1)
Dizion. 5° Ed. .
AUGURIO.
Apri Voce completa
pag.847
Vedi le altre Edizioni del Vocabolario |
|
|
|
AUGURIO. Definiz: | Sost. masc. Ogni segno, indizio, e presagio di cosa futura, che gli antichi prendevano più specialmente dagli uccelli. |
Dal lat. augurium. – Esempio: | Petr. Rim. 1, 300: Or tristi augurj, e sogni e pensier negri, Mi danno assalto. | Esempio: | Bocc. Decam. 8, 401: Con Griselda n'andarono in camera, e con migliore augurio trattile i suoi pannicelli, d'una nobile roba delle sue la rivestirono. | Esempio: | Sacch. Op. div. 25: Augurj sono: quando uno fa viaggio, e una donnola gli attraversa la via, dice far mal viaggio. | Esempio: | Firenz. Pros. 2, 29: La qual cosa mi rivoltino i cieli in felice augurio. |
Esempio: | Tass. Gerus. 12, 8: Ma se tu cadi (tolga il ciel gli augurj), Or chi sarà che più difenda i muri? |
Definiz: | § I. Per Desiderio, Voto, che una cosa sia o accada. – |
Esempio: | Segner. Pred. 256: Quali altri augurj volete voi ch'io io qui faccia, se non di prosperità, di vita lunga, di stagioni propizie, di messi liete? |
Esempio: | E Segner. Pred. 542: Si morì, e fe que' tanti lieti augurj ad un'ora restar bugiardi. |
Definiz: | § II. Per l'Arte di prender gli augurj. – |
Esempio: | But. Comm. Dant. 3, 175: Prese una gentil donna de' Tarquinj strutta nello augurio. |
|