Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LEDERE.
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LEDERE.
Definiz: Att. Offendere, Danneggiare, Recar nocumento.
Dal lat. laedere. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 45: Così lo ricevi nel petto tuo, che per lui facci ogni cosa che per amico utilemente e onestamente può farsi, sì che non offendi Dio, e che non ne ledi la tua coscienzia.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 272: Nè.... facea come suole fare la perversa ambizione, che egli del consolo, o di niuno altro buono, ledesse fama o dicesse male.
Esempio: E Fr. Bart. Amm. ant. vulg. 501: Chi usa molte parole lederà l'anima sua.
Esempio: Zibald. Andr. 88: Se forse l'adirato in alcun modo o cosa ti lederà, non sia agevole a disdegnare contra lui.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 24: Sicchè nessun da te mai non si lede.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 57: Che più si desidera, che più si cerca, per mettere in chiaro che da Parrasio fu lesa la repubblica?
Esempio: Salvin. lliad. 536: Non potei d'Ate smenticarmi, ond'io Fui leso in prima; ma poich'io fui leso, E Giove il senno tolsemi ec.
Definiz: § E figuratam. –
Esempio: Zenon. Piet. Font. 4: La spada di giustizia, che sì lede L'antica età de' suoi antecessori, Ogni argomento per averlo diede.
Esempio: Sannazz. Arcad. 72: Ma con Uranio e te non valser baccari, Che mala lingua non t'avesse a ledere; Furasti il capro, ec.