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1) Dizion. 5° Ed. .
FANGACCIO
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FANGACCIO.
Definiz: Peggiorat. di Fango; ma vale lo stesso che Fango, e propriamente dicesi di quello degli stagni, paludi, fiumi. –
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 218: E questa gente Fitti nel limo, cioè in quel fangaccio del palude, dicon: Tristi fummo.
Esempio: Burch. Son. 1, 69: I ranocchi che stanno nel fangaccio.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 215: Forma [l'alga marina] una gran piazza d'innumerabili ceppaie fortemente attaccate in quel fangaccio concatenandosi ec.
Esempio: Targ. Viagg. 3, 37: Io mi figurai adunque che nella vallata.... si scaricasse una volta qualche acqua fluente torbida, sicchè in lunghissimo tempo riempiesse di fangaccio e creta la parte più bassa del vallone.
Esempio: E Targ. Valdin. 1, 68: Sarà sempre un'ottima cosa per il paese il surrogare.... acqua di un fiume all'acqua putrefatta d'un pantano, e sotterrare il di lui pestifero fangaccio con una crosta di purissima e sanissima belletta.
Definiz: § I. Per estensione, parlandosi di miniere. –
Esempio: Senec. Pist. R. 156, 22: Infino a tanto che l'uomo li purga (l'oro e l'argento) del loro fangaccio e della loro ruggine.
Definiz: § II. Si usò per Feccia, Posatura, ed altresì per la Parte peggiore di checchessia. –
Esempio: Stratt. Port. T. A. 42: Fangaccio d'azzurro, la libbra, danari due.