Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
DI
Apri Voce completa

pag.221


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
DI
Definiz: serve ad indicare cagione, ragione, motivo e simili, onde una cosa, un fatto, una data condizione o qualità, è, procede o dipende. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 314 var.: Egli piagneva, e di grande pietà non potea motto fare.
Esempio: Dant. Inf. 26: Vedi che del disio ver lei mi piego.
Esempio: E Dant. Purg. 13: Per gli occhi fui di grave dolor munto.
Esempio: Vill. M. 465: Furono nel verno malattie di freddo.
Esempio: Tav. Rit. 26: Venne una [donzella] la quale.... era messa di bellezza infra l'altre dame ec.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 527: Lancialotto non usava alla corte. E di ciò Lancialotto era assai più infiammato ec.
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 194: Di quella visione, essendo sano, diventò infermo.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 195: L'umiltà non può esser vinta: perocchè delle ferite rinvigorisce, delle infermità rinforza, della povertà arricchisce, del danno cresce, e della morte rivivisce.
Esempio: Petr. Rim. 1, 114: Occhi piangete; accompagnate il core, Che di vostro fallir morte sostene.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 37: Devrian della pietà romper un sasso.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 211: Colui di ciò essendo per santo adorato ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 211: Tutti di compassion lagrimavano.
Esempio: Ros. Vit. 12: Ogni cosa o del più o del meno diventa viziosa.
Esempio: Med. L. Op. 2, 145: E s'io dovessi morir di percossa, Il capo al muro per te batteria.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 46: Ferraù non perde di ciò il coraggio: Trasse la spada ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 15, 77: Fan legare il gigante alla verdura Con un'altra catena molto grossa Ad una quercia di molt'anni dura.
Esempio: Guicc. Stor. 3, 473: Fu costante opinione che in questa giornata morissero, tra di ferro e di essere affogati, fuggendo nel Tesino ec.
Esempio: Cellin. Vit. 222: Per dar qualche termine a questa cosa, mi mandorno a esaminare. Di che io fui chiamato ec.
Esempio: Fag. Pros. 55: Se pur trovasi alcuno che non voglia ire in maschera, in misero stato rimane; e.... poco men che di fame non muore.
Definiz: § I. E dipendente dal verbo Essere, compone, col termine cui regge, una maniera esprimente causalità, come Esser di onore, di utile, di danno ec.; e talora tacesi per ellissi. –
Esempio: Cavalcant. Rim. 26: Tanto da lei ripresa, Che mi sarebbe angoscia; Dopo la morte poscia Pianto e novel dolore.
Esempio: E Cavalcant. Rim. appr.: Vi sarà diletto Starle davanti ognora.
Esempio: Petr. Rim. 1, 5: Però, al mio parer, non gli fu onore ec.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 187: Nè cosa potrebbe avvenire che simile letizia mi fosse.
Esempio: Pandolf. Gov. Fam. 68: Tenere uomo o femmina rapportatore o gareggiatore in casa, vedete quanto è di danno.
Definiz: § II. E denotante opera, ministero, e simili, per cui alcuna cosa o effetto si deriva. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 150: Non dovere esser vero che ella non sapesse di cui gravida fosse.
Esempio: Car. Eneid. 1, 440: Finch'Ilia regina,... del gran Marte pregna,... produrrà gemella prole.
Definiz: § III. E denotante la ragione, il titolo, e simili, per cui si dà altrui, si paga, si computa ec., un dato prezzo, una data mercede, stipendio, e simili. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 36: Se.... tu trovassi uno altro tesoro più nobile,... e fusseti dato di questa infermità quello più nobile tesoro, non ne dovresti tu essere bene contento e bene allegro?
Esempio: Bocc. Decam. 1, 134: Avendomi recati danari, che egli mi dovea dare di panno che io gli avea venduto.
Esempio: Pass. G. Cr. 3: Che mi volete dar del mio maestro?
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 5: I detti maestri debbono avere dal detto Comune, del braccio quadro, misurando per altezza e per lunghezza,... soldi sette e denari otto di piccioli.
Esempio: E Uff. Cast. Fort. Fir. 5 t.: Debbono avere i detti maestri.... del braccio, misurando a piano dal lato di sopra, soldi VII e denari VIII.
Definiz: § IV. Regge il termine denotante il titolo di accusa, imputazione; ed altresì il titolo, per cui chicchessia o checchessia si condanna. –
Esempio: Scarp. Serm. S. Ag. 4: Chi contro facesse, sia condannato di furto.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 79: In questo modo Noto son io dopo sì lunghe prove, Ch'ancor v'è chi sospetti e chi di frodo Goffredo accusi, e chi l'accuse approve?
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 44: Anaxilao, accusato di tradimento in Lacedemone ov'era rifuggito, allegò ec.
Esempio: Dav. Tac. 1, 151: Cesio Cordo.... fu condannato d'iniquo reggimento.
Esempio: Salvin. Pros. Rim. 115: Accusa sè stesso di troppo stolta baldanza.
Esempio: Tocc. Lett. 31: Vi conduce a condannar di peccato la confessione.
Definiz: § V. Denota altresì il principio, il movente e simili, onde si fa checchessia, ovvero la condizione che accompagna alcun atto; ed equivale a Per, In virtù di, ovvero a Con. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 58: Mal finiscono, se Dio di grazia non gli riduce a penitenza.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 157: Di licenzia di santo Francesco.... frate Egidio andò a santo Iacopo maggiore in Galizia.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 103: Di spezial grazia vi mosterrò una santissima e bella reliquia.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 3 t.: Romolo, di consiglio de' padri, mandò.... ambasciatori alle città vicine.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 3, 608: Non avete voi poste in libertà finalmente d'autorità vostra propria le vostre provincie.
Esempio: Viv. Disc. Arn. 18: Di comando di quella serenissima Altezza, visitò ec.
Esempio: Bottar. Dion. Ambiz. 62: Regnano di loro volontà, e non per quella di Dio, quelli che non son chiamati divinamente.
Definiz: § VI. E nella stessa relazione di causa, usasi a designare la malattia, onde altri è affetto. –
Esempio: Vill. G. 345: Messer Corso Donati.... era infermo di gotte.
Esempio: Frescobald. Viagg. 65: Nel quale luogo io ammalai d'una continua e due terzane.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 227: Emilio.... fino dall'età di sett'anni era ammalato di tigna.
Esempio: Giust. Vers. 349: Un cavalier gentile Che patisce di bile.
Definiz: § VII. In locuzioni passive, Di serve talora a designare il soggetto che fa l'azione espressa dal verbo; ed equivale a Da. –
Esempio: Vill. G. 2, 329: Per la guerra cominciata de' Fiorentini e Sanesi agli Aretini, e de' Fiorentini e Lucchesi a' Pisani.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 100: Certaldo.... è un castel di Val d'Elsa, posto nel nostro contado, il quale, quantunque picciol sia, già di nobili uomini e d'agiati fu abitato.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 9: Non essendo lecito adunarsi popolo insieme, se non s'era chiamato de' magistrati.