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1) Dizion. 5° Ed. .
COMPARE.
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COMPARE.
Definiz: Sost. masc. Colui che tiene il figlio altrui a battesimo o a cresima; e si dice anche rispetto ai genitori della creatura battezzata o cresimata.
Dal basso lat. compater, che valeva Coniuge, e nel lat. barbaro Compare. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 175: Essendo la donna gravida, pensossi di volere suo compar divenire.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 1, 76: Alcuno.... si fa compare d'alcuno, e leva il suo figliuolo del sacro fonte.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 398: Voi avrete nobilissimo e angelico frutto, ed infino a ora io vi priego, che io sia vostro compare.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 140: Pigliando sì fatti compari, uno o più (al battesimo del bambino), che abbin fede per sè e per altri.
Esempio: Cellin. Vit. 355: Fu lui solo compare, perchè in Francia così è il costume d'un solo compare e dua comare.
Esempio: Cecch. Ass. 5, 8: Che messer Rinuccio e io siamo compari al primo figliuolo.
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 95: Chi torrem noi per compare? Sarà me' ch'io fermi il Conte: La Marchesa di Bramonte Chiamerai tu per comare.
Definiz: § I. Vale altresì Il padre del battezzato, rispetto a chi tiene a battesimo. –
Esempio: Legg. SS. M. 4, 399: Rispose lo santo Abate: Compare mio, andate colla grazia di Dio.
Esempio: E Legg. SS. M. 4, 403: Veggendo l'Abate questo suo compare così tribulato,... disse: Compare mio, non vi conturbate.
Esempio: Gell. Sport. 1, 3: Che è della figlioccia? G. Eh, ella la farà bene. L. Io per me non credo, compar mio, ch'ell'abbia altro male, se non che ec.
Esempio: E Gell. Sport. appr.: Io non ho che darle [in dote, alla figlia]. L. Compare, ei bisogna sconciarsi a queste cose. G. E' bisogna anche potere, comare. L. Voi sapete, ch'egli è mio obbligo il ricordarvelo, non tanto per averla io battezzata, quanto ec.
Esempio: Cellin. Vit. 161: In Firenze era un certo scultore chiamato il Tribolino, ed era mio compare, per avergli io battezzato un suo figliuolo.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 12, 272: Fu suo (di Michelangelo) amicissimo.... el magnifico messer Ottaviano de' Medici suo compare, chè gli (a Ottaviano) battezzò [Michelangelo] un suo figliuolo.
Definiz: § II. Compare, fu denominazione familiare, che si usò specialmente come appellativo, nel senso di Amico: nel qual medesimo senso oggi pure si adopera, ma però o in ischerzo o con una certa ironia. –
Esempio: Vill. G. 448: Un suo compare e confidente il tradì, e l'appostò al Conte.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 272: Era quivi in que' tempi nostro compar Pietro dello Canigiano trasorier di Madama la 'mperatrice.
Esempio: Pulc. L. Lett. 104: Raccomandomi a te.... Tuo compare e servitor Luigi Pulci.
Esempio: Bern. Orl. 4, 57: Ma ito in altra parte il compar era.
Esempio: Bemb. Lett. 2, 119: Di grazia, signor compare mio caro, siavi a cuore questo mio disiderio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 100: Facciamo a dir il vero: se costui Si va con Dio, che sarà? che arà fatto Il compar, che non ha altro che questo [figlio]?
Esempio: Red. Lett. 2, 215: Gnaffe, compare! Voi volete fare alla festa, ma non ci volete concorrere con cosa alcuna del vostro.
Definiz: § III. Compare alla romanesca, si disse proverbialmente, e con un certo scherzo, di Colui che tenga a battesimo il figlio d'una donna con la quale abbia avuta alcuna dimestichezza. –
Esempio: Cecch. Ass. 5, 8: Che messer Rinuccio e io siamo compari al primo figliuolo che 'l Dottore ha.... G. E sarete compari alla romanesca.
Definiz: § IV. Compar di Puglia; e più distesamente, Compar di Puglia, l'uno tiene e l'altro spoglia; dicevasi proverbialmente di Chi è d'accordo con altri a giuntare alcuno, e gli tien di mano. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 152: Corre all'uffizio Degli Otto, e sì mi cita, e mena l'orafo Per testimonio. S. Odi compar di Puglia! Per far che? G. Per provar com'io l'ho compero [l'anello].
Definiz: § V. Essere checchessia come il compare al battesimo; trovasi scherzevolmente, per Essere quella data cosa necessaria, tale da non poterne fare a meno. –
Esempio: Bellin. Bucch. 159: Questa però la non si può lasciare, Ch'ell'è come al battesimo il compare.
Definiz: § VI. Essere compare, Stare compare, Rimanere, compare; vale familiarmente Non riavere il danaro, o la roba, messa fuori per altri, ed anche Pagare per altri contro la propria voglia. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 249: No no, la cosa non si ha a fermar qui: Io non vuo' star compare a venti scudi.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 86: E pel troppo mangiare Nessun soldato può esser compare.
Definiz: § VII. Far compare alcuno, vale Indurlo a sborsar danari con promessa di restituirglieli, senza poi mantenere tale promessa.
Definiz: § VIII. Nè mulo nè mulino, nè signore per vicino, nè compare contadino. –
V. Mulo.
Definiz: § IX. Chi ha il lupo per compare, porti il can sotto il mantello. –
V. Lupo.