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Dizion. 4° Ed. .
SCALDARE
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SCALDARE.
Definiz: | Indurre il caldo in checchessia; e si usa nell'att. nel neutr. e nel neutr. pass. Lat. calefacere. Gr. θερμαίνειν. |
Esempio: | Dant. Inf. 29. Io vidi due sedere a se appoggiati, Come a scaldar s'appoggia
tegghia a tegghia. |
Esempio: | E Dan. Par. 21. Le pole insieme al cominciar del giorno Si
muovono a scaldar le fredde piume. |
Esempio: | E Dan. Par. 24. Non scaldò ferro mai, nè battè ancude.
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Esempio: | Bocc. nov. 77. 51. Se il sole comincia a scaldare, ricorditi del freddo, che tu a
me facesti patire. |
Esempio: | Lab. 170. Nè che troppo abbia il forno la fornaia scaldato. |
Esempio: | Tes. Br. 3. 5. Se ne debbe guardare d'acque salse, e nitrose, perciocch'elle
scaldano, e seccano, e peggiorano il corpo. |
Esempio: | Nov. ant. 100. 2. Quando egli era scaldato di vino, e di vivanda, ed ella disse.
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Definiz: | §. Per metaf. Lat. accendere, inflammare. Gr. καίειν. |
Esempio: | Dant. Par. 3. Quel sol, che pria d'amor mi scaldò 'l petto. |
Esempio: | E Dan. Purg. 21. Al mio ardor fur ferme le faville, Che mi
scaldar della divina fiamma. |
Esempio: | E Dan. Purg. appresso: Or puoi la quantitate Comprender
dell'amor, ch'a te mi scalda. |
Esempio: | Petr. son. 226. Non è sì duro cor, che lagrimando, Pregando, amando, talor non si
smova, Nè sì freddo voler, che non si scalde. |
Esempio: | E Petr. son. 311. Non è chi faccia e paventosi, e baldi I miei
pensier, nè chi gli agghiacci, e scaldi. |
Esempio: | E N. ant. stamp. ant. appresso: Il cavaliere ebbe il pregio
dell'arme, scaldossi d'allegrezza. |
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