verbo Rendere rendere per compito, o altro simile, trovasi usato a significare Nella quantità e nel termine in che fu assegnato il lavoro. –
Esempio: Ovid. Pist. 85: Col forte dito ti fa [la tua donna] assottigliare le grosse fila dello stame, e convienti rendere il filato per compito alla tua nuova donna. (È Deianira che parla ad Ercole.)