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FACEZIA
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FACEZIA.
Definiz: Sost. femm. Detto arguto e piacevole, Motto urbano e lepido.
Dal lat. facetia. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 142: S'ei si suol, per piacere, Qualche facezia dir, lui non ragiona.
Esempio: Med. L. Op. 4, 48: Li motti e facezie sue erano argute e salse, senza offensione però d'alcuno dolcemente mordendo.
Esempio: Castigl. Corteg. V. 118: Ho detto nelle facezie non esser arte.
Esempio: E Castigl. Corteg. V. 150: Se la facezia ha d'aver grazia, sia condita di quello inganno, o dissimulare o beffare o riprendere o comparare, o qual altro modo voglia usar l'uomo.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 36: Già si cianciava, e rideva per ognuno, e dicevansi mille facezie.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 406: Quando il giudice fusse stracco e 'nfastidito, persuaso in contrario di quello che noi vorremo,... potrebbe essere qualche volta a proposito mitigare con qualche accommodata facezia quella mala disposizione.
Esempio: Dav. Tac. 1, 380: Al Principe bastò trafiggerlo con questa facezia: io ti perdono or ora, che ogni po' ch'indugiassi, tu basiresti per la paura.
Esempio: Bottar. Lez. Decam. 1, 9: Alla grazia della facezia aggiugne un altro pregio, che è quello dell'evidenza.
Esempio: Giust. Vers. 31: Se a fin di tavola.... Una facezia V'arriva all'osso, Non fate broncio.
Definiz: § I. E con più grave senso, Motto pungente e derisorio, Puntura, e simili, usato però con qualche aggiunto. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 401: Ed ei temeva della ferocità dell'amico, che spesso il motteggiava con facezie amare.
Definiz: § II. Per Arguta piacevolezza, Lepore urbano. –
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 317: La facezia de i brevi motti consiste o nella acutezza delle parole o del concetto.
Esempio: E Cavalcant. B. Retor. appr.: È una spezie di facezia o di ridiculo che consiste nel dire altro che quello che è aspettato, nel qual caso il nostro errore ci diletta e fa ridere.