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1) Dizion. 5° Ed. .
LUNA
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pag.507


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LUNA.
Definiz: Sost. femm. Nome del Satellite della Terra, o, secondo il sistema astronomico antico, del Pianeta a noi più vicino, il quale compie la sua rivoluzione periodica in ventisette giorni, sette, ore e quarantatre minuti, facendo nel tempo medesimo una rotazione intorno al proprio asse. Non ha luce da per sè, ma riflette verso noi quella del Sole, mostrandosi sotto apparenze, o fasi, che variano a poco a poco, e ritornano periodicamente dopo ventinove giorni, dodici ore e quarantaquattro minuti, quant'è lo spazio di tempo fra due congiunzioni consecutive di essa Luna col Sole.
Dal lat. luna. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 46: In questo puro aere sono assisi li 7 pianeti, l'uno sopra l'altro. Onde el primo, ch'è più presso alla terra..., si è la luna: di sopra alla luna si è Mercurio ec.
Esempio: Dant. Purg. 29: Di sopra fiammeggiava il bello arnese, Più chiaro assai che luna per sereno Di mezza notte nel suo mezzo mese.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 75: E poco appresso levatasi la luna, e 'l tempo essendo chiarissimo..., vegghiava.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 82: La influenzia di tale mutamento si dà al primo pianeto, cioè alla luna.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 183: Medoro in ciel divotamente fisse Verso la luna gli occhi.
Esempio: Tass. Gerus. 10, 24: Prima dal corso distornar la luna E le stelle potrà, che dal diritto Torcere un sol mio passo.
Esempio: Galil. Op. Cart. XI, 141: Io ho sin qui.... chiamato luna quel corpo, il quale, sendo per sua natura atto a ricevere e ritenere, senza trasmettere, il lume del sole, alla vista del quale egli è continuamente esposto, si rende per tanto a noi visibile sotto diverse figure, secondo che egli è in varie posizioni situato rispetto al sole e noi, le quali figure, ora falcate, ora semicircolari ed ora rotonde, ci rendono sicuri, quello essere globoso e sferico.
Esempio: Manfred. Inst. astron. 291: Diconsi ancora satelliti (i pianeti secondarj), o compagni del loro primario. Copernico non conobbe altro secondario che la luna, il cui pianeta primario è la terra.
Esempio: Riccat. I. Op. 4, 377: I copernicani escludono la luna dal numero de' pianeti principali, e la fanno un satellite della terra.
Esempio: Galian. B. Vitr. 361: La luna.... fra i sette pianeti fa il più piccolo giro e il più vicino alla terra.
Esempio: Piazz. Lez. astron. 2, 241: La luna si muove.... in una ellissi, in uno de' fochi della quale è collocata la terra.
Esempio: Leopard. Poes. 125: Torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre Giù da' colli e da' tetti, Al biancheggiar della recente luna.
Definiz: § I. Riceve varj aggiunti a denotarne le fasi, il crescere o il decrescere della luce, ed altresì la forma delle figure sotto cui ci apparisce nel suo corso. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 51 t.: L'oscuramento de la luna non puote essere, se non da che è piena e rotonda.
Esempio: Fr. Giord. Pred. Genes. 19: Mutansi (le cose) in qualità, siccome vedete che si mutano i colori, e torna alcuna volta di bianco in nero, come sì vedete della luna, che pare che muti colore, chè quando è vuota e quando è piena: ella non si muta in sua sustanzia, ma mutasi la qualità sua.
Esempio: Dant. Inf. 20: E già iernotte fu la luna tonda.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 427: La forma de la luna era allora, come quando è meno che piena;... sicchè era gibbosa.
Esempio: Ar. Sat. 1, 186: Più volte osservando la ineguale Luna, or con corna or senza, or piena or scema, Girar il cielo al corso naturale; ec.
Esempio: Domen. Plin. 504: Non toccare il legname, se non dopo tre mesi, e che la luna sia ammezzata.
Esempio: Car. Eneid. 3, 1013: Già visto ho la cornuta e scema luna Tornar tre volte luminosa e tonda.
Esempio: E Car. Eneid. 6, 669: Qual chi vede o credo Veder tal volta infra le nubi e 'l chiaro La nova luna, allor che i primi giorni Del giovinetto mese appena spunta.
Esempio: Soder. Agric. 38: La luna silente si dice quando la non luce, che è allora quando la non si vede, prendendo atta similitudine dagli occhi e dagli orecchi.
Esempio: E Soder. Agric. 40: Il tagliare arbori in giorno di venerdì affermano molti effettuare l'stesso, che tagliare a luna scemante.
Esempio: Davil. Guerr. Civ. V. 2, 515: Essendosi combattuto ferocemente sino alle quattro ore delia notte, rispetto alla luna nel colmo lucidissima.
Esempio: Galil. Op. Cart. XI, 183: Dentro a la parte non illuminata di essa luna,... appariscono in guisa di stelle alcune particelle illustrate, le quali crescendo appoco appoco si vanno a congiugnere col termine della luce, che parimente camina verso di quelle, quando però la luna è crescente; e per l'opposito, nella decrescente simili stellette si separano più e più.
Esempio: Segner. Mann. nov. 21, 2: A guisa di luna, la quale allora è bella quando è già colma.
Esempio: Targ. Viagg. 4, 271: La sua figura (della pianura di Pisa) è in certa maniera simile a quella della luna falcata.
Esempio: Fiacch. Far. 1, 44: E pochi raggi di falcata luna Rompeano in parte il cupo orror del cielo.
Esempio: Lastr. Agric. 4, 74: Converrà.... reciderlo (il legno) ne' mesi di stagione asciutta, dopo di avere, se si vuole, osservata la luna che non sia tenera.
Definiz: § II. E figuratam., per Lume di luna. –
Esempio: Dant. Purg. 28: Sotto l'ombra perpetua, che mai Raggiar non lascia sole ivi nè luna.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 74: Era in quel clima già sparito il giorno.... L'ombre avean tolto ogni vedere a torno Sotto l'incerta e mal compresa luna.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 2: O l'aureo sol risplenda, od alle stelle Ed alla luna il fosco ciel s'imbianchi.
Esempio: E Tass. Gerus. 16, 74: E in via si pone, e non è mai chiaro ch'assonne, O che si posi al sole od alla luna, Sin che non giunge ec.
Esempio: Fosc. Poes. C. 27: Senti.... uscir del teschio ove fuggia la luna L' upupa, e svolazzar su per le croci Sparse ec.
Definiz: § III. E per Qualsiasi pianeta secondario o satellite. –
Esempio: Galil. Op. VII, 368: Vediamo Giove, quasi un'altra terra, non in conserva di una luna, ma accompagnato da quattro lune, andare intorno al sole in 12 anni.
Esempio: E Galil. Op. appr.: Per qual cagione chiamate voi lune i quattro pianeti gioviali?
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 529: Note sono le piccole lune intorno al pianeta di Giove, scoperte dal nostro immortale Galileo.
Esempio: Riccat. I. Op. 1, 268: Pare che [Marte], giusta l'analogismo della natura, richiedesse d'essere accompagnato da un paio almeno di lune.
Definiz: § IV. Luna prendesi per Lunazione. –
Esempio: Giambull. P. F. Orig. Ling. fior. 13: Se bene gli anni sono di più sorti..., gli Ebrei.... gli hanno di XII lune, con alcuni pochi giorni di più, che adattati alle regole loro, ragguagliano con lo anno solare.
Esempio: Cresc. B. Naut. Medit. 391: Se nel quarto di della età della luna si leva novo vento, spesse fiate si è visto durare quasi tutta quella luna.
Esempio: Bart. D. AS. 3, 9: Il contar poi de' tempi colà tutto va a lune, senza spartimento di settimane: e i dieci, per esempio, del tal mese che diciam noi, essi dicono il decimo dì della luna nuova, qual ella è delle dodici che ordinariamente ne capono in un anno.
Esempio: Ginann. Malatt. Gran. 300: Non è tanto vero che alcune ruggini vengano solo di notte innanzi l'ardore del sole, e fra la vecchia luna e la nuova, che vero anche non sia che ec.
Definiz: § V. Onde Luna di un dato mese, vale Lunazione, che ha il suo principio in quel mese. –
Esempio: Soder. Cult. Ort. 19: Andare per le piante..., e cavarle con il loro pane, ed alla luna d'ottobre.... porle in buoni lavori di divelto.
Esempio: E Soder. Cult. Ort. 88: Seminansi (certi cavoli) in primavera a piena luna di marzo.
Esempio: Dav. Coll. 490: Quando poti la vite, passata la luna di gennaio..., lascia il primo buon tralcio per capo.
Esempio: E Dav. Coll. 508: Il tempo è di far questi nesti, fatta la luna d'aprile, insino a tutto giugno.
Esempio: E Dav. Coll. 525: Taglisi ogni legname di verno, dalla luna d'ottobre a quella di gennaio.
Esempio: Targ. Viagg. 7, 157: In Toscana i legnami da costruzione si tagliano nelle lune dei mesi di dicembre e di gennaio.
Definiz: § VI. Figuratam., e poeticam., usasi a denotare La durata di un mese, senza considerazione al tempo in cui comincia, nè a quello in cui finisce. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Breve pertugio.... M'avea mostrato per lo suo forame Più lune già.
Esempio: E Dant. Rim. 215: Onde, s'io ebbi colpa, Più lune ha volto il sol, poichè fu spenta.
Esempio: Maff. Merop. 2, 1: Altro conforto Non avea l'infelice in tanti mali, Che 'l mandar in Laconia il fido Arbante Ogni sei lune occulto.
Esempio: Spolv. Cult. Ris. 1, 190: Non più in là di sei lune..., E in meno ancor, dove ben colto e grasso Trovi [il riso] ostello, e perenni e tepid'acque, Di sua maturitade il fin ci apporta.
Esempio: Metast. Dramm. 1, 220: Due lune intere Donò Seleucia al tuo dolor pietoso Dovuto al genitor.
Esempio: E Metast. Dramm. 261: Intendo, intendo; Bastò la lontananza Di poche lune a ricoprir di gelo Di due lustri l'amor.
Esempio: Alf. Trag. 2, 108: Che dici? oh ciel! così non favellavi Di lui, più lune addietro.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 23: Ma voi, giovani topi saputelli, Che far tre lune avete visto appena, Già vi credete d'esser gran cervelli.
Esempio: Leopard. Poes. 83: Son morta, e mi vedesti L'ultima volta, or son più lune.
Esempio: Giobert. Rinnov. 2, 484: I giornali anche buoni se ne vanno col vento: vivono una luna o un giro diurno di sole; e l'immortalità che conferiscono non è più lunga della loro vita.
Definiz: § VII. Luna assume gli adiettivi numerali ordinali da Primo fino a Trigesimo, a denotare il numero dei giorni scorsi dall'ultimo novilunio, ossia l'età di essa luna. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 53: Quando la luna dee essere giudicata di 30 dì, secondo le patte (epatte), ed ella è prima.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 80: Estirperemo la felce e la carice, quando il sole sarà nel segno del Cancro, e la luna sarà sesta, posta nel segno di Capricorno.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 138: Ed è da guardare che [la veccia] non sia seminata anzi che la luna sia nell'ultima sua quarta, cioè dopo la vigesima prima luna.
Esempio: Pallad. Agric. 34: Verranno a nascere insieme nella luna trigesima.
Esempio: E Pallad. Agric. 84: Seminasi bene [la lenticula] da luna prima infine a luna duodecima.
Esempio: Domen. Plin. 11: L'ecclisse del sole non si fa, se non nell'ultima o prima luna, che si chiama congiunzione.
Esempio: Varch. Lez. Accad. 249: Le piante.... sono allora [a luna piena] più sugose e di maggior vigore che a luna seconda.
Esempio: Soder. Agric. 9: Se la terza o quarta luna uscirà fuora lucente e splendente, sarà segno de' giorni d'avvenire sereni.
Esempio: Manfred. Elem. Cronol. 322: La pasqua si dee celebrare in quel mese lunare, che nel linguaggio della sacra Scrittura chiamasi il primo dell'anno, cioè in quello, la cui quartadecima giornata, o copie suol dirsi la quartadecima luna, o cade nel giorno dell'equinozio di primavera, o prossimamente gli succede.
Esempio: E Manfred. Elem. Cronol. 320: Non s'indica [la pasqua] dopo la luna vigesima prima.
Definiz: § VIII. E in particolare Luna quintadecima, o decimaquinta, e, come anche dicesi, Luna in quintadecima, o in decimaquinta, vale Luna che è nella quintadecima giornata, o nel quindicesimo giorno, di sua età; nel qual giorno compiendo la Luna la metà della sua rivoluzione sinodica diventa piena: lo stesso che Luna piena. –
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 643: Altri mostrano di sapere lo corso de' cieli, dicendo come la luna nella passione di Cristo, ch'era quintadecima, sì si venne ad interporsi linealmente al sole di subito.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 684: Questo può addivenire ogni sei mesi, e non mai, se non quando la luna è quintadecima.
Esempio: E But. Comm. Dant. 2, 704: Nel suo mezzo mese: cioè quando la luna è quinta decima, imperò che allora è lo suo mese, nel quale ella fa lo corso suo mezzo.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 6, 88: Un volto giallo e tondo e scofacciato, Che pare in quintadecima la luna.
Esempio: Salv. Granch. Prol.: Erasi ancora (il granchio) Fitto nel capo di non uscir della Buca, se ei non era pieno affatto Affatto, e voleva pure a tutti I patti còr la luna in quintadecima (qui figuratam.).
Esempio: Soder. Agric. 121: Per contrario [i legnami tagliati] a luna piena, e massime in decimaquinta, per la concezione dell'umore s'infradiceranno, e quasi l'anno istesso intarleranno.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 2, 66: Vuol di più, s'io scelsi l'aria bruna, Che splenda in quintadecima la luna.
Definiz: § IX. E genericamente per Tempo. –
Esempio: Dant. Parad. 27: Tale, balbuziendo ancor, digiuna, Che poi divora, con la lingua sciolta, Qualunque cibo per qualunque luna.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 598: Offende con l'opere e con la intenzione Iddio e il prossimo in ogni tempo; e questo è quello ch'elli dice per qualunque luna.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 726: Per qualunca luna, cioè quando è quaresima e quando non è; d'ogni tempo, seguendo l'appetito de la gola.
Definiz: § X. E poeticam., per Notte. –
Esempio: Sannazz. Arcad. 57: Ma tanto vi dico, che quattro soli ed altrettante lune il mio corpo, nè da cibo nè da sonno fu riconfortato.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 106: Già quattro soli ed altrettante lune Fatto han ritorno, e queste mie meschine Luci di te son tuttavia digiune.
Definiz: § XI. Luna, prendesi anche per Mezza luna, cioè per la Figura propria di essa quando è a mezzo del suo corso. –
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 529: La mezza luna è insegna della città di Fiesole; laonde alcune famiglie fiorentine, che discendono da Fiesole, hanno le lune nell'arme.
Definiz: § XII. E figuratam. è usata a denotare un Semicircolo qualsiasi. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 64: Fatto è 'l porto a sembianza d'una luna, E gira più di quattro miglia intorno: Seicento passi è in bocca, ed in ciascuna Parte una ròcca ha nel finir del corno.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 1, 10: Noi di qua, voi di là, circolarmente Posti, adattiamci a modo di una luna.
Definiz: § XIII. Trovasi, per similit., detto così Quel membro incavato della base della colonna negli ordini ionico, corintio e composito, il quale chiamasi Cavetto, e oggi comunemente Scozia e anche Trochilo. –
Esempio: Tolom. Lett. 107: Per maggior chiarezza ed utilità si farà uno altro vocabolario volgare per ordine di istrumenti o di parti: come, per esempio, pigliando la colonna con la sua base e 'l suo capitello, e ponendola in figura, si dichiararanno a parte a parte tutti i suoi membri, come il zocco, la luna e 'l tondello, il collarino, e oltre di mano in mano.
Definiz: § XIV. Mezza luna, che meglio si scrive congiuntamente Mezzaluna, Term. di Fortificazione, vale Un'opera staccata di fortificazione falla a guisa di rivellino, collocata innanzi alla cortina: così denominata per la somiglianza con la luna quando è scema o men che mezza. –
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 1, 116: Oltre le fortificazioni vecchie fatte nella sommità del monte, aveva a mezzo il colle fabricata una mezza luna di terreno, la quale con le spalle alla fortezza e con la fronte rivolta alla campagna non solo impedisse la via della salita, ma fiancheggiasse ancora le mura della città.
Esempio: E Davil. Guerr. civ. V. 2, 99: Avea con grandissima diligenza fatto cingere il borgo d'una buona trincera fiancheggiata da mezze lune. E 480: Occorreva, al primo impeto dell'oppugnazione, una mezza luna fabricata fuori de' ripari, per coprire la fossa che separa la terra dal castello.
Esempio: Lorin. Fortif. 70: In quanto alla fortezza di Famagosta, fortificata all'antica, con suoi torrioni, overo mezze lune, di ottima materia per resistere contra le batterie, ec.
Esempio: E Lorin. Fortif. 151: Non bastano per difendersi le castella fabricate con muraglie grossissime, co' torrioni e mezze lune per resistere, come facevano, contro li arieti e torri andanti e a diverse machine bellice.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 2, 259: Riconosciuta la breccia, prima di risolvere l'assalto, videsi che i difensori avevano dietro al muro alzata una gran mezza luna, e che vi s'erano fortificati in maniera, che sarebbe costato a' regii per lo meno un gran sangue il voler entrarvi per via d'assalto.
Esempio: Segner. Guerr. Fiandr. volg. 465: Volendo Alessandro dare insieme l'assalto ad amendue questi forti, assegnò la mezza luna a gl'italiani, e l'isola agli Spagnuoli.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 317: Si seguitavano le fortificazioni a tutta prescia. Io assistevo al Monte di S. Lorenzo,... e il Pieroni or qua or là intorno le mura, a dove si facevan ridotti e mezze lune e palificate ec.
Esempio: Magal. Lett. 14: Non avendo.... alcuna sorta di fortificazioni esteriori, fuori che due mezze lune, e diverse come falsabrache.
Definiz: § XV. E nel linguaggio degl'Idraulici, prendesi per Lunata. –
Esempio: Michelin. Direz. Fium. 61: Dico, che nei principj delle mezze lune, o delle svolte, dove le correnti ànno a declinare dalla linea retta, si fermeranno i sassi.
Definiz: § XVI. Luna, o Mezza luna, si disse Un'ordinanza di cavalleria, con la quale si distendevano le ale di un battaglione o d'un corpo di soldati verso il nemico a modo di corna, ritirando il mezzo. E dicevasi anche di armata. –
Esempio: Cresc. B. Naut. Medit. 493: La nostra armata a mezza luna, con l'ordinatissimo giro, volti sopra i voti legni nemici, e gli cinga attorno, chè nelle giornate navali, più che in quelle di terra, l'armata, che in mezzo è colta, è subito disfatta e rotta.
Esempio: Montecucc. Op. 1, 93: Di un battaglione quadrilungo si formano agevolmente tutte le altre figure, cioè la forbice, che nel verso opposto dà il cuneo; la luna, che all'incontro forma il convesso; l'istrice ec.
Definiz: § XVII. Figuratam. e poeticam., per La insegna de' Turchi; ed altresì Lo stato, La potenza, loro. –
Esempio: Ben. B. Rim. 57: Chi, qual noi, segue di giustizia il sole, Puote l'iniqua luna Disprezzar, che per notte eterna e bruna Travïar d'Oriente il gregge suole, Che la sua falsa luce ammira e cole.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 36: Allor dirò dell'abbattuta e vinta Tracia i popoli oppressi a stuolo a stuolo; Dirò l'ampie conquiste ad una ad una, E dell'Odrisia luna L'orrenda eclissi, ec.
Esempio: E Filic. Poes. tosc. 45: Della tua spada al riverito lampo Abbagliata già cade e già s' appanna L'empia luna ottomanna.
Definiz: § XVIII. Mezza luna, arnese, da cucina. –
V. Mezzaluna.
Definiz: § XIX. Luna, è pur Nome d'un pesce de' nostri mari, piano e quasi rotondo, detto anche Mola. –
Esempio: Vallisn. Op. 3, 217: Così il pesce chiamato luna, detto da' Francesi beut, per testimonio del Gresnero, pare che in mezzo le acque arda e divampi.
Definiz: § XX. Luna, si disse dagli Alchimisti per Argento; e Luna cornea, per Il cloruro d'argento fuso, perchè nella consistenza somiglia al corno. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 461: Presso i chimici sole è lo stesso che oro; luna vuol dire argento; mercurio l'argento vivo, che così s'intende anche comunemente.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 33: In tali esperimenti fu con ogni diligenza avvertito costantemente di depurare col mezzo di replicate lozioni la luna cornea dall'infezione del vetriolo lunare.
Definiz: § XXI. Latte di luna. –
V. Latte, § XIV.
Definiz: § XXII. Lume di luna, o della luna, intendesi La luce che essa riceve dal sole e manda sulla terra; e comunemente usasi nella locuzione Al lume della luna o A lume di luna. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 286: Sovra dure onde, al lume della luna, Canzon, nata di notte in mezzo i boschi. Ricca piaggia vedrai diman da sera.
Esempio: Pulc. L. Morg. 4, 7: Rinaldo al lume della luna il vede; Ma che quel fussi un drago ancor non crede.
Esempio: E Pulc. L. Morg. 21: E poi ch'allato il lione seorgea Al lume della luna, ebbe spavento.
Esempio: Ar. OrL. fur. 32, 73: Quei dentro alle finestre e ai corridori Miran la giostra al lume de la luna Che mal grado de' nugoli lo spande, E fa veder, benchè la pioggia è grande.
Esempio: Bern. Orl. 42, 7: Con sughi di certe erbe e di radici, E frondi colte al lume della luna, ec.
Esempio: E Bern. Orl. 44, 24: Del re di Sarza andava domandando Per ogni parte, al lume della luna.
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 148: Ma molte volte, chè così il padrone Vuole e comanda, quasi tutta notte Si va al lume di luna o lanternone.
Esempio: Galil. Op. VIII, 499: Quel lume che la notte si scorge in terra,... che comunemente si chiama lume di luna, non è altrimenti effetto che, ec.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 486: Una povera donna..., che lavora fino di notte a lume di luna, per mantenere la vita della famiglia.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 123: In limpida Cheta laguna Riflette il pallido Raggio di luna.
Definiz: § XXIII. Luna di miele, o Mese della luna di miele, dicesi Il primo mese del matrimonio, siccome ripieno d'ogni più soave dolcezza. –
Esempio: Panant. Paret. 66: Quale sposo fu mai tanto scortese Della luna di miei nel dolce mese?
Definiz: § XXIV. Mondo della luna, o Regno, della luna, propriamente vale La regione di quel pianeta, quale poeticamente o popolarmente s'immagina, o abitata, o a noi medesimi ad esseri superiori accessibile; ma usasi più figuratam. nelle maniere familiari Venire della luna, Essere nel mondo della luna proposito di persona che mostri di non sapere bene ciò che si fa, o che recentemente è accaduto, nel mondo nostro, ciò che si debba credere o pensare di quanto avviene intorno a noi, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 70: Tutta la sfera varcano del fuoco, Ed indi vanno al regno de la luna.... E lo trovano (quel loco) uguale, o minor poco Di ciò ch'in questo globo si raguna.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 61: E posso ben chiamarla una fortuna, S'oggi vi mostro il mondo della luna.
Esempio: E Guadagn. Poes. 63: Par che aspettino proprio, almen più d'una, D'esser mandate al mondo della luna.
Definiz: § XXV. Punto di luna, o della luna, e anche talvolta Tempo, di luna, o della luna, denota Alcun breve periodo di lunazione. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 312: Sopra questi aggiugnendo.... e venerdì e sabati, e la domenica del Signore e la quaresima tutta, e certi punti della luna, e altre eccezioni molte.
Esempio: Castigl. Corteg. V. 157: Questo povero gentiluomo, a certi tempi di luna, ha mancamento di cervello.
Definiz: § XXVI. Viso di luna piena, o Faccia, di luna piena, od anche senz'altro Luna piena, dicesi di Viso grosso e tondo. –
Esempio: Giust. Vers. 179: Si succhia in pace l'apatia serena Di quel caro faccione a luna piena.
Definiz: § XXVII. Monna Luna, o Mona Luna. Specie di giuoco fanciullesco, nel quale, tirato a sorte urto che debba dimandar consiglio a Monna Luna, questi viene allontanato dalla conversazione: e dopo avere gli altri eletto fra loro chi faccia da Monna Luna, e richiamato colui che deve dimandar consiglio, e stando tutti in fila, egli lo dimanda a chi crede che sia l'eletto; e se c'indovina, ha vinto il premio; se no, gli è risposto Più su, o Più giù, secondo l'ordine dei seduti, sta Monna Luna, e perde il premio; e allontanato di nuovo, dee ripetere il già fatto, per quattro volte: se invece indovina, colui che veramente è Monna Luna perde egli il premio, e gli tocca a fare quanto ha fatto l'altro. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 311: E giucorno alle braccia, e anco feciono A mena l'uovo, a mona Luna.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 45: Faceva con gli sposi il scaldamane, Talora a mona Luna e guancial d'oro.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 330: Facciamo a mona Luna. F. È troppo da ragazzi. Ve ne son cento più gustosi e belli.
Esempio: Not. Malm. 1, 187: Mona Luna.... Nota che tanto questo giuoco, quanto ogni altro che troveremo nella presente opera, s'altera, modera e diversifica, secondo i gusti e convenzioni puerili.
Definiz: § XXVIII. E da tale giuoco derivò la maniera proverbiale Più su sta Monna Luna, o Più giù sta Monna Luna, che significa: Non ci hai indovinato, Non ti sei apposto, Non hai dato nel segno; ed anche, La cosa non sta così, C'è ben altro, C'è che ire, e simili. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 16, 45: Ah cugino impazzato! Or fussi sogno quel ch'i' ho udito! Più su sta mona Luna, fratel mio; Guarda se in sogno dicevi com'io.
Esempio: Franc. Son. 11: Più su sta monna Luna. E'c'è più bello. – Che c'è? non mi tener tanto in guinzaglio. – Or oltre, io tel dirò; tu vuoi sapello.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 451: Di bel patto, dimandatene. L. F. Chi, chi vuoi eh' i' ne domandi? B. Voi medesimo vo' che ne domandiate, se voi volete farmi questo piacere: ma più su sta mona Luna.
Esempio: Cecch. Dot. 3, 2: Or dico io che la cosa si farà, perchè se la dota non guasta, il parentado mi piace: ma più su sta monna Luna; costoro sono a punto a mezzo del camino.
Esempio: Buonarr. Tanc. 4, 2: Tu lo torrai, e dirai: Gran mercè. T. I' non lo vo', perch'e' non è par mio. G. Più giù sta monna Luna, altro c'è. Ma se d'averti egli ha tanto disio, Se noi non siam suo' par', e erra; Gli è cittadino, e noi zappiam la terra.
Esempio: Not. Malm. 1, 187: Da questo giuoco viene il proverbio nona Luna, che significa: Nella tal cosa è misterio più importante di quel che altri si pensa.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 560: Più giù sta monna Luna. Bisogna profondarsi più nel giudizio e guardare a più cose, prima di decidere e dar sentenza.
Definiz: § XXIX. A buona luna, posto avverbialm. coi verbi Potare a buona luna, Tagliare a buona luna, Seminare a buona luna, e simili, vale Potare, Tagliare, Seminare, e simili, quando questo pianeta è in quell'aspetto che è reputato favorevole, opportuno, a queste o ad altre operazioni; e propriamente A luna scema. E il suo contrario è A cattiva luna. –
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 3, 92: Il primo [bene] è Tesser savio; e l'altro sano; L'altro, rieco e piantato a buona luna (qui per similit.).
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 161, 2: Il generar tarli si dice intarlare, più proprio di quei legnami che sono tagliati secchi in sul suolo, o a cattiva luna.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 10, 3: Come legni tagliati a buona luna, Non vi faran del tempo i tarli offese.
Definiz: § XXX. Onde, Nascere, o simile, a buona o a cattiva luna, dicesi per Nascere fortunato o disgraziato, con buona o con cattiva sorte. –
Esempio: Giust. Vers. 3: Io non mi credo nato a buona luna; E se da questa dolorosa valle Sane a Gesù riporterò le spalle, Oh che fortuna!
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 114: Prego anzi che sia nato a buona luna, E apparisca gentil, galante e bello.
Definiz: § XXXI. E A buona luna, o In buona luna, dicesi a significare In buona, favorevole, disposizione dell'animo.
Definiz: § XXXII. A luna nuova, piena, vecchia, o A luna crescente, decrescente, scemante, e simili, valgono Quando la luna è nuova, piena, vecchia, o Quando la luna cresce, decresce, scema, e simili. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 51 t.: L'oscuramento del sole non può essere se none a luna nuova.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 136: Cogliesi (il pisello) quando i gagliuoli suoi son secchi.... a luna menomante.
Esempio: Pallad. Agric. 285: A luna scemante si tagliano gli arbori.
Esempio: Domen. Plin. 607: Tutte quelle cose, le quali si tagliano, si colgono e si pestano, con men danno si fanno a luna scema, che a luna crescente.
Esempio: E Domen. Plin. appr.: Cuopri le radici de gli alberi a luna piena.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 63: Perchè ella (la cicerchia) resta offesa dai vermicelli della fava, è bene cavarla a luna vecchia con farla ben seccare.
Esempio: Dav. Colt. 496: Vendemmia senz'acqua addosso, subito che è venuta la luna nuova, volendo grande vino e polputo; e volendolo piccolo, a luna scema e logora.
Definiz: § XXXIII. A luna, o Secondo la luna, posto avverbialm., vale A capriccio; e usato a modo di aggiunto, vale Che non è sempre dello stesso umore o pensiero, Mutabile, Capriccioso. –
Esempio: Fag. Comm. 1, 331: Colla signora Leonora non voglio stare; è troppo severa. A. Sta' cheta, ch'io l'ho trovata dianzi assai piacevole.... I. Io però dalla di lei lezione, che mi fece la prima volta che la vidi, non appresi altro che rigidezza e austerità. A. O s'i' ti dico ch'ell'è a lune; col maestro non era così, te lo dich'io. I. Egli ci avrà avuto più fortuna di me.
Esempio: Giust. Vers. 223: E una protesta mi pare opportuna, Se mai pensaste che la poesia Parli a malizia, o secondo la luna.
Definiz: § XXXIV. Al pieno, Nel pieno, Nel tondo, della luna, valgono Nel tempo della luna piena, Nel plenilunio. –
Esempio: Sassett. Lett. 317: Questo inverno comincia qui dai 15 ai 20 di maggio, e generalmente al pieno della luna che accade in quel tempo.
Esempio: Serdon. Stor. Ind. volg. 434: Bisognava aspettare che il mare venisse al sommo crescimento, che si suol fare nel tondo della luna, che i marinari volgarmente chiamano l'acque vive.
Definiz: § XXXV. A punti di luna, o Per punti di luna, posto avverbialm., vale Studiando i punti, o le fasi, della luna per arte astrologica. –
Esempio: Stor. Rinaldin. Montalb. 6: Avevagli Rinaldo fatto fabbricare a punti di luna una nobile armadura.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 175: Qui maestro Calfuccio non è qua Di quei che stanno sul mille, ed a chi Bisogni andare per punti di luna E colle man piene di scudi attorno.
Definiz: § XXXVI. A punti di luna, A quarti di luna, vale Non continuatamente, Di tanto in tanto, Ogni tanto, e propriamente scegliendo il punto o momento buono. –
Esempio: Baldin. Decenn. 5, 306: Alcuni de' più sensati, e per questo e per lo veder che facevano il maestro sì poco lavorare, e come noi dire sogliamo a punti di luna, erano forzati talora ad allontanarsi da quella scuola.
Esempio: Nell. Iac. Forest. 1, 5: Non dico sfuggirlo affatto, ma trattarlo a punti di luna.
Definiz: § XXXVII. A questi lumi di luna, A certi lumi di luna. –
V. Lume, § XL.
Definiz: § XXXVIII. Sotto la luna, vale, figuratam. In questo mondo, Fra gli uomini, in quanto il cielo della luna si considerava come il più basso e che più da vicino circondasse la terra. E lo stesso vale Dal cerchio della luna in giù. –
Esempio: Dant. Inf. 7: Tutto l'oro ch'è sotto la luna, E che già fu, di queste anime stanche Non poterebbe farne posar una.
Esempio: Petr. Rim. 1, 284: Tanti affanni uom mai sotto la luna Non sofferse, quant'io.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 117: Ed a costui di mille Donne elette eccellenti n'elessi una, Qual non si vedrà mai sotto la luna, Benchè Lucrezia ritornasse a Roma.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 210: Tutto l'oro che fu già in terra; e però dice: sotto la luna: imperò che sotto la luna sono i beni terreni, imperò che la luna è l'ultimo pianeta.
Esempio: Nard. Amic. 3, 4: In qual loco Ormai sotto la luna Troverà la mia barca fido porto?
Esempio: E Nard. Amic. 4, 4: Puossi trovare un uom sotto la luna Che, come io, vadi voluntario a morte?
Esempio: Varch. Lez. Verb. 1, 46: Tutte quelle cose che dal cerchio della luna in giù si contengono.... hanno ec.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 201: Sicchè trovammo pur sotto la luna Un letterato grande e di gran nome, Che di costui (del Magliabechi) non ha notizia alcuna.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 365: Or che questi umoristici giornali Ogni cosa che avvien sotto la luna La voglion dire.
Definiz: § XXXIX. Sul fare della luna, o Sul volgere, della luna, o In qualche quarto di luna, vale In momento cattivo, poco opportuno a qualche nostro proposito o desiderio, pel malumore della persona con cui s'ha che fare. Onde la maniera Cogliere alcuno sul far della luna. –
Esempio: Cecch. Dot. 2, 4: I' so, ch'io l'ho colto sul far della luna bene!
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 1, 308: Volete altro, padron? P. Sì, voglio: aspettami, Fastidiosuzzo! L. Oh! la luna è sul volgere.
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 2, 10: Leandro è dunque qui per visitarmi? S.: Signora sì; ed è così umiliato, che fa compassione. I. Digli che non voglio vederlo. S. Oh! che fa qualche quarto di luna?
Definiz: § XL. Abbaiare alla luna. –
V. Abbaiare, § VI.
Definiz: § XLI. Aver la luna di far checchessia, vale Averne la voglia, il capriccio. –
Esempio: Casott. A. Celid. 1, 36: Il dottor senza speranza alcuna, Di fare un trinchevain avea la luna.
Definiz: § XLII. Aver le lune, o Aver la luna a rovescio, vale Essere di cattivo umore, Essere in collera, e simili. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 386: Aver le lune, cioè le paturne; e d'un bisbetico si dice: Aver la luna a rovescio.
Definiz: § XLIII. Aver più della luna scema che della piena, vale scherzevolmente Essere alquanto scemo, di poco senno, scimunito. –
Esempio: Nell. Iac. Astratt. 1, 3: Suo padre non era punto savio, e la madre aveva più della luna scema, che della piena.
Definiz: § XLIV. Dare, la luna, volta, o Voltare in sul volgere, o Essere in sul volgere, vale Incominciare a passare il plenilunio. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 101: Guardate che voi non gli poneste (i magliuoli), se la luna non dà volta. Messer Vieri dice che non sapea gli andamenti della luna.
Esempio: Dav. Colt. 497: In quei dua termini, del fare e del voltare della luna, guardati di non imbottare nè tramutar mai vino.
Definiz: § XLV. E figuratam., rispetto alle disposizioni d'animo in che alcuno si trovi. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 107: Chetati, Improntaccio, cicala, pezzo d'asino. M. Oh! la luna deve essere in sul volgere.
Esempio: Nell. Iac. Mogl. 2, 8: Non ti dubitare: la luna ha dato la volta bene. F. Male: la verserà malamente dunque. Che ci è di nuovo? B. Tutto il peggio che ci può essere.
Definiz: § XLVI. Esser buona, o cattiva, luna, vale Esser momento favorevole, opportuno, ovvero il contrario, a fare o conseguire ciò che vorremmo: e ciò rispetto al buono o cattivo umore delle persone con cui s'ha che fare. –
Esempio: Nell. Iac. Forest. 3, 12: La lascio.... per non inquietarla. S. Farete anche bene. Vi riverisco. C. Oggi non è buona luna. Bisognerà sceglier tempo e maniera più a proposito.
Definiz: § XLVII. Far come la luna, vale Mutare continuamente, Esser mutabile, incostante. –
Esempio: Cecch. Donz. 2, 2: Questi bei ceri fan come la luna, Ogni quindici dì voltan pensiero, Or tutti fuoco, or più freddi che diaccio.
Definiz: § XLVIII. Fare la luna, dicesi per Nascere essa, o Rinnovare essa il sito corso mensuale. –
Esempio: Cant. Cam. 43: Ei non aveva ancor fatto la luna, Il dì che carnescial faceste voi.
Esempio: Bern. Orl. 41, 43: Ogni volta che facea la luna Gli venia nel cervello un'influenzia, Che più non conoscea persona alcuna.
Esempio: E Bern. Orl. 47: Costui ha il tempo suo, io già lo sento; Co' pazzi poco si può guadagnare. Adesso appunto è fuor di sentimento; La luna senza dubbio debbe fare.
Definiz: § XLIX. E figuratam., si dice quand'uno entra in collera, o è di cattivo umore. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 194: Oh bei propositi Da scimunita!... C. E' sarà. T. Va' via. C. A ire; Chè la luna dee fare in su quest'ora.
Definiz: § L. Ed anche per acccennare che alcuno non ha lutto il suo senno, che il cervello gli dà volta, e simili. –
Esempio: Cecch. Mogl. 3, 4: Perchè, vedete se voi siate matta, Io non ebbi mai moglie. S. Oh chi è quella Poveretta che sta là in quella casa?... R. Ditelo a me, e i' lo dirò a voi.... S. Ch' i' vel dica? E' dee toccare ad altri ad esser inatto. R. Andate, andate. S. Oh, e' debbe far la luna. Or ora lo vo a dire alla padrona.
Definiz: § LI. Montar la luna, vale Entrare in collera, Adirarsi gravemente. –
Esempio: Grazz. Pros. 49: Ma vedi, tu mi facesti montare la luna, di maniera che io t'arei manicato senza sale.
Definiz: § LII. Mostrare la luna nel pozzo, o Far vedere, la luna nel pozzo, e, com'anche si disse, Mostrare la luna per lo sole; sono maniere proverbiali, che valgono Ingannare alcuno facendogli vedere o credere una cosa per un'altra, dandogli ad intendere quel che non è, e simili. E Vedere la luna nel pozzo, si dice di persona credula e facile ad essere ingannata. –
Esempio: Ros. Vit. 83: Sì che non ti mostri la luna per lo sole: cioè che non t'inganni nè tradisca.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 168: L'altre si danno buon tempo con gli amanti loro...; e godono e mostrano a' mariti la luna per lo sole: ed io, misera me, ec.
Esempio: Pucc. A. Centil. 89, 9: Nel detto tempo i Fiorentin, veggendo A' tiranni mostrar luna per sole, Faccendo male e bene impromettendo, E che gli avieno tenuti in parole D'oggi in doman ec.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 210: D'altra maniera e altro inganno fu questo che viene, essendo a uno semplice marito da uno frate minore mostrata la luna nel pozzo.
Esempio: Pataff. 6: E la luna nel pozzo a' sottrattosi.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 7, 61: Lasciami andar nella terra a Tibaldo, E mostrerògli la luna nel pozzo.
Esempio: Varch. Ercol. 70: I ciurmatori che cantano in banca o danno la pietra di San Pagolo, i quali, perchè il più delle volte sono persone rigattate e uomini di scarriera, mostrano altrui la luna nel pozzo, danno ad intendere lucciole per lanterne, cioè fanno quello, che non è, parere che sia, e le cose picciole grandi.
Esempio: Grazz. Comm. 21: Il Ciullo iersera ci fece avvertiti, come questa notte era rimasto d'essere col vecchio per mostrargli la luna nel pozzo, e noi per suo consiglio abbiamo ordinato il tutto.
Esempio: E Grazz. Comm. 418: Ehi, uomo da bene, vedesti voi mai la luna nel pozzo?
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 78: Il voler con le ragioni ribatter la sperienza, è un mostrar la luna nel pozzo, un provar, come fanno i sofisti, ch'un uomo sia un cavallo, o ch'egli abbia il naso lungo sei braccia.
Esempio: E Buomm. Cical. 47: Come anche si piglia (il verbo Uccellare) per ingannare, e per dare ad intender lucciole per lanterne; mostrar la luna nel pozzo.
Definiz: § LIII. Mostrare ad alcuno la luna a mezzodì, riferito a persona percossa, ferita, malmenata, vale Fargli provare dolore acutissimo; più comunemente, Far vedere le stelle di mezzogiorno. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 74: A mezzo dì ti mostreran la luna, Quand'essi, chiusi nel duro parete, Con pietre, che una macina è ciascuna, Ti faran chierche, che non porta il prete.
Definiz: § LIV. Che ha che fare la luna co' granchi? o Aver che fare una cosa con un'altra, quanto la luna co' granchi. –
V. Granchio, § XIV.
Definiz: § LV. Alla luna settembrina sette lime se le inchina. Proverbio usato dai campagnuoli, secondo il quale si presume che La luna di settembre dia il prognostico della stagione pei sette mesi successivi. –
Esempio: Lastr. Agric. 5, 229: Alla luna settembrina Sette lune se le inchina. La luna di settembre ci fa prevedere le sette altre che le succedono.
Definiz: § LVI. Di luna al primo marte si fanno tutte l'arte. Proverbio usato ad esprimere un volgar pregiudizio, che Al primo martedì della luna nuova si possa fare qualsiasi cosa senza pericolo che riesca male. –
Esempio: Lastr. Agric. 5, 237: Di luna al primo marte, si fanno tutte l'arte. Al primo martedì della luna nuova si può far tutto.
Definiz: § LVII. La luna di Bologna, o da Bologna; si disse in Firenze per proverbio, motteggiando sopra la dabbenaggine di alcuno, come s'egli fosse capace di credere che a Bologna la luna fosse un'altra da quella di Firenze: il che si raccontava d'uno scolare gaglioffo tornato da quello Studio; e in consimile dettato leggesi essere stato proprio degli Ateniesi, La luna di Corinto. Onde Essere peggio che la luna da Bologna, si disse per Essere, o Apparire, un balordo, un dappoco, e simili. –
Esempio: Sassett. Lett. 188: Arrivato qui, io sono peggio che la luna da Bologna.... Voi mi potevi dire dappoco, molto più scopertamente che voi non avete fatto.
Definiz: § LVIII. La luna non cura l'abbaiar de' cani. –
V. Cane, § LXXXIX.