Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
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Definiz: Articolo del gen. masc. e del numero singolare, che nel plurale fa Gli e Li; ed usasi dinanzi a nomi incomincianti per vocale, nel qual caso, per lo più, si apostrofa; e dinanzi ai nomi comincianti per S impura, od anche per Z.
Dall'adiettivo pronominale latino illum, per via di aferesi. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Così l'animo mio, che ancor fuggiva, Si volse indietro ec.
Esempio: EDant. Inf. 14: Lo spazzo era un'arena arida e spessa. Vill. M. 3, 325: Al tutto aveano levato e spento lo studio generale in Firenze.
Esempio: Petr. Rim. 2, 102: Gli angeli eletti e l'anime beate.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 91: Figliuola, se così ti dispiaccion gli spiacevoli, come tu di', se tu vuoi viver lieta, non ti specchiare giammai.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 99: E per questo nacque quel proverbio: Lo sbandito corre drieto al condennato.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 6: Tale era lo stato delle cose, tali erano i fondamenti della tranquillità d'Italia, ec.
Esempio: Bemb. Pros. 116: Non si dirà: Il spirito, il stormento; ma lo spirito, lo stormento, e così gli altri.
Esempio: Red. Lett. 2, 168: Supplico V. A. S. a perdonarmi l'ardire che me ne son preso.
Esempio: Bellin. Lett. IV, 1, 256: Lasci questo, e lasci tutti gli altri sonetti.
Esempio: Mont. Poes. 1, 252: Scocchi lo strai dal sillogistic'arco.
Definiz: § I. Si usò altresì invece di Il davanti a nomi incomincianti per consonante senza l'S impura; vìa oggi è proprio solamente della poesia. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Li rami schianta, abbatte, e porta fuori; Dinanzi polveroso va superbo, E fa fuggir le fiere e li pastori.
Esempio: E Dant. Inf. 27: Lo principe de' nuovi Farisei Avendo guerra presso a Luterano, ec.
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 35: Nelle montagne di questa contrada nascono i migliori falconi e gli più valorosi del mondo.
Esempio: S. Grisost. Opusc. 52: Sogliono estendere lo desinare infino a vespro.
Esempio: Bart. Sallust. 16: Ma gli Romani nella città e nell'oste, presono attesamente e sollicitamente ad avacciare ed apparecchiare quel ch'era mestieri.
Esempio: Petr. Rim. 1, 153: Lasso, così m'è scorso Lo mio dolce soccorso.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 117: Sentendo egli gli fatti suoi, sì come le più volte son quegli de' mercatanti, molto intralciati in qua ed in là, e non potersi di leggiere nè subitamente stralciare, pensò quegli commettere a più persone.
Esempio: Leopard. Poes. 77: Primavera dintorno Brilla nell'aria, e per li campi esulta.
Esempio: ELeopard. Poes. 78: Odi per lo sereno un suon di squilla.
Esempio: E Leopard. Poes. 81: Un canto che s'udia per li sentieri Lontanando morire a poco a poco.
Definiz: § II. E usato dopo la prep. Per, specialmente nelle maniere Per lo più, Per lo meno, Per lo che, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Ond'io per lo tuo me' penso e discerno Che ec.
Esempio: E Dant. Purg. 9: E come senza cura Videmi il Duca mio, su per lo balzo Si mosse, ec.
Esempio: Tav. Rit. 1, 386: E messer Tristano andava per lo torneamento, faccendo tanto d'arme ch'era grande maraviglia.
Esempio: Petr. Rim. 2, 73: L'acque Per lo mar avean pace, e per li fiumi.
Esempio: S. Gir. Grad. 28: Ci ha altra peggior cosa, che l'uomo priega Iddio per lo danno del suo nemico.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 149: Talvolta per lo giardin riguardava, se alcuna cosa nera vedesse venir d'alcuna parte.
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 8: Per quella potrete comprendere non solamente il felice fine, per lo quale a ragionare incominciamo, ma ec.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 124: Non fece Bartolozzo questo per lo fine a che venne poi.
Esempio: Tass. Dial. 1, 168: Io, per lo molto rispetto che porto a quel signore, ec.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 48: Per lo qual atto, altiero più che mai, accrebbe tanto l'opinione ch'aveva il popolo della sua sufficienza militare, che ec.
Esempio: Manfred. Scritt. Mot. Acq. 6, 171: Per lo meno da lì in giù abbiamo veduto che sensibilmente non si assottiglia (si parla del Reno).
Esempio: Leopard. Poes. 42: Cadde gran parte anche di noi: Ma per la moribonda Italia no; per li tiranni suoi.
Definiz: § III. Si compone con le preposizioni A, Da, Di, Con, In e Su, facendosi Allo, Dallo, Dello, Collo, Nello e Sullo, che nel plurale fanno Agli o Alli, Degli, Cogli, ec., di ciascuna delle quali preposizioni articolate si danno esempj sotto la prep. semplice.
Definiz: § IV. Scrivesi anche, ma più che altro in poesia, separato dalle preposizioni, come A lo, A gli, De lo, De gli, Da lo, In lo, Ne lo. –
Esempio: Dant. Parad. 11: Poi che ciascuno fu tornate ne lo Punto del cerchio..., Fermossi.
Esempio: Car. Arist. Rett. 105: Conciosiachè gli amici si condolgano de' mali de gli amici.
Esempio: E Car. Arist. Rett. 108: Bisogna considerare le cose che recano a mansuetudine da gli contrarj loro.
Esempio: Tass. Dial. 1, 53: A ragion, dunque, così più da l'uno che da l'altro ci debbiamo guardare.
Esempio: E Tass. Dial. 351: Volentieri ricevo questo favore da voi de l'albergo.
Esempio: E Tass. Dial. 352: L'altra (parte) è lasciata a gli alberi ed a le piante.
Esempio: Murat. Gov. Pest. 163: Abbiamo da gli autori varj medicamenti, ne' quali entra la canfora.
Esempio: Mont. Poes. 1, 235: Simigliante ad un fior che in su lo stelo Di rugiada si copre.
Definiz: § V. E dinanzi a parola la cui prima sillaba sia Im o In, seguita da altra consonante, si conserva intero, anche se unito con la preposizione, apostrofando invece la vocale iniziale di quella parola. –
Esempio: Dant. Inf. 34: Lo 'mperador del doloroso regno.
Esempio: EDant. Purg. 3: E ciò che fa la prima e l'altre fanno.... e lo 'mperchè non sanno.
Esempio: E Dant. Parad. 14: Qui vince la memoria mia lo 'ngegno.
Esempio: Bemb. Pros. 115: Aviene alle volte che essendo questi due articoli del maschio e della femina (lo e la) dinanzi a vocal posti, essi ora ne mandan fuori la detta vocale, ho 'nganno, Lo 'nvito, La 'ngiuria, La 'nvidia: ora ec.
Definiz: § VI. Si usò frapposto fra il nome e l'adiettivo, o fra il titolo e il nome di dignità, e di grado. –
Esempio: Nov. ant. B. 27: Messere lo 'mperadore Federigo sì avea due grandissimi savj.
Esempio: E Nov. ant. B. 101: Le contava.... tutta la avventura della valle dolorosa e di Membruto lo Nero, cui egli uccise.
Esempio: Tav. Rit. 1, 283: Imperò vi foe manifesto, ch'io fui figliuola di Federon lo Vermiglio, fratello di Falconardo lo Pronto, sire della città di Nuscaligi.
Esempio: Bemb. Pros. 115: Usasi l'uno (lo) ancora dopo la voce Messere: che si dice Messer lo frate, Messer lo giudice.
Definiz: § VII. Si usa pure dinanzi a sostantivi d'apposizione. –
Esempio: Dant. Purg. 11: O, dissi lui, non se' tu Oderisi, L'onor d'Agobbio, e l'onor di quell'arte Che alluminare è chiamata in Parisi?
Definiz: § VIII. Talora è diviso dal suo termine per mezzo di altre parole da esso dipendenti, le quali si antepongono per inversione. –
Esempio: Bemb. Asol. 34 t.: Nè manca umore alle lagrime, per lo bene aver fatto lagrimando degli occhi due fontane.
Esempio: Bart. D. Miss. Mog. 25: I quali, per molto che ricevessero, mai non finivano di domandare; dove al contrario i nostri nè pur lo spontaneamente offerto accettavano.
Definiz: § IX. Posto fra la voce Casa senza articolo, e un nome, indicante il suo possessore o abitatore, equivale a Dello; ma oggi non è di uso comune. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 105: Veramente in casa lo Scarabone Buttafuoco fia stato questo.
Esempio: Pulc. A. Centil. 88, 95: E combatteron casa gli Anzïani, I quali allor non fur sanza paura.
Definiz: § X. Davanti a sostantivi indicanti tempo, stagione, e simili, si usa senza preposizione per Nello, Durante lo, e simili. –
Esempio: Dant. Purg. 8: Era già l'ora che volge il disio Ai naviganti e intenerisce il core, Lo dì ch'han detto a' dolci amici addio.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 208: Perchè il Vicerè non il giorno seguente, ma l'altro giorno,... si partì con l'esercito.
Definiz: § XI. Pur premesso a sostantivi denotanti tempo, come mese, settimana, anno, e simili, ha senso di ripetizione o vicenda, ed equivale a Ciascuno, Ogni. –
Esempio: Nov. ant. B. 16: Messere Amari lo dimandò: Come hai tu di rendita l'anno?
Esempio: E Nov. ant. B. 46: Messere, io tolsi vostra nepote per moglie credendomi.... d'avere di lei un figliolo l'anno e non più.
Esempio: Frescobald. M. Rim. 49: Amor fa, l'anno, nella primavera A due a due volar sempre gli uccelli.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 187: Monna Giovanna, come usanza è delle nostre donne, l'anno di state.... se n'andava in contado.
Esempio: Varch. Stor. 1, 250: Servisse la città per dodici anni, chi dice di dugento e chi di trecentomila ducati, con utilità di dieci per cento l'anno.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 267: Fiorini 28229 e mezzo l'anno ragguagliatamente.
Definiz: § XII. Lo, dinanzi ad Anno, per indicare il compimento di un anno al momento in cui si parla, vale quanto Uno. –
Esempio: Dant. Rim. 131: O nobile intelletto, Oggi fa l'anno che nel ciel salisti.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 6: E l'anno è ormai ch'io la lasciai dolente, Per gire in Francia a ritrovar mia gente.
Definiz: § XIII. Trovasi con ellissi del sostantivo, ed equivale a Quello. –
Esempio: Bard. G. Grand. Rom. 5: I Batavi over Olandi erano soldati a piede ed a cavallo.... Dione non fa menzione de gli a piedi, ma sì ben Tacito.... Il numero delli a cavallo dice Dione non sapere; ma crede essere stati non meno di due grandi ale di mille, e li a piede eziandio altretanti.
Definiz: § XIV. Si usa nel plurale anche con la prep. A, in date di lettere, o d'altri documenti, dinanzi a nome numerale indicante il giorno del mese. –
Esempio: Bern. Lett. fam. 345: Di Roma, alli XIII di Xbre 1524.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 49: Di Roma, agli 8 di maggio 1563. E 129: Di Piacenza, alli 10 di settembre 1545.
Esempio: E Car. Lett. ined. 1, 210: Di Roma, a li 6 di luglio 1549.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 133: Di Prato, li 5 dicembre 1560.
Esempio: Tass. Lett. 2, 377: Di Ferrara, li 28 maggio 1585.
Esempio: Galil. Op. Cart. XI, 468: Dalle Selve, li 25 di gennaio 1612.
Esempio: Legg. Band. C. 31, 42: Dato in Firenze li 7 dicembre 1772.