Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 4° Ed. .
CAPPELLACCIO.
Apri Voce completa

pag.556


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
CAPPELLACCIO.
Definiz: Peggiorat. di Cappello. Lat. immanis petasus. Gr. πέτασος ἀείκελιος.
Esempio: Morg. 17. 46. Un cappellaccio, ch'egli avea giù balza Per la percossa, che sì aspra fue.
Esempio: E Morg. 26. 48. Ed avean pur le più strane armadure, E i più stran cappellacci quelle genti.
Esempio: Ciriff. Calv. 2. 67. In testa aveva un certo cappellaccio Di bronzo, che pareva una campana.
Definiz: §. I. Fare un cappellaccio a uno, o Dare un cappellaccio a uno, è Darli, o Farli un rabbuffo, e Farlo rimanere in vergogna. Lat. increpare, obiurgare. Gr. ὀνειδίζειν.
Esempio: Varch. Ercol. 70. Però diremo, che fare un cappellaccio, ovvero cappello nella materia, della quale ragioniamo, ad alcuno, è darli una buona canata, e farli un bel rabbuffo colle parole, o veramente farlo rimanere in vergogna, avendo detto, o fatto alcuna cosa ec. meglio di lui.
Esempio: Buon. Fier. 2. 2. 1. Un lavacapo, Secondo me, non gli è mancato, e tocco Ha qualche cappellaccio.
Definiz: §. II. Cavare un cappellaccio a uno, vale Inventare una cosa, che gli faccia vergogna. Lat. probrum in aliquem comminisci. Gr. λοιδορεῖν τινα.
Definiz: §. III. Cappellaccio, diciamo anche un Albero coperto di viti.
Esempio: Dav. Colt. 196. Vetrici, oppi, saliconi, e tutti gli alberi buoni a far cappellacci.