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IZZA.
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IZZA.
Definiz: Sost. femm. Ira, Collera, Rancore, Dispetto: voce oggi non comune.
Dall'antico tedesco hiza. –
Esempio: Liv. Dec. 1, 132: Percossersi insieme per sì grande izza, che nè l'uno, nè l'altro non si ricordò di guarentire suo corpo.
Esempio: E Liv. Dec. 1, 188: Tuttavia più ne morirono fuggendo che nella battaglia: tanto li cacciarono i cavalieri per la grande izza.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 441: L'izza e l'ira menomano i dì (lat. zelus).
Esempio: Vill. M. 324: Menò seco due di quegli da Beccheria; e fecegli fare cavalieri allo 'mperadore, e questo accrebbe l'izza e la malavoglia a' tiranni.
Esempio: Pier. Cron. 61: Al costui tempo avendo in Firenze molte izze e brighe, e già fatta de la parte Guelfa due punti, l'una si dicea Nera e l'altra Bianca.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 382: Le loro izze m'hanno sopratenuto.
Esempio: Franc. Son. 44: Ti caverò ben io del capo l'izza.
Esempio: Dav. Tac. 1, 28: Eranci poi l'izze donnesche.
Esempio: E Dav. Tac. 2, 36: Aveva la passata guerra l'antiche izze tra Lionesi e Viennesi raccese per più danni fattisi e maggiori che ec.
Definiz: § Prender izza, vale Adirarsi, Incollerirsi, Corrucciarsi. –
Esempio: Gio. Fior. Nov. 8: Ancora [Papa Nicola] prese izza col re Carlo, per cagione che ec.
Esempio: Pap. L. Coment. 6, 269: Gl'Inglesi non vollero mai consentirgli il titolo vano d'imperatore, nè egli comprese mai quanto, invece di quella fanciullesca izza ch'e' ne prendea, sarebbegli stato dicevole e dignitoso un nobile e magnanimo disprezzo pel cambiamento di sua fortuna.