Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CAVEZZA.
Apri Voce completa

pag.719


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
CAVEZZA.
Definiz: Sost. femm. Arnese di fune o di cuoio, col quale si tien legato pel capo il cavallo, o altra bestia simile, per lo più alla mangiatoia.
Ant. franc. chevesce; spagn. cabezon; antic. ital. capezzo e capezza: voci tutte derivate dal lat. caput, per mezzo di capitium, che a' bassi tempi significò anche l'accollatura della tunica, e si disse altresì cavezium e cavezius. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 27, 102: O Vegliantin, tu non vuoi più cavezza.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 197: Gittatemi le mani alla cavezza, mi voleva tirare in ver lui.
Esempio: Dav. Tac. 1, 49: Un cavallo, rotta la cavezza, spaurito dalle grida, correndo, si avvenne in certi, e sbaragliolli.
Esempio: Segner. Incred. 150: Onde possa un puledro sperar di rompere quella cavezza, che il priva di libertà, ma non lo possa ec.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 231: Acchiappa il somarin per la cavezza, Ed a saltarvi su di terra prova.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 19: Non potendo più star per l'allegrezza, L'irto crine scuoteva e la cavezza.
Definiz: § I. E in locuz. figur. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 28: O guarda, se costoro hanno la fretta Maggior, costui di mandar via il ragazzo, L'altro di menar moglie, chè la bestia È gagliarda a romper le cavezze (qui per ironia riferito a un vecchio).
Definiz: § II. E per estensione, trovasi poeticam., detto di Legatura simile a cavezza o a capestro, ed anche di Redini o Guide. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 2, 320: Ella [Europa] fa d'una cinta una cavezza.... Legare il toro allegro il corno lassa, E poi la segue come un cane a lassa.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 24: Quello sventato in un cantone cozza,.... Quegli incontra un cristiano, te lo mozza, E un giorno egli medesimo s'ammazza; Ma chi ha mitidio, e la sua vita apprezza, Non la fida a una bestia, a una cavezza.
Definiz: § III. Cavezza si disse per similit. la Fune con che s'impiccavano gli uomini, Capestro. –
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 153: Par da pensare, o che 'l suo premio fusse danari e somma non piccola, per dare animo a gli altri di rivelare le congiure a' principi, o una cavezza dorata ed unta, qual meritava il peccato suo.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 50: Risiede in mezzo, il paretaio del Nemi, D'un pergolato, il quale a ogni corrente Sostien con quattro braccia di cavezza Penzoloni che sono una bellezza.
Esempio: Not. Malm. 2, 489: Cavezza....: il poeta la chiama così perchè è legata pel collo e capo degli impiccati a quei correnti.
Definiz: § IV. Quindi figuratam. e per ingiuria dicesi Cavezza a Persona sagace e trista, e per lo più a Servo o Fanciullo, quasi Degno di cavezza; Furfante, Briccone. –
Esempio: Cecch. Donz. 4, 8: Sbietta. S. Signore. Tr. Onde si vien, cavezza?
Esempio: Salv. Granch. 1, 2: Eh forchetta, Forchetta! Io ti so dir, cavezza.
Esempio: Bracciol. Schern. 3, 44: Rivolgendosi a lui, grida: cavezza, Levamiti di qui, vanne in malora.
Esempio: Red. Poes. 271: Tu sei pur la gran cavezza, Sempre avvezza A truffar or questo e or quello.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 425: Oimè son tutto pesto; Un lume per limosina. L. Vespino, Un lume. V. Di lucerna o di candela? P. Come tu vuoi, cavezza.
Definiz: § V. A cavezza, detto di cavalli, coi verbi Essere a cavezza, Tenere a cavezza, e simili, vale Con la sola cavezza, ed anche Per la cavezza.
Definiz: § VI. E figuratam., riferito a persona, vale In soggezione, Sotto stretta custodia o vigilanza.
Definiz: § VII. Sulla cavezza; maniera avverbiale, usata coi verbi Pagare sulla cavezza, Sborsare sulla cavezza e simili, e vale Nell'atto stesso in che si compra: riferiscesi propriamente a contrattazioni di cavalli, ma per estensione dicesi anche d'altre cose. –
Esempio: 7, 220: Frappoco ci vorran scudi trecento Sulla cavezza, innanzi che la suora Di professar mai più provi il contento.
Esempio: Ricc. L. Teofr. Caratt. 3, 246: Quel farsi pagare dal compratore subito, e come diremmo sulla cavezza, era cosa ordinaria de' Greci.
Definiz: § VIII. Dare in una cavezza; modo basso, e oggi quasi fuori d'uso, il quale significa Essere impiccato per propria imprudenza, Incappare nella pena dell'impiccatura, Buscarsi la forca. –
Esempio: Cellin. Vit. 186: E perchè gli aveva sentito dire al Duca: Benvenuto faceva molto meglio a morirsi, perchè gli è venuto qui a dare in una cavezza, e non gnene perdonerò mai; venendo Niccolò a me, disperatamente mi disse: Oimè, Benvenuto mio caro, che se' tu venuto a far qui? non sapevi tu quel che tu hai fatto contro al Duca? che gli ho udito giurare, dicendo che tu sei venuto a dare in una cavezza a ogni modo.
Definiz: § IX. Levare la cavezza ad alcuno o Togliere la cavezza ad alcuno, vale farlo libero di sè, Levarlo di soggezione, Francarlo. –
Esempio: Bern. Orl. 5, 31: Tu puoi, fratel, levarmi la cavezza; Cioè, se vuoi, mi puoi libero fare.
Definiz: § X. Mettere ad alcuno la cavezza al collo o alla gola, vale figuratam. Obbligarlo con forza o Violentarlo a far cosa ch'e' non potrebbe o non vorrebbe fare; oggi più comunemente Mettere il laccio al collo. –
Esempio: Varch. Suoc. 1, 4: Non doveva però mettermi la cavezza alla gola di que' cento ducati, che bene sapeva, che io non gli aveva nè gli poteva provvedere così tosto.
Esempio: Nell. Iac. Faccend. 1, 6: I' ci son stata chiamata [in casa], e s'i' credevo ch'e' mi ci si volesse mettere la cavezza al collo (cioè, costringerla a rappattumarsi col marito) non ci sarei venuta.
Definiz: § XI. Usasi anche per Far pagare ad alcuno una cosa, della quale egli abbia stretta necessità, o vivo desiderio, più assai di quel ch'ella valga; ed altresì Acquistare a scarso prezzo una cosa, profittando delle strettezze del venditore. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 137: Egli.... è in Roma dove presentemente litiga, e spesso si riduce così al verde, che, a pigliar la congiuntura, se gli metterebbe con pochi denari la cavezza alla gola.
Definiz: § XII. Rompere la cavezza o Strappare la cavezza, vale figuratam. Darsi sfrenatamente ai piaceri, ai vizj; e dicesi più particolarmente di giovani. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 417: Non vuole, che non avendo scorso la cavallina, non avendo rotta la cavezza quando era giovane, faccia ciò poi con poco decoro da vecchio.