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1) Dizion. 5° Ed. .
OHIMÈ e OIMÈ.
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OHIMÈ e OIMÈ.
Definiz: Interiezione ed Esclamazione che si usa ad esprimere dolore fisico.
Da ohi od oi, ed il pronome me. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 4, 150: Oimè, anima mia, aiutami, chè io muoio; e così detto, ricadde in terra sopra l'erba del pratello.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 168: Se' tu vivo? E quello dice: Oimè, per Dio! tirate la fune ed io m'atterrò a essa per uscire di qui. E 'l porco in quell'ora anco l'assanna; ed egli si volge in su: Oimè, tirate, chè, se voi non tirate, io son morto.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 8: Forte gridando: Oimè, ch'io vado a Scesi Pel mal che viene in bocca alla gallina.
Esempio: Not. Malm. 1, 223: Oimè. Voce, che esprime afflizione.... di corpo.
Esempio: E Not. Malm. 2, 608: Oimè! Esclamazione, che esprime.... dolore.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 120: Ah dottor mio, che scosse! ohimè che pene, Che stiramenti per la vita io provo!
Definiz: § I. E usata ad esprimere dolore morale. ‒
Esempio: Dant. Inf. 17: Come il falcon ch'è stato assai sull'ali, Che senza veder logoro o uccello, Fa dire al falconiere: Oimè tu cali: Discende lasso.... Così ec.
Esempio: Petr. Rim. F. 257: Oimè il bel viso, oimè il soave sguardo, Oimè il leggiadro portamento altero, oimè il parlar ec.
Esempio: E Petr. Rim. F. 259: Oimè, terra è fatto il suo bel viso.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 132: Oimè, Fortuna fella, (Dicea) che cambio è questo che tu fai?
Esempio: Cellin. Vit. 189: Più volte mi disse: Oimè, crudelaccio! tu ci vuoi pure immortalare questo arrabbiato tiranno.
Esempio: Tass. Gerus. S. 8, 68: Che spettacolo, oimè, crudele e duro!
Esempio: Lipp. Malm. 7, 82: Oimè! le mie stoviglie e il vin di Chianti, Ch'io tolsi in dar la caccia a un vetturale, A cagion di quel tristo graffiasanti, In un tempo è versato e ito male.
Esempio: Not. Malm. 1, 223: Oimè. Voce, che esprime afflizione d'animo.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 18: L'orribil fiera viene, E il gallo canta. Or bene Teme, fugge il Leone? Oimè! no: ma si pone Più feroce di pria A far macelleria.
Esempio: Leopard. Poes. 33: Oimè quante ferite, Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio Formosissima donna.
Esempio: E Leopard. Poes. 92: Pesami, è vero, Che te perdo per sempre. Oimè per sempre Parto da te.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 253: Ohimè son cieco! È ver che non son solo.
Definiz: § II. Si usò a denotare denegazione o disapprovazione, con stupore, ripugnanza, scandalo, o simili. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 1, 133: Oimè, messere, o voi mi parete uom di Dio, come dite voi coteste parole?
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 43: Oimè! disse l'altra, che è quello che tu di'? non sai tu che noi abbiam promessa la virginità nostra a Dio?
Definiz: § III. E ripetuto per maggiore efficacia ohimè, ohimè. ‒
Esempio: Panzier. Tratt. 31: Oimè oimè oimè, quanta è la differenzia infra così inconsiderabili contrarietadi.
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 47: Oimè oimè, oimè fuor d'ogni prosperitade!
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 103: Oimè, oimè, che male è questo? Che la furia ed ebrietà del peccato dia tanta fortezza a' rei.
Esempio: Bocc. Ninf. Fiesol. 2, 60: E sì lo punson gli amorosi sproni, Che, oimè, oimè, per tre volte gridava.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 7: Non ci giova il ritirarci indietro, Ch'ei vengono a trovarci, e ei son sopra, Quasi divoratori: oimè! oimè!
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 95: Ma lagrimevoli forti lamenti.... Alzava il platano gridando: ohimè! ohimè! me misero! misero me! Ho perso ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 571: Alla Malanotte, trovarono un altro picchetto d'armati, ai quali don Abbondio fece una scappellata, dicendo intanto tra sè: ‒ ohimè, ohimè: son proprio venuto in un accampamento!
Definiz: § IV. Pure per maggiore efficacia, unito a qualche aggiunto, come ohimè lasso, ohimè misero, ohimèinfelice, e simili. ‒
Esempio: Cin. Rim. 41: Oimè lasso, io non pensai Che questa fusse di tanto valore.
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 47: Oimè tristo!... Oimè, a cui è dato a provare ciò, che nel mondo nuoce.
Esempio: Petr. Rim. F. 10: Prendo allor del vostr'aere conforto, Che 'l fa gir oltra, dicendo: Oimè lasso!
Esempio: E Petr. Rim. F. 20: Ella ne l'usata sua figura Tosto tornando, fecemi, oimè lasso, D'un quasi vivo e sbigottito sasso.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 168: Oimè, lassa me, dolente me, in che mal'ora nacqui, in che mal punto ci venni!
Definiz: § V. Si usa pure in forza di Sost., così declinabile come indeclinabile. ‒
Esempio: Cont. Rim. ined. 16: De' sospiri e de' oimè non ti dimando; Chè so che mille e mille ella n'ha tratti.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 3, 231: Qual fu cagion di tanti e tanti ohimei.
Esempio: Tass. Gerus. S. 12, 96: Al fin sgorgando un lagrimoso rivo, In un languido oimè! proruppe, e disse: O ec.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 81: Corse la levatrice, ed in effetto Fra mille oimè, se' soldi, e dogliennora, Partorigli una bella piscialletto.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 26: Rusignoli, corvette, passagoli d'oimè, sospiri in quilio,... furono gli sfoghi di noi miseri ingannati.
Esempio: Red. Poes. 260: E mi rido de' lor pianti, De' sospiri e degli oimè.