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1) Dizion. 5° Ed. .
COMPIACENZA.
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COMPIACENZA.
Definiz: Sost. femm. Piacere grande o Diletto, che si prende in checchessia, e specialmente in quel che abbiamo o facciamo noi stessi.
Ha origine comune con compiacere. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 151: Del corpo hai compiacenza; Fatto l'hai tuo amadore.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 304: Come, dunque, ha da trovare ora luogo nel mio cuore il rancore contro di uno, che sarà una volta eternamente oggetto beato delle mie compiacenze?
Esempio: Red. Lett. 1, 179: Se egli non fosse stato rapito da una dolce insieme e superba compiacenza nel vedere che V. S. non isdegnava di camminar per quelle stessissime orme.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 172: Odiano la dissimulazione e provano compiacenza nell'affermare, anche contro se stessi, il vero.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Con quanto ardor, con quanta compiacenza, Colgo un grappolo d'uva o un pomo aurato.
Definiz: § I. Vale anche Buona volontà di rendere servigio ad altri; ed anche Desiderio di piacere ad alcuno, di contentarlo, Favore: nel qual ultimo senso più comunemente si adopera nella maniera Per compiacenza. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 172: Questo fu lo primo che si desse a' nostri rettori. Volesse Dio che oggi si dessono discretamente, come per li tempi passati si davano! Allora si davano per rimunerare la virtù; oggi per compiacenza o per amistà.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 485: Adulazione, o vero lusinga, è compiacenza mostrata al prossimo, con parole o con atti contra la verità.
Definiz: § II. Si usò per Adulazione. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 236: Credete voi ch'io abbia dette queste parole per indovinatico? ovvero ch'io voglia dare loda e compiacenza? No; anzi dico la verità, chè lo so per fermo che io sono suo servo, e fui mandato da Dio per apparecchiare la via dinanzi a costui.
Definiz: § III. Onde Andare a compiacenza, si disse per Andare a' versi, Adulare. –
Crusc. Vocab. I.
Definiz: § IV. Avere la compiacenza di fare checchessia, vale Degnarsi di farlo, Acconsentire a farlo, ancorchè non obbligato: ed usasi più comunemente come maniera cortese di pregare alcuno a fare una data cosa. –
Esempio: Crudel. Rim. 90: Direte al Conte, Che si pieghi ad aver la compiacenza Di lasciarlo venire.
Definiz: § V. Fare checchessia a compiacenza d'alcuno, vale Farlo a fine di far cosa grata a quello. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 8, 191: E benchè i processi del nostro Capitano [Paolo Vitelli] in quella provincia [nel Casentino] fussino e felici e industriosi, nondimeno.... si accrebbe molto nel popolo la opinione cattiva conceputa di lui la state passata, come se e' volessi a compiacenza del Duca tenere la guerra viva.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 197: Non può essere incolpato (secondo mi pare) di cosa alcuna, della quale non siano più colpevoli i due Cardinali esecutori dell'opera, e gli agenti di quel tempo, che consentirono a quietarlo e disobbligarlo, come fecero a compiacenza delli due Pontefici, e, com'esso dice, contra sua voglia.
Definiz: § VI. Parlare a compiacenza, Conversare, o simili, a compiacenza, vale Parlare col secondo fine di piacere altrui, anche contro il vero ed il giusto: ma è maniera oggi non molto comune. –
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 219: Biasimando l'adulare ed il parlare a compiacenza.
Esempio: Car. Trad. gr. 44: Conversando con questi in un modo, e con quelli in un altro, e con tutti a compiacenza.
Esempio: E Car. Trad. gr. 55: I principi domandano quel d'altri, e i giudici parlano a compiacenza.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 1, 153: Deesi aver sospetta la conversazione continua di quelli che sempre parlano a compiacenza.