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AUGURIO.
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AUGURIO.
Definiz: Sost. masc. Ogni segno, indizio, e presagio di cosa futura, che gli antichi prendevano più specialmente dagli uccelli.
Dal lat. augurium. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 300: Or tristi augurj, e sogni e pensier negri, Mi danno assalto.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 401: Con Griselda n'andarono in camera, e con migliore augurio trattile i suoi pannicelli, d'una nobile roba delle sue la rivestirono.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg.: Questo s'appartiene generalmente ad augurio, il quale è detto a garritu avium.
Esempio: Sacch. Op. div. 25: Augurj sono: quando uno fa viaggio, e una donnola gli attraversa la via, dice far mal viaggio.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 29: La qual cosa mi rivoltino i cieli in felice augurio.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 8: Ma se tu cadi (tolga il ciel gli augurj), Or chi sarà che più difenda i muri?
Definiz: § I. Per Desiderio, Voto, che una cosa sia o accada. –
Esempio: Segner. Pred. 256: Quali altri augurj volete voi ch'io io qui faccia, se non di prosperità, di vita lunga, di stagioni propizie, di messi liete?
Esempio: E Segner. Pred. 542: Si morì, e fe que' tanti lieti augurj ad un'ora restar bugiardi.
Definiz: § II. Per l'Arte di prender gli augurj. –
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 175: Prese una gentil donna de' Tarquinj strutta nello augurio.