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INASPRARE, e talora anche INASPERARE e INNASPRARE.
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INASPRARE, e talora anche INASPERARE e INNASPRARE.
Definiz: Att. Fare, Rendere, aspro, scabro, ruvido, irto, e simili. –
Esempio: Barber. Regg. Donn. 379: Il sole e 'l vento, la fame e la sete, E la paura e 'l fummo e le stufe, E 'l lavar col vino e col ranno,... Dimagra, annera ed innaspra la pelle.
Esempio: E Barber. Regg. Donn. 392: L'acque delle citerne, perchè innasprano la pelle, non usava.
Esempio: Alam. L. Colt. 5, 993: Non pur d'esso I vostri biondi crin, le bianche mani Vi potrete addolcir, ma render molle Quanto cuoce il calor, o innaspra il gielo.
Esempio: Chiabr. Guerr. Got. 6, 46: Così cinghial.... Infiamma gli occhi di veneno e d'ira, E tutto inaspra il setoloso dorso.
Definiz: § I. Figuratam., per Rendere più acerbo, più tormentoso, più crudo, e simili, riferito a male, a dolore anche morale, e simili. –
Esempio: Ar. Rim. 1, 274: Come tortora in ramo senza foglie, Che poi ch'è priva del fido consorte, Sempre più cerca inasperar le doglie.
Esempio: Domen. Plin. 756: Inasperano [le palme fresche] la tosse e crescono il corpo.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 10: E poscia (ahi quanto a ricordarlo è duro! Quest'è quel che più inaspra i miei martiri) Ne' bei seggi celesti ha l'uom chiamato, L'uom vile, e di vil fango in terra nato.
Esempio: E Tass. Gerus. 11, 55: Pur s'avvede egli poi, che nol sostenta La gamba offesa troppo ed impedita; E che inaspra agitando ivi l'ambascia: Onde sforzato alfin l'assalto lascia.
Esempio: Alf. Trag. 1, 86: Ogni tuo dire è punta Che in lui più innaspra la superba piaga.
Definiz: § II. E pur figuratam. e poeticam., riferito a mare o onde, vale Far crudele, Rendere tempestoso e pericoloso. –
Esempio: Ugurg. Eneid. 85: E verno di ghiaccio inaspra l'onde con acqueloni (il lat. ha: asperat undas).
Definiz: § III. Altresì figuratam., riferito a danno o simile, per Render più forte o grave, Aggravare. –
Esempio: Tass. Gerus. 13, 54: Non parte mai [il sole] che, 'n rosse macchie tinto, Non minacci egual noia al suo ritorno, E non inaspri i già sofferti danni Con certa tema di futuri affanni.
Definiz: § IV. E per Rendere più selvaggio, più fiero, e simili, riferito a natura, istinto, indole, e simili. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 445: Non vedi tu come tutti gli animali, sì tosto che a nuocere si levano, tracorrono, e in tutto 'l corpo escono di loro usato e posato abito, e inasprano la fierezza loro?
Definiz: § V. Riferito a lite, guerra, pugna, e simili, vale Render più fiero, più violento, feroce, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 63: Il popol contra lui tutto converso, Più e più sempre inaspera la guerra.
Definiz: § VI. E riferito a persona, vale Esasperare, Inasprire, Irritare, Provocare a mal talento, a ira, a odio, e simili. –
Esempio: Libr. Amor. 8: Ma se le mie parole in alcuna cosa inasprasser la tua persona, accrescimento sarà delle mie pene.
Esempio: Ricc. A. M. Fond. Sap. volg. 105: Le mani, a chi t'inaspra, addosso non metterai.
Definiz: § VII. Pure per Irritare, Esacerbare, e simili, riferito a volto, ad aspetto, e simili. –
Esempio: Leopard. Paralip. 3, 33: Tu nominato ogni benigno volto Inaspri ed ogni cor placido scoti.
Definiz: § VIII. Neutr. e Neutr. pass. inasprarsi Divenire, Farsi, aspro o più aspro al tatto, cioè ruvido o più ruvido; detto di cosa materiale. –
Esempio: Tass. Mond. cr. 124: Le piante, ancor novelle e verdi, Han polita la scorza e quasi estesa. Ma s'addivien che per molt'anni invecchi, S'empie di rughe ed increspata inaspra.
Definiz: § IX. Figuratam., detto di male fisico, piaga, e simili, vale Inacerbire, Farsi più tormentoso, Inciprignire. –
Esempio: Tass. Gerus. 12, 85: Qual in membro gentil piaga mortale, Tocca, s'inaspra, e in lei cresce il dolore; Tal, ecc.
Definiz: § X. Pur figuratam., detto di persona, di sua indole, natura, carattere, e simili, vale Divenir aspro, ruvido, intrattabile; e con più grave senso, crudele. –
Esempio: Petr. Rim. 107: Onde, come nel cor m'induro e 'naspro, Così nel mio parlar voglio esser aspro.
Esempio: Sannaz. Arcad. 117: E via più dentro al cor mi induro e inaspero.
Esempio: Car. Rim. 78: Or s'io m'inaspro, e se da me traligno, È perchè t'aggio indarno assai sofferto.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 99: Non mi posso tener nè voglio, Amore, Crescendo al tuo furore, Ch'io non tel dica e iuri: Quanto più inaspri e induri, A più virtù l'alma consigli e sproni.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 3, 2: Ma riman lor gran parte della bestia, Che ne sa sempre mai, O del rozzo natio ch'ognor più inaspra, E colto più s'indura.
Definiz: § XI. Pur detto di persona, vale figuratam. Esasperarsi, Commuoversi a sdegno, ira, odio, e simili, Irritarsi, Inasprirsi. –
Esempio: Varch. Rim. 1, 10: Quanto meco tal or m'induro e inaspro Veggendo come in van mia vita vole, Tanto pensando a voi, vivo mio sole, Intenerisco, e me stesso disaspro.
Esempio: Car. Eneid. 12, 639: Contro a lo stral, contro a se stesso S'inaspra, e frange il telo, e di sua mano Ripesca il ferro.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 418: Questo è 'l deserto, entro le cui serene Ombre alpestri m'interno, e quanto all'aspro M'accosto più, m'inaspro Più co' miei sensi.
Esempio: Cesar. Vit. Crist. 3, 211: I Farisei e gli Scribi, tutti sapienza e scritture, che mille volte l'aveano veduto e sentito parlare (Gesù), non che si commovano punto, ma si inasperano per le sue parole, indurano e son macerati da fiero odio e da rabbia contro di lui.
Definiz: § XII. Detto di pugna, contrasto, lite, e simili, vale Farsi violento, o più violento, Infierire più e più, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 50: S'incrudelisce e inaspra la battaglia.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 106: Fera è la pugna, e quanto più si mesce E stringe insieme, più s'inaspra e cresce.