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Dizion. 4° Ed. .
DI
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pag.85
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DI.
Definiz: | Segno del secondo caso, e serve non solo a' pronomi, e a' nomi, che non ammetton l'articolo, ma ancora agli
avverbj, alle preposizioni, e agl'infiniti de' verbi; siccome il τοῦ de' Greci. |
Esempio: | Bocc. pr. 5. In cambio di ciò, ch'io ricevetti. |
Esempio: | E Bocc. 8. Intendo di raccontare cento novelle. |
Esempio: | E Bocc. introd. 3. Erano gli anni della fruttifera
incarnazione del Figliuolo di Dio al numero pervenuti di mille trecenquarantotto. |
Esempio: | E Bocc. nov. 40. 12. La qual tornò, e disse di sì.
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Esempio: | G. V. 3. 1. 5. Non però, che fosse della grandezza di prima. |
Esempio: | E G. V. 9. 309. 1. Fuggiti in una casa di verso il borgo di
Bruggia. |
Esempio: | Dant. Par. 17. E poscia per lo ciel di lume in lume, Ho io appreso quel che s'io
ridico, A molti fia savor di forte agrume. |
Definiz: | §. Alcuna volta si lascia per proprietà di linguaggio. |
Esempio: | Bocc. nov. 76. 6. Buffalmacco, e Bruno se n'andarono a cena col prete, e come
cenato ebbero, presi certi argomenti per entrare in casa Calandrino ec. |
Esempio: | Varch. Ercol. 103. A uno, che per trastullare un altro, e aggirarlo colle parole,
lo manda ora a casa questo, ora a casa quell'altro ec. si dice abburattare, e mandar da Erode a Pilato.
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