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1) Dizion. 5° Ed. .
CARDARE
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CARDARE.
Definiz: Att. Cavar fuora il pelo a' panni col cardo. –
Esempio: Cant. Carn. 183: Ma quei panni che fieno Invecchiati bisogna, A chi non vuol vergogna, Cardargli ben, poi fargli accotonare.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 42: Io non dico de' cardi da cardare.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 698: Il dissaco, il qual chiamano Labro di Venere, è notissimo in tutta Italia, e massime in tutti quei luoghi dove si lavora di lana. Imperocchè con la ricciuta testa, che produce egli con ritorte spine nelle sommità dei fusti, si cardano i panni e le berrette per trarne fuori il pelo.
Esempio: Not. Malm. 1, 295: Del qual fiore [del cardo], quando è secco, si servono per pettinare ed unire il pelo de' panni; e però lo dicono Cardare: ed è il latino Carminare.
Definiz: § I. Vale anche Pettinare col cardo, per lo più di ferro, la lana; Scardassare. –
Esempio: Leggend. SS. BB. 2, 20: Rimasto povero [il beato Salvestro], venne a Firenze, e dettesi a cardare o vogliamo dire scardassare la lana.
Definiz: § II. E in locuzione figurata. –
Esempio: Cant. Carn. 2, 322: Chè cardan volentieri Non solo i purgatori e' berrettaj; Ma c'è degli altri assai Che cardan, per accrescer gli altrui danni, La carne, l'ossa e' nervi, e non i panni. (Detto de' maldicenti.)
Definiz: § III. Figuratam. Dir male aspramente di alcuno, Sparlare de' fatti suoi; che oggi più comunemente dicesi Pettinare. –
Esempio: Cant. Carn. 2, 321: Chi cardar si sente, Quand'il tempo gli par conforme ed atto, Faccia quel ch'altri ha fatto.
Esempio: E Cant. Carn. appr.: Ch'e' carda sè chi cardar altri crede.
Esempio: Varch. Ercol. 55: D'uno che dica male d'un altro, quando colui non è presente, s'usano questi verbi: cardare, scardassare; tratti da' cardatori e dagli scardassieri.
Definiz: § IV. Pur figuratam., trovasi riferito ad averi, sostanze, per Assottigliare, Diminuire. –
Esempio: Buonarr. Sat. 9, 279: Il mondo pera, precipiti e arda, Vuol gettar, starnazzare a occhi chiusi, E 'l suo consuma, non pur cima o carda.
Definiz: § V. Cardare d'oro, o d'argento, si disse in pittura per Fregiare d'oro o d'argento a piccoli tratti o tocchi. –
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 103: E se volessi fare alcun disvariato pesce, cardalo d'alcune spine d'oro.
Esempio: E Cennin. Tratt. Pitt. 112: Di questo così fatto oro macinato, o ariento, o oro di metà, tu ne puoi ancor cardare vestiri a modo antico, e farne certi adornamenti, i quali per li altri non molto s'usano, e fannoti onore.