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Dizion. 5° Ed. .
LAZZO, con la doppia z dolce
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pag.163
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LAZZO, con la doppia z dolce. Definiz: | Sost. masc. Atto giocoso che muove a riso; ed altresì Burla, Buffonata, e simili. – |
Esempio: | Lipp. Malm. 5, 67: E col lazzo del Piccaro spagnuolo, Che dalla mensa vuol tutti lontani. |
Esempio: | Not. Malm. 1, 436: E questo si dice: Il lazzo del Piccaro Spagnuolo, cioè la invenzione dello spagnuolo furbo. D'onde poi lazzo, lazzeggiare significa qualunque azione che facciano i comici per esprimere il lor pensiero. E lazzo, che in spagnuolo significa laccio, si prende da noi per quel che i Latini direbbero captio, sophisma, commentum.... Ed in questo significato va proferito con la s dolce. |
Esempio: | Baldin. Decenn. 6, 50: Il Granduca intanto, che sperava d'aver a vedere qualche bel lazzo, di quei che sapeva fare Giovanni, andò ancor esso, ec. | Esempio: | Fag. Comm. 1, 72: Di' un po' di grazia, di chi ghi (gli) è innamorato? L. Ghi (gli) è innamorato di me. C.... Che lazzo è questo? e chi te l'ha detto? L. Lui. |
Definiz: | § I. E per Caso che ha del comico, Scena, e simili. – |
Esempio: | Salvin. Lett. IV, 1, 284: Ci è stato un signore,... il quale per lo stupore ammutolì, e non seppe dir parola; che ci ho avuto un gusto matto a veder questo lazzo. |
Definiz: | § II. Vale anche Detto, Tratto, spiritoso, o simile. – |
Esempio: | Panciat. Scritt. var. 46: Ognun di voi sa il lazzo di Mezzettino, che all'osteria, non potendo aver del cervello, non dice nè meno all'oste: Scrivi; perchè si vale del proverbio: Chi non ha cervello, abbia gambe. |
Esempio: | Giobert. Ges. mod. 1, 104: Scherza qualche volta con sale; ma per lo più i suoi lazzi sono volgari, freddi e di cattivo gusto, le sue movenze sono gravicciuole, e sanno troppo del convento e del refettorio. | Esempio: | E Giobert. Ges. mod. 1, 297: Se il lettore viene a sospettare che i lazzi siano un palliativo dell'ignoranza, l'ilarità sua muta oggetto e si esercita alle spalle di chi deride. |
Definiz: | § III. Reggere il lazzo, o Tenere, il lazzo, vale Sostenere la burla, la celia, o simile; Secondarla. – |
Esempio: | Monigl. Poes. dramm. 3, 318: Provano, signor sì, (tenete il lazzo) Provano la commedia, Per rendere immortale Di vostre nozze il chiaro giorno. | Esempio: | EMonigl. Poes. dramm. 3, 434: Seconda quel ch'io dico, Tieni il lazzo, e vedrai Ch'io ti son buon amico. |
Esempio: | Fag. Comm. 3, 92: Io fui più dolce del mostacciuolo, e la Menica resse il lazzo. |
Esempio: | E Fag. Comm. 6, 300: S'è accordata benissimo a regger il lazzo, e a far impaniar maggiormente costui. | Esempio: | E Fag. Comm. 7, 84: Vogghio regger il lazzo. |
Definiz: | § IV. E in locuz. figur. – |
Esempio: | Fag. Comm. 1, 200: Ch'ho io a reggere? che s'ha a portar qualche peso? C. Reggi il lazzo; o questo è duro! |
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