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MESTARE.
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MESTARE.
Definiz: Att. Dimenare, Agitare, o con la mestola o con la mano; e riferiscesi propriamente a cose liquide, ovvero a fecole o altre materie sciolte nel liquido, e da ridurre in pasta o polenda o simile. Usalo anche a maniera di Neutr.
Dal lat. mixtus, partic. pass, di miscere. –
Esempio: Ristor. Comp. Mond. 151: Secondo che conoscono li savi dipintori, li quali usano la mestanza de' colori, che quando vogliano contraffare azzurro e chiaro, mestanli più del chiaro, e quando vogliono contraffare l'azzurro oscuro mestanli più dello scuro.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 274: Bolla insino a tanto ch'e' torni alla consumazion del sugo, e mentre ch'e' bollirà, sempre si mesti.
Esempio: Pallad. Agric. 220: Il fa' menare (il miele) per spazio di V ore, continuamente mestandolo, e di forza.
Esempio: Pegolott. Prat. Merc. 339: Allora scuopri lo coreggiuolo, e mestalo bene (l'argento) con una verga di ferro; e quando l'hai bene mestato, ricuopri lo coreggiuolo colli carboni allumati.
Esempio: Tratt. Vetr. 6: R. lib. 100 di vetro bianco e mettilo a cuocere; poi vi metti lib. 20 di manganese in polvere, e sia cotto nel fornello e imbiancato; e mesta ispesso e fallo affinare; e se venisse troppo scuro, mettivi un poco di vetro bianco cotto, e mesta spesso; e se fosse troppo chiaro, mettivi su più manganese.
Esempio: Leggend. SS. BB. 2, 141: Ed in cucina sondo poi tornato,... facea l'erbolato. Quando mestava, ogni mestolata, Cento fiorini ne facea stimata.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 208: Oltre di che non torna a nessun patto Che il padre abate mesti le polpette, Lavi la piatteria, schiumi il pignatto.
Esempio: Not. Malm. 1, 74: Mestare è lo stesso che mescolare; latino miscere; e si dice propriamente del tramenare i medicamenti e altre cose liquide, o che tendono al liquido.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 178: Ma notate, che non bisogna voler punto negoziare da sè, ma lasciar mestare a quel manino di Gesù nel nostro cuore, e lasciar fare a lui.
Esempio: Fag. Rim. 1, 41: Dio guardi i rei da' lor commessi mali; Perch'io mi son di tenero indurito, In questo mestar cause criminali.
Definiz: § II. Pur figuratam. e assolutam., in senso scherzevole, per Affaccendarsi, Affannarsi, in checchessia. –
Esempio: Nell. Iac. Serv. padr. 2, 6: Scimunito, che mesti con cotesti libri? Bada a me.
Esempio: Giust. Vers. 64: O il mestare è di famiglia Vizio ereditario.
Definiz: § III. Altresì figuratam., e in senso particolare, vale anche, familiarmente, Metter le mani, Aver mano, in faccende, maneggi, negozj, e simili, con saccenteria, o arrogandosi autorità maggiore di quella che l'ufficio consente. –
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 202: E tutti questi, disegnati per sfatichi, furono del numero di quelli cittadini che avevano più mestato nel passato governo.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 1, 3: E' sa quanto egli importa Le gotte a i piedi e un bel barbone al mento, E un paio d'occhiali al naso, All'uom che mesta e fa di sè cimento.
Esempio: E Buonarr. Fier. 4, 5, 2: Mi varrò del tempo E dell'occasione Per far l'ufizio mio; mesti chi vuole.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 45: Conducon tanta gente ch'è un flagello..., Di cui (perchè il mestar diletta ognuno) Si pigliano il comando a un dì per uno.
Esempio: Not. Malm. 1, 74: Mestare è lo stesso che mescolare.... e dipoi è traslato al maneggiare, come superiore o capo, qualsivoglia faccenda.
Esempio: Targ. Viagg. 8, 338: Per privati interessi di quei che mestavano nel governo, si negligevano molte utilissime opere pubbliche.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 93: Perchè faccia da giudice Pilato, Perchè il Fracassa mesti ed impasticci.
Esempio: Giust. Vers. 264: E poi, quelli che mestano Presentemente, scusi, Con me la può discorrere, O che le paion musi?
Definiz: § IV. Neutr. pass. Mestarsi Mescolarsi. –
Esempio: Libr. Mascalc.: Lo stomaco è signore di tutto il corpo, nel cui vòto si mesta il cibo insieme col beveraggio.