Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
DICIOTTO.
Apri Voce completa

pag.272


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
DICIOTTO.
Definiz: Add. numerale cardinale indeclinabile. Che consta della diecina e di otto unità.
O da dieci e otto, o per sincope dal lat. decedocto, onde dicidotto, che vive in qualche vernacolo toscano. –
Esempio: Fr. Giord. Pred.: Giovane baldanzoso nella età di diciott'anni.
Esempio: Stor. Pistol. 2: Avea quella schiatta in quel tempo diciotto cavalieri a speroni d'oro.
Esempio: Morell. Cron. 339: Chi non v'era (nello Steccato) a ore diciotto, non vi potea entrare.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 209: Dovendo per comandamento del suo capitano portar certe lettere, allor mi vendè diciotto lire a due fratelli, i quali stavano con un signore di casa Orsina.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 14, 103: Diciotto andammo alle temute porte.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 1, 61: Fatte ancor non avea diciotto miglia.
Definiz: § I. E in senso indeterminato, se parlisi di atti ripetuti, l'usiamo per Parecchi; se di persone presenti a checchessia, per Non molte. E più spesso dicesi Diciotto o venti. –
Esempio: Lipp. Malm. 2, 74: Mio padre te lo disse fuor de' denti, Ed io pur te lo dissi a buona cera, Non una volta, ma diciotto o venti.
Definiz: § II. Più di diciotto, vale Non pochi, Molti. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 63, 77: Co' suoi ridotto, Cavalcò a Peretola altra volta, E a Signa ne menò più di diciotto.
Definiz: § III. Usasi anche in forza di Add. ordinale, in vece di Diciottesimo. –
Esempio: S. Gir. Grad. 49: Lo diciotto grado di questa santa Iscala si è albergare lo povero.
Esempio: E S. Gir. Grad. 71: Lo diciotto grado, albergare i poveri.
Definiz: § IV. In forza di Sost., Il numero o La somma di diciotto.
Definiz: § V. E usasi pure a denotare Il diciottesimo giorno di un dato mese, o L'anno diciottesimo del secolo del quale si discorre.
Definiz: § VI. E parimente nel senso di Giorno diciottesimo di un dato mese, adoperasi comunemente nel plurale, massime nelle date.
Definiz: § VII. Aver diciotto in volta, si disse figuratam., con maniera tolta dal giuoco della zara, per Essere in gravissimo rischio. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 11, 87: Astolfo avea della morte paura Perchè ha diciotto in volta, e vanne il resto.
Definiz: § VIII. Tener l'invito del diciotto, pur con maniera tolta dal giuoco, si disse per Affrontare risolutamente qualunque cimento o pericolo a cui altri c'inviti. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 3, 71: E Ulivier.... Que' Saracini affetta come pani, E sopra Vegliantino era salito, E del diciotto teneva ogni invito.
Definiz: § IX. Quindi il modo proverbiale: E' terrebbe l'invito del diciotto; che dicevasi di Chi è soverchiamente loquace. –
Esempio: Varch. Ercol. 125: Di simili gracchioni si dice ancora: e' terrebbe l'invito del diciotto.
Definiz: § X. Tirare diciotto con tre dadi, e oggi più comunemente Fare, diciotto con tre dadi, o semplicemente Trar diciotto, vale Avere in una data contingenza o impresa la maggior fortuna, o il migliore incontro, che si possa mai; ed è parimente maniera proverbiale tolta dal giuoco di tre dadi, nel quale diciotto è il maggior punto che si possa fare. –
Esempio: Grazz. Comm. 412: Se non si trae diciotto, per Fabio è ito il resto.
Esempio: Lipp. Malm. 9, 2: Là gli uomini si disfanno. e chi ne scampa Ha tirato diciotto con tre dadi.
Esempio: Fag. Comm. 2, 63: Se.... non mi mangia l'ossa, e mi paga, mi vuol parere d'aver fatto diciotto con tre dadi.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 66: Ho trovata la vigna del Signore, Ed ho fatto diciotto con tre dadi.
Definiz: § XI. Diciotto di vino; dicesi di Chi, senza volere ascoltar ragioni, tien fermo su qualche cosa, nè si cura del resto. Ed è maniera proverbiale, ma bassa, derivata dalla storiella di un bevitore, il quale, avendo da spendere soli 20 soldi per desinare, e facendo i suoi conti, gl'incominciava sempre dall'assegnarne diciotto al vino, adattandosi in vario modo pel restante, purchè la porzione del vino rimanesse quella. –
Esempio: Giust. Vers. 269: Eccoli là che sgobbano Piantati a tavolino; E lì coll'orologio, E diciotto di vino.
Definiz: § XII. Fra' diciotto e' diciannove, e più compiutamente Fra' diciotto e' diciannove è la festa a San Marcello; maniera equivoca, usata scherzevolmente dal popolo, per dire ad alcuno ch'egli è Fradiciotto, cioè Alquanto fradicio, Mezzo marcio, ossia Mezzo tisico. –
Esempio: Casott. A. Celid. 2, 38: Vediam quest'altro: oimè, che cosa è questa? Gli è molto bolso, rifinito e frollo;... stimo.... Ch'egli sia fra' diciotto e i diciannove.