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Dizion. 4° Ed. .
CAPPELLACCIO.
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CAPPELLACCIO.
Definiz: | Peggiorat. di Cappello. Lat. immanis petasus. Gr. πέτασος
ἀείκελιος. |
Esempio: | Morg. 17. 46. Un cappellaccio, ch'egli avea giù balza Per la percossa, che sì aspra
fue. |
Esempio: | E Morg. 26. 48. Ed avean pur le più strane armadure, E i più
stran cappellacci quelle genti. |
Esempio: | Ciriff. Calv. 2. 67. In testa aveva un certo cappellaccio Di bronzo, che pareva
una campana. |
Definiz: | §. I. Fare un cappellaccio a uno, o Dare un cappellaccio a uno, è Darli,
o Farli un rabbuffo, e Farlo rimanere in vergogna. Lat. increpare, obiurgare. Gr.
ὀνειδίζειν.
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Esempio: | Varch. Ercol. 70. Però diremo, che fare un cappellaccio, ovvero cappello nella
materia, della quale ragioniamo, ad alcuno, è darli una buona canata, e farli un bel rabbuffo colle parole, o veramente
farlo rimanere in vergogna, avendo detto, o fatto alcuna cosa ec. meglio di lui. |
Esempio: | Buon. Fier. 2. 2. 1. Un lavacapo, Secondo me, non gli è mancato, e tocco Ha
qualche cappellaccio. |
Definiz: | §. II. Cavare un cappellaccio a uno, vale Inventare una cosa, che gli faccia vergogna. Lat.
probrum in aliquem comminisci. Gr. λοιδορεῖν
τινα. |
Definiz: | §. III. Cappellaccio, diciamo anche un Albero coperto di viti. |
Esempio: | Dav. Colt. 196. Vetrici, oppi, saliconi, e tutti gli alberi buoni a far
cappellacci. |
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