Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
O.
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O.
Definiz: Particella che serve, in ufficio vocativo, a chiamare le persone da cui vogliamo essere ascoltati; ma si usa comunemente nel linguaggio figurato, con una maggiore o minore enfasi, e specialmente nell'invocazione, nell'apostrofe, nell'interrogazione. ‒
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 172, 19: O malvagi cittadini, procuratori della distruzione della vostra città, dove l'avete condotta!
Esempio: Dant. Inf. 2: O Muse, o alto ingegno, or m'aiutate: O mente che scrivesti ciò ch'io vidi, Qui si parrà la tua nobilitate.
Esempio: E Dant. Inf. 15: E quegli: O figliuol mio, non ti dispiaccia Se Brunetto Latini, un poco teco Ritorna indietro.
Esempio: E Dant. Purg. 19: O Virgilio, Virgilio, chi è questa? Fieramente dicea.
Esempio: Petr. Rim. F. 26: O aspettata in ciel beata e bella Anima,... Ecco novellamente a la tua barca.... D'un vento occidental dolce conforto.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 84: Lagrimando gli basciò la fronte, e con voce alquanto rotta disse: O Andreuccio mio, tu sii il benvenuto.
Esempio: Rucell. G. Ap. 8: O spirto amico, che, dopo mill'anni E cinquecento, rinnovar ti piace E le nostre fatiche e i nostri studj, Fuggi le rime, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 56: Deh, come, o prudentissima mia scorta,... Molti anni prima tu m'hai fatto accorta Di tanta mia viril progenie bella!
Esempio: Cas. Rim. 1, 36: O sonno, o della queta, umida ombrosa Notte placido figlio; o de' mortali Egri conforto,... Soccorri al core omai che langue ec.
Esempio: Tass. Gerus. S. 13, 39: O tu, che dentro a i chiostri de la morte Osasti por, guerriero audace, il piede,... Deh! non turbar questa secreta sede.
Esempio: Buonarr. Tanc. 1, 2: O Cecco, Cecco, i' ti vo' dar la mancia, S'un dì tu mi fai sposo della Tancia.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 320: Italia, Italia, o tu cui feo la sorte Dono infelice di bellezza,... Deh fossi tu men bella, o almen più forte.
Esempio: Fag. Comm. 5, 332: O di casa?... Orsù, costoro se la son colta per non esser chiappati. O di casa? dico.
Esempio: Mont. Iliad. 1, 1: Cantami, o Diva, del Pelide Achille L'ira funesta che ec.
Esempio: Giord. Op. 2, 46: Non ci maravigliamo, o amici, se, essendo noi uomini e parecchi, si trovano opinioni diverse tra noi.
Esempio: Card. Poes. 803: O tu che pasci i buoi presso Mevania Caliginosa, E tu che i proni colli ari a la sponda ec.
Definiz: § E spesso la particella O, in tale ufficio vocativo, si omette. ‒
Esempio: Dant. Inf. 15: Risposi: siete voi qui, ser Brunetto?
Esempio: E Dant. Purg. 30: Dante, perchè Virgilio se ne vada, Non pianger anco, non pianger ancora.
Esempio: Petr. Rim. F. 1: Voi, ch'ascoltate in rime sparse il suono Di quei sospiri.... Ove sia chi per prova intenda amore, Spero trovar pietà, non che perdono.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 97: Filomena.... disse: Donne, quantunque ciò che ragiona Pampinea sia ottimamente detto, non è perciò così da correre, come ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 56: Al quale la donna disse: Tancredi, serba coteste lagrime a meno disiderata fortuna, che questa.