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Dizion. 1° Ed. .
DADO
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DADO.
Definiz: | pezzuol d'osso di sei facce riquadrate, e in ognuna è segnato un numero, cominciandosi dall'uno, infino al sei, e
si giuóca con esso a zara, e ad altri giuochi di sorte. Lat. tessera. Gr.
κύβος. |
Esempio: | Bocc. n. 1. 8. giucatore, e mettitor di malvagi dadi era solenne. |
Esempio: | Passav. 340. Nel tor cedole, o suggelli a rischio, o a ventura, o nel gittar dadi.
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Definiz: | ¶ Pigliare i dadi a uno, detto proverbiale, vale, impedirgli l'operazione, tolta la metafora dal
parare i dadi a chi giuoca con essi. Lat. impedire, prohibere. |
Esempio: | M. V. 4. 15. Il perchè il valente cavaliere, veggendo, che gli erano presi i
dadi, e che non poteva far niente di suo intendimento, lasciò l'uficio. |
Definiz: | DADO. si dice anche a un pezzo di pietra o di legno quadrato, e fatto a similitudine del dado, con che si giuóca:
e anche si dice DADO a una sorta di strumento, col quale si tormentano gli huomini, strignendo loro, con esso, le noci
del piede. |
Definiz: | Diciamo proverbialm. trattandosi di persona, che abbia fatte di molte scelleratezze, e, in cambio d'ammendarsi,
continui di far peggio: e' tira pel dadotirare pel dado. |
Esempio: | Morg. Quel che si ruba non s'ha a saper grado, E sai ch'io comincio ora a trar pel
dado. |
Definiz: | Diciamo anche Scambiare i dadi, o le carte, che è ridíre in altro modo quello, che s'è detto altra
volta, per ricoprirsi. |
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