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1) Dizion. 5° Ed. .
FORCHETTA.
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FORCHETTA.
Definiz: Diminut. di Forca. Piccola forca.
Definiz: § I. Forchetta, dicesi comunemente e in senso particolare Quel piccolo arnese con tre o quattro rebbj, di ferro o d'altro più pregevole metallo, del quale ci serviamo a tavola per infilzare la vivanda e portarla alla bocca. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 297: E n'avea già mandati sei bocconi giù, che Giovanni avea ancora il primo boccone su la forchetta, e non ardiva, veggendolo molto fumicare, appressatosi alla bocca.
Esempio: Invent. Pal. Signor. 218: Quarantacinque forchette d'ariento, usate.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 251: A dì 20 di febbraio. Fior. 8 a Maso Finiguerra, e sono per una dozzina di forchette d'ariento.
Esempio: Grazz. Comm. 229: Metti in punto lo stagno, i coltelli e le forchette d'ariento.
Esempio: Salv. Spin. 2, 3: Sono ancor le cose tutte per camera, e tra l'altre il suo forzierino, dove e' tiene le forchette e i cucchiaj d'ariento.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 11: A me vien voglia Di veder se per terra Fusse rimasa almen qualche forchetta, Cucchiaio, o cosa tal.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 349: Quanto si poneva in bocca, tutto levava gentilmente con una forchetta d'oro.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 1, 26: Chi la forchetta impugna, e di lontano Infilza una polpetta o un fegatello.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 37: Dopo, un buon pesce in tavola si metta, Ma ritta ci rimanga la forchetta.
Esempio: E Panant. Paret. 64: Appena il pranzettino è quasi cotto, Corriam con una fame maledetta;... Le dita da coltello e da forchetta, Fan da piatti le lastre.
Definiz: § II. Forchetta, vale anche per Legno o Istrumento biforcuto. –
Esempio: Senec. Pist.: Aveano forchette dintorno e di sotto che le sostenesse.
Esempio: Cellin. Pros. 193: Ne' quali sportelli si fa in ciascuno dua buchi,... e' quali servono a mettervi una forchetta fatta a proposito di ferro, con la quale volta per volta che gli è di bisogno si lieva e pone i detti sportelli.
Definiz: § III. E per similit. –
Esempio: Sacch. Op. div. 30: Nota, che Pittagora aggiunse all'abicì il fio, e fra l'altre figure appropria il gambo di sotto al fanciullo nella sua adolescenzia, e quando viene crescendo in su, giugne alla forchetta del fio.
Definiz: § IV. Forchetta, si disse Un'asta di legno munita in fondo di un puntale di ferro, a fine di fermarla in terra, e in cima di un mezzo cerchio pur di ferro, entro il quale si posava il moschetto per aggiustare il colpo e sparare. –
Esempio: Montecucc. Op. 1, 86: Deono i moschettieri portar la forchetta per accertar meglio il tiro; e fia grande vantaggio se ella avrà nella cima una punta come uno spiedo per piantarla, al bisogno, contro la cavalleria.
Esempio: E Montecucc. Op. 2, 124: I moschetti del Turco sono più lunghi di canna che i nostri, e più piccoli di calibro; non hanno bandoliere o patrone, onde più tempo mettono a ricaricarli; la tempra del ferro è ottima, e perciò caricano polvere uguale al peso della palla, e tirano assai più lunge, e fanno passata maggiore de' nostri; non portano forchette, onde il tiro è meno giusto; la lor miccia è di bombace ritorto.
Definiz: § V. E Forchetta, nell'arte del Tintore, si disse a Un'asta molto lunga con punte in cima, adoperata a rimenare il sapone nella caldaia, dove si cuoce la seta. –
Esempio: Tratt. Set. 13: E abbi apparecchiata la caldaia con l'acqua calda, e messovi dentro il sapone, e bene disfattolo con una forchetta atta a ciò.
Definiz: § VI. Forchetta, trovasi detto figuratam. a Ragazzo d'indole non buona e disposto a fare qualche mala azione: comunemente Forca. –
Esempio: Salv. Granch. 1, 2: Eh forchetta, Forchetta. Io ti so dir, cavezza.
Definiz: § VII. In punta di forchetta, e si disse anche Per punta di forchetta, coi verbi Favellare in punta di forchetta o per punta di forchetta, Parlare in punta di forchetta o per punta di forchetta, e simili, vale Con parole squisite e affettatamente: presa la similitudine da coloro, i quali infilano delicatamente le vivande con la punta della forchetta, e leggermente se le accostano alla bocca. –
Esempio: Cecch. Donz. 2, 2: Oh to' su, povero Lapo; In tua vecchiaia avvezzati a parlare Per supplica, e per punta di forchetta.
Esempio: Magal. Lett. scient. 166: Il mio Becar mi smarrì, o per parlar più in punta di forchetta, che io smarrii il mio Becar nel bosco di S. Rossore.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 461: Questi delicati e leziosi, e che parlano in punta di forchetta, ripudiano, ec.
Esempio: E Salvin. Annot. Fier. 538: Non dicesse pero coll'e larga.... ma coll'e stretta; siccome fanno alcuni affettatuzzi, che pretendono di parlare leccato, e come si dice, in punta di forchetta.
Esempio: E Salvin. Annot. Tanc. 571: Queste sono delle ridicolosaggini de' contadini, che volendo parlare in punta di forchetta, dicono spropositi, com'è questo ch'è madornale.
Esempio: Fag. Rim. 7, 79: Che assottigliando i versi colla lima, E poi cantando in punta di forchetta, Più dolce della sapa hanno la rima.
Esempio: E Fag. Comm. 6, 231: Favella in punta di forchetta, e dice le cose con certe sue parole spropositate, che io non ne raccapezzo mai straccio.
Esempio: Nell. Iac. Dottoress. 1, 4: Sarà dunque per te un martirio doverti accomodare a questo sopraffino gusto della padrona tua; come lo è a me dover pensare a parlar sempre in punta di forchetta, per accomodarmi a quello della mia, che non vuol sentir parole se non belle, rotonde e stacciate, dice lui, nel frullon della Crusca.