Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
DADO.
Apri Voce completa

pag.12


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
» DADO.
DADO.
Definiz: Sost. masc. Piccolo cubo, per lo più d'osso o d'avorio, in una delle cui faccie è segnato un punto, e nell'altra progressivamente un punto di più, tanto che nella sesta faccia sono sei punti; col quale giuocasi a varj giuochi di sorte.
Molto probabilmente dal lat. datum, quasi Getto dei dadi: datum significò Mossa d'un pezzo al giuoco degli scacchi: il provenzale ha datz, dat; e l'esempio del Bartoli, che qui si allega nel tema, ha nelle prime edizioni dato, che poi l'autore stesso mutò in dado. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 248: L'altra maniera d'indovinamento sanza espressa invocazione del demonio, è quando si considerano certe cose che intervengono per alcune cose fatte dagli uomini studiosamente;.... come sarebbe.... nel torre cedule o fuscegli a rischio e a ventura, o nel gittare dadi.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 120: Giucatore e mettitor di malvagi dadi era solenne.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 11, 5: Chiunque giuoca colle tavole, ovvero dadi,... pecca?
Esempio: E Cell. G. Maestruzz. volg. appr.: Se commise in esso giuoco inganno, mettendo dadi falsi, ovvero volgendoli male, e ingannevolmente gittandoli.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 296: E 'l fante mio va poi [al fornaio] per lo mio tegame; il quale giunto, e scoprendolo, poco v'avea altro che ossa. Dico al fante: Va' al fornaio, e sappi se io ho a far dadi.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 30: Bellissimo è il ritratto che d'alcuni arrabbiati giucatori fece il vescovo S. Ambrogio. Mirateli, dice egli, gittare i dadi, e alternar le vicende del vincere e del perdere con tal varietà che vi pare che la fortuna giuochi con essi non men di quello ch'essi faccian da sè. Ad ogni mutar faccia del dado, muta scena la sorte del giuoco, e si cambia il colore in volto a' giucatori.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 486: Spendere le notti e i giorni maneggiando le carte e i dadi senza risparmio.
Esempio: Parin. Poes. 104: Or l'agitar dei dadi Entro ai sonanti bossoli comincia, Ora il picchiar de' bossoli sul piano; Ora il vibrar, lo sparpagliar, l'urtare, Il cozzar de' due dadi; or delle mosse Pedine il martellar.
Esempio: Pindem. Poes. 292: Virtù, ninfa bellissima, che dadi L'intera notte non maneggia o carte.
Definiz: § I. E figuratam. per Giuoco che si faccia coi dadi; onde la maniera Fare ai dadi, per Giuocare ai dadi. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 177: Spenge in dui colpi Andropono e Conrado, Che de la notte avean goduto al fresco Gran parte, or con la tazza, ora col dado.
Esempio: E Ar. Sat. 1, 188: Diverso, al mio parere, il Bomba gracchia, E dice: abb'io pur roba, e sia l'acquisto O venuto per dado o per la macchia.
Definiz: § II. Pur figuratam. prendesi per Combinazione di punti nel tiro de' dadi, specialmente al giuoco della tavola reale; ed altresì per estensione, vale Sorte, Fortuna nel giuoco dei dadi; ma usasi solamente nelle maniere Far buoni o cattivi dadi, Far belli o brutti dadi, per Far buoni o cattivi punti; Avereil dado o Non avere il dado, per Avere o Non aver sorte; Avere il dado contro, Rivoltarsi il dado contro, per Far cattivi punti avendo disgrazia al giuoco, Farli cattivi mentre innanzi si facevano buoni.
Definiz: § III. Dado, dicesi per similit., Qualunque corpo che abbia tanto o quanto forma di dado. –
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 43: Dà noia a qualcuno, che, essendovi dentro tanto vano, che fa la forma di un tempietto,... non si sia pensato di potervi entrare, e che non si vegga di fuori;... perchè da principio pensarono di far solamente un dado solo, senza intrata alcuna.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 116: Facciasi simile il dado del fregio, ma dinanzi gli resti nella faccia un ottavo per la commettitura a piombo.
Esempio: Bart. D. Vit. Borg. 2, 40: Le mura, dadi o pani di terra creta impastata dalle lor medesime mani, e niente più che sovraposti l'uno all'altro.
Definiz: § IV. Onde Dado di case, dicesi un Fabbricato isolato e in forma quadrata.
Definiz: § V. Dado chiamasi quel Banco di forma quadrata che è nel mezzo delle sagrestie per riporvi gli arredi sacri.
Definiz: § VI. Dado dicesi anche di Qualunque cosa abbia figura cubica, e più specialmente nelle maniere Essere un dado, Fare un dado, Formare un dado, le quali significano Essere quella data cosa in forma di dado o cubo. –
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 52: Dalla mano manca della sala de' Lanzi.... s'entri nella sala degli Staffieri del Granduca, che forma un dado di quaranta braccia per ogni verso.
Definiz: § VII. Si usò per Cubo. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 3, 92: Figuratevi, p. es., un dado, un lato del quale sia, v. g., lungo due dita; sì che una delle sue faccie sarà quattro dita quadre, e tutte e sei, cioè tutta la sua superficie, ventiquattro dita quadre. Intendete poi il medesimo dado esser con tre taglj segato in otto piccoli dadi, il lato di ciascun de' quali sarà un dito, e una sua faccia un dito quadro, e tutta la sua superficie sei dita quadre, delle quali l'intero dado ne conteneva ventiquattro in superficie.
Definiz: § VIII. Term. d'Architettura. La parte inferiore della base d'una colonna, la qual parte si chiama anche Zoccolo o Plinto. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 215: Or vengo a' lineamenti de' membri in quello che sono differenziati nelle base [delle colonne]: sono questi membri il dado, i mazzocchi ed i cavetti. Il dado è quella parte quadra che sta da basso, la quale io chiamo così, perchè ella è per ogni verso quadra come un dado stiacciato.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 216: I Toscani usarono di mettere sotto alle colonne il dado non quadro, ma tondo; ma questa sorte di base non ho io mai trovato nelle opere delli antichi.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 228: Colonne messe nel piano senza mettervi sotto un dado che fosse tanto alto quanto era il piano delle basi de' pilastri posati in su le scale.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 183, 2: È stata opinione d'alcuno, che gli antichi Toscani facessero il dado, che deve stare sotto la colonna, di figura tonda;..... ma non aviamo di ciò alcun riscontro certo.
Esempio: Maff. Veron. illustr. 5, 160: Dorica è la base, non avendo la toscana, oltre al zoccolo o dado, se non toro o bastone.
Esempio: Galian. B. Vitr. 113: Se attorno al tempio.... vi si volesse alzare un parapetto, questo si farà in modo che il zoccolo, il tondino, il dado, la corona e la cimasa corrispondano colle membra del piedistallo.
Definiz: § IX. E per estensione, Qualsivoglia base a foggia di dado, sulla quale posi statua, sepolcro, od altro simil monumento. –
Esempio: Condiv. Vit. Buonarr. 18: Tra nicchia e nicchia [erano] termini, a i quali sopra certi dadi.... erano altre statue.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 52: Su' dadi i torsi, nobili sculture,... Ristaurati sono e risarciti.
Esempio: Baldin. Vit. Bern. 16: Vedesi per entro una smisurata nicchia... sorger dal piano, fra due colonne, un zoccolo o dado quadrilungo di marmo liscio tre volte replicato, o vogliamo dire a tre ordini, sopra il quale posa la gran cassa del sepolcro, di nobili membri ornata.
Esempio: Rucell. L. Eseq. 30: Dagli aggetti de' capitelli nascevano alcuni dadi per servir di piedistalli.
Definiz: § X. Nel linguaggio delle arti e de' mestieri chiamasi Dado Un pezzo quadrato di metallo, o di pietra, forato o semplicemente incavato, nel quale s'impernia, si ferma, o col quale, essendo a vite, si stringe l'estremità di checchessia. –
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 406: In cima alla gran trave.... situò un toppo dello stesso legno, nel quale fecero fermare forte un dado d'acciaio per la larghezza di un quarto di braccio in circa, ed in questo era un'apertura incavata a mezzo cerchio, nella quale un grosso palo di ferro a bilico s'introduceva.
Definiz: § XI. Dado chiamasi pure Ciascuno di quei quadrati che forman l'opera di alcuni tessuti; onde Tessuto a dadi dicesi di Qualsivoglia tessuto che abbia così fatta opera.
Definiz: § XII. E Term. d'Artiglieria. Ciascuno di que' pezzetti di piombo o di ferro cubici o quasi cubici, che un tempo servivano di munizione, i primi agli schioppi, i secondi alle piccole artiglierie, per tirar da vicino e far molta strage. –
Esempio: Legg. Band. C. 15, 296: La munizione minuta, cioè palline, gocciole, migliarole, dadi o quadrelli, o con qualunque altro nome si chiami, non si possa da persona alcuna tenere o usare.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 3, 458: Grand'era il numero de gli uccisi e feriti: perciocchè i difensori e con la grandine de' moschetti e con la tempesta maggior delle artiglierie, dalle quali uscivano picciole palle e dadi minuti di ferro in grandissima quantità, e spesso con fuochi artifiziati, rendevano sanguinosissime le operazioni della gente cattolica in ciascun di quei siti.
Definiz: § XIII. E Dado dicevasi pure un Pezzo cubico di ferro posto entro alle palle da piccole artiglierie o da grossi moschetti. –
Esempio: Biring. Pirotecn. 80: Tiran palle di ferro o di piombo col dado, dall'una alle due libre.
Definiz: § XIV. Dado, si disse anche uno Strumento col quale si tormentavano gli uomini, stringendo con esso le noci del piede. –
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 140: Fu tormentato aspramente, che in più volte ebbe circa tratti 24 di colla, ed ebbe il dado e altri tormenti assai.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 207: Ma nè corda nè dado nè stanghetta.... il poterono mai far cangiare d'opinione.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 3, 285: Or mentre stecchi e dadi e fuochi ardenti Preparano i ministri al suo martire, ec.
Definiz: § XV. Un dado, coi verbi Montare un dado, Valere un dado, Rimanere un dado, e simili, trovasi per Nulla, Niente. –
Esempio: Febuss. Breuss. 2, 31: Però che si credeano se l'universo Ad oste intorno vi fusse assembrato, E 'l castello combattessero in ongne verso,... Che un dado potesse essere pegiorato.
Esempio: Pucc. A. Centil. 20, 38: L'entrar nella città non gli era a grado, Ch'era intradetta, per la pace rotta De' Ghibellin, che non montò un dado.
Esempio: E Pucc. A. Centil. 36, 82: E poi n'andò la ruba nel contado, Ed otto dì durò, mettendo fuoco; Che dove furon, non rimase un dado.
Esempio: E Pucc. A. Centil. 44, 39: E ciascheduno avia la signoria Della città, che non valeva un dado.
Definiz: § XVI. Andare al dado, vale Mutare, colui che tira, i dadi, e dal monte prenderne altri. –
Crusc. Vocab. III.
Definiz: § XVII. Cambiare i dadi, Rivolgere i dadi, Rivoltare i dadi, e più comunemente Scambiare i dadi, e Scambiare i dadi in mano ad alcuno, sono maniere figurate che valgono Mutare con furberia i termini della questione a fine d'imbrogliar l'avversario, e fare apparire ciò che non è; ed altresì Dire o Fare il contrario di quel che s'era detto o fissato prima, interpretando a rovescio le cose dette o statuite; Fare ad alcuno un tiro destro, dando o ponendo cosa o persona in luogo di un'altra. –
Esempio: Car. Lett. ined. 2, 48: Risentendosi da bravo uomo, perchè Sua Santità gli scambiava i dadi in mano di quel ch'avea negoziato già seco.
Esempio: Varch. Ercol. 71: La qual cosa si dice ancora rivolgere o rivoltare, e tal volta scambiare, i dadi.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 336: Ma la balia Gli scambiò e' dadi, e sì vi messe in cambio La figlioccia.
Esempio: Tass. Lett. 1, 81: Ora voi mi scambiate i dadi in mano, referendomi che pare che non sia fortemente connesso.
Esempio: E Tass. Lett. 1, 107: Nel medesimo modo me ne scrisse il signor Scipione; anzi si dichiarò chiarissimamente, che così intendeva come sonavano le parole. Se poi ha cambiati a voi i dadi in mano, non ve ne maravigliate, chè meco ha fatto il medesimo, e pur io avea il carta canta; ma ciò poco rileva.
Definiz: § XVIII. Cambiare i dadi ad alcuno, trovasi per Mutarsi, Cambiarsi la sua condizione, la sua sorte, e simili. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 66: Ma alla morte dell'uno e dell'altro li dadi molto fuorono loro cambiati; chè Lazzaro fue portato dalli angeli nel seno d'Abraam, e 'l ricco fue sepulto.... in inferno.
Definiz: § XIX. Dare il dado, si usò per Tormentare con lo strumento chiamato Dado. –
Esempio: Varch. Sen. Benef. 100: Giova la buona coscienza ancora nelli stessi martori, quando si tocca della fune; giova nel mezzo del fuoco, quando si dà il dado o la stanghetta.
Definiz: § XX. Esser pari, o liscio, quanto un dado, vale Essere una cosa uguale e pari per tutto.
Definiz: § XXI. Esser pulito, netto, o simile, come un dado, vale Essere pulito, lindo; e dicesi di persona, ed anche di casa.
Definiz: § XXII. Esser segreto come un dado, è maniera ironica, che vale Non tenere il segreto; ed è tolta dallo scoprire i dadi qualche punto, qualunque sia il lato da cui si rivoltano. –
Esempio: Casott. A. Celid. 8, 9: Costor non dan mai d'un quid sentore, Fuorchè al comune, al popolo, al contado; E son segreti appunto come un dado.
Definiz: § XXIII. Fare diciotto con tre dadi, Tirare, diciotto con tre dadi, dicesi figuratam., e in maniera proverbiale, per Aver grande fortuna, Riuscire in alcun negozio con ogni vantaggio possibile; essendo il diciotto il maggior punto che possa farsi con tre dadi. –
Esempio: Lipp. Malm. 9, 2: Là gli uomin si disfanno, e chi ne scampa, Ha tirato diciotto con tre dadi.
Esempio: Fag. Comm. 2, 63: Se questo vero Spantacone non mi mette a soqquadro la casa, non mi mangia l'ossa, e mi paga, mi vuol parere d'aver fatto diciotto con tre dadi.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 66: Ho trovata la vigna del Signore, Ed ho fatto diciotto con tre dadi.
Definiz: § XXIV. Gettare il dado. – V. Tirare il dado.
Definiz: § XXV. Gettare il dado in asso, trovasi con maniera figurata, per Riuscir in una cosa nel peggiore modo possibile; essendo l'asso il minor punto del dado. –
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 51: Io sono attuffato nel mare; io getto i dadi in asso.
Definiz: § XXVI. Levare il dado, vale figuratam. Essere il primo a proporre o ad avviare checchessia. –
Esempio: Segn. B. Vit. Capp. 40: Fattasi una importantissima pratica sopra 'l mandato da darsi agli ambasciadori, Lorenzo Segni vivamente si scoperse e levò il dado, come si dice, che si dovesse dar loro 'l mandato libero.
Esempio: Varch. Stor. 1, 129: Dubitoso e sospeso, cogitando diliberò di non voler essere egli colui, che primo, per usare le parole d'oggi, questo dado levasse, ma di dover mandare innanzi a tentare il guado madonna Clarice.
Esempio: E Varch. Stor. 2, 449: Avrebbe voluto.... che un altro avesse e non egli levato questo dado, e in somma che da' cittadini fusse venuto, e non da lui, il proporre che così fare si dovesse.
Esempio: Bus. Lett. 45: Ci faceva contro assai Niccolò per paura di Iacopo, come quello che lo voleva secondare, parendogli quello che era da levare ogni dado, come e' fece.
Esempio: E Bus. Lett. 77: S'accordarono di rimettere la città in libertà;... ma Gherardo Corsini, forse per ordine suo, levò il dado;... ed egli poi si chiarì voler dare il governo al Cardinale de' Medici.
Definiz: § XXVII. Pagare il lume e i dadi, vale figuratam. Parlare del tutto, ed altresì Rendere stretto conto, Dare piena sodisfazione; e Pagare alcuno del lume e dei dadi, vale Dargli interamente il conto suo, Dargli quel che si merita; onde Pagarsi del lume e de' dadi, vale Prendersi o Aver piena sodisfazione d'alcun danno o torto ricevuto. –
Esempio: Vell. Cron. 97: Sicchè se i Pisani feciono cosa, che fosse meno che dovuta, o poco onore, io me ne pagai bene del lume e de' dadi, perocchè ne sono di peggio più d'uno milione di fiorini infino a qui, ed è paruta e pare una terra diserta, non trafficandovi che noi.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 7: Abbiate cura a una cosa, che quando voi gli appresentate al signore, ch'e' non spetezzassino a questo modo, perocchè voi potreste esser pagati e del lume e de' dadi.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 230: Grande maraviglia mi pare, che ne' dì suoi non trovasse chi lo pagasse del lume e de' dadi, come meritava.
Esempio: Pulc. L. Morg. 18, 94: Ma domattina in sul campo saremo, E so che 'l lume e' dadi pagheremo.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 250: Quel ladro mi vuole Votar la casa. S'io lo posso giungere, E' pagherà il lume e i dadi.
Definiz: § XXVIII. Piantare i dadi, o il dado, si disse per Tirarli con malizia, sicchè scuoprano il punto che si vuole. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 516: Ecco, giù il tamburo. 1.° T. E i dadi? 2.° T. Eccoli. C. Tira.... 1.° T. Ecco tirato. C. Cinque, asso: è vinta. 1.° T. Tu gli hai piantati. C. Sono un mariolo, Forse tuo pari?
Definiz: § XXIX. Pigliare i dadi ad alcuno, o Tenere, i dadi ad alcuno, vale Impedirgli di far checchessia, Togliergli il modo di operare; tolta la metafora dal parare i dadi a chi giuoca con essi. –
Esempio: Vill. M. 511: Il valente cavaliere, veggendo che gli erano presi i dadi, e ch'e' non potea fare niente di suo intendimento, lasciò l'uficio.
Esempio: Morell. Cron. 291: Quando e' vide gli erano stati presi i dadi, e che 'l suo gracchiare era da beffe, ec.
Definiz: § XXX. Scambiare i dadi, figuratam., vale Prendere una cosa per un'altra, Confondere una cosa con un'altra. –
Esempio: Borgh. V. Stud. Div. Comm. 301: E se le 'ntendessi, ne lo loderebbe sommamente, come quando egli (Dante) usa Calla ec., che il buon uomo (il Ruscelli) pensa che l'usasse per Calle, non intendendo che se lo avessi fatto, are' scambiato i dadi.
Definiz: § XXXI. Scambiare i dadi in mano. – V. Cambiare i dadi ec.
Definiz: § XXXII. Tirare diciotto con tre dadi. – V. Fare diciotto con tre dadi.
Definiz: § XXXIII. Tirare i dadi o Trarre i dadi, vale figuratam., Rimettere nella fortuna, Determinar checchessia per mezzo della sorte. –
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 1, 9: M'assido Cogitabondo sopra un grave dubbio, Poi traggo 'l dado, e vince Per la parte del sì la mia licenzia.
Definiz: § XXXIV. E Tirare, Trarre il dado, Gittare il dado, figuratam., valgono Mettersi al rischio, Tentar la sorte, Tentare un'impresa, od altresì Cominciarla; onde le maniere Il dado è tratto, Il dado è gettato, le quali si usano a significare che ora mai una data cosa è cominciata, e che non si può ritrarsene. –
Esempio: Plut. Vit. 173: È convenuto di necessità di gittare il dado per la nostra terra.
Esempio: Ross. P. Sveton. 1, 36: Ora andiamo dove ci chiamano gli ostenti de gli Iddii, e la iniquità degli avversarj: tratto è il dado.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 2, 257: Protestò ch'egli.... non potea spender più di quaranta mila scudi; benchè dipoi, tratto il dado, gliene convenisse consumare assai maggior numero.
Esempio: Giacomell. Carit. 18: Sia pure il dado tirato. Non lascerò andare questo guadagno.
Definiz: § XXXV. Tirar pel dado, o per dado; maniera che vale, Essere al principio d'una cosa, Cominciarla ora, in quel punto; detto anche di azione già cominciata, a significare la crescente intensità di essa; tolta la metafora dal giuoco, quando si rimette alla sorte il vantaggio del tiro, della mano, o simili. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 18, 183: Quel che si ruba, non s'ha assaper grado, E sai, ch'io comincio ora a trar pel dado.
Esempio: Bern. Lett. fam. 74: Ha cominciato a rovinar il cielo di pioggia, e tira per il dado di sorte, che non so ciò che mi farò.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 340: E or ch'i' pensava questi dì riposarmi, e' si trae per dado.
Esempio: Car. Lett. ined. 1, 270: Vedete quantum abest che questa faccenda s'abbia a terminare avanti al vostro arrivo, chè pur ora si comincia a trar per il dado.
Esempio: Lipp. Malm. 12, 51: Adesso è tribolata al maggior grado; E se allor pianse, or qui tira per dado.
Definiz: § XXXVI. Tirare un gran dado, vale figuratam. Avere una gran sorte, per lo più scampando da un grave pericolo. –
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 2: No' abbiam tratto un gran dado, Scampata una gran furia.