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1) Dizion. 5° Ed. .
LASCIVETTO.
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LASCIVETTO.
Definiz: Diminut. di Lascivo. Alquanto lascivo; detto di persona, o di suo atto, o parte del corpo; anche figuratam. –
Esempio: Giambull. P. F. Appar. 32: La terza (delle Muse), più lascivetta che l'altre, e da molti odori accompagnata, vestiva di splendido drappo.
Esempio: Alam. L. Gir. 1, 101: Gli antichi amori, Onde ogni carta de i poeti è piena, Che van scaldando i lascivetti cori, ec.
Esempio: Bus. Lett. 1: Non è mal uomo, sebbene un poco lascivetto ed avaruzzo.
Esempio: Marchett. Anacr. 30: Dipingigli (gli occhi) umidetti, Tremuli e lascivetti, Quai gli à Ciprigna l'alma dea d'Amore.
Definiz: § I. E per similit. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 297: Nello alzarsi (la gola) vuol distendersi tutta, e quasi imitare la lascivetta palomba, che abbia il collo d'oro e d'ostro dipinto.
Definiz: § lI. E figuratam. –
Esempio: Red. Ditir. 24: Ove le viti in lascivetti intrichi Sposate sono, in vece d'olmi, a' fichi.
Definiz: § III. E per Che spira un po' di lascivia, Che eccita alquanto a lascivia; detto di favola, canto, e simili. –
Esempio: Grazz. Pros. 7: Venendo alla mia favola..., sarà, più tosto che no, alquanto lascivetta e allegra.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 12: Vezzosi augelli in fra le verdi fronde Temprano a prova lascivette note.
Definiz: § IV. E per Alquanto vivace, Saltellante, e simili. –
Esempio: Crudel. Rim. 133: Vedrem le agnelle..., Prive d'ogni timore, Candide e lascivette Pascer le molli erbette.
Definiz: § V. In forza di Sost. Ciò che solletica alquanto i sensi. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 276: Diciamo: la tale è vaghetta, quando parliamo d'una che ha un certo lascivetto e un certo ghiotto, colla onestà mescolato.