Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CALLO
Apri Voce completa

pag.403


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
» CALLO
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
CALLO.
Definiz: Sost. masc. Indurimento della pelle che si fa per lunga e forte pressione, specialmente nelle mani e nei piedi.
Dal lat. callum. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Ed avvegna che, sì come d'un callo, Per la freddura ciascun sentimento Cessato avesse del mio viso stallo ec.
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 262: Furono trovati nelle ginocchie e ne' gomiti i calli a modo di cammello, li quali avea per lo molto orare.
Esempio: Vinc. Tratt. Pitt. 270: E li piedi sì stretti, che le dita di essi si soprapponeano l'uno all'altro, e caricavansi di calli.
Esempio: Gell. Lettur. 1, 154: Tutte quelle parti, le quali sono prive di sangue, come sono l'ossa, i calli, l'unghie e simili, sono ancora similmente prive di senso.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 223: Il qual [cerretano] seccamente promettesse di sbarbar calli o imbianchir denti.
Esempio: Segner. Op. 4, 535: L'ammonizione ha da essere più calcata, come appunto sui calli la mano del cerusico è più calcata che sulla carne.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 386: Risponderebbe [il villano]: o tu che sì m'insegni, Qua, vieni in prima; or via, mostriam le palme, Veggansi i calli.
Definiz: § I. Callo dicesi per similit. anche quella Escrescenza carnea, che viene ai cavalli nella parte interna delle gambe davanti, più comunemente sotto il ginocchio. –
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 129: Calli di forma ovale, che in quasi tutti i cavalli si veggono nell'interiori parti delle gambe dinanzi, poco sopra 'l ginocchio.
Esempio: E Baldin. Decenn. 4, 130: Umori flemmatici,... che fanno poi nascere quelle ugnelle e quei calli, i quali.... si fanno sì grandi, dure e secche, che si spiccano come scorze mature a certi tempi dell'anno.
Definiz: § II. Dicesi pure di Certi ingrossamenti delle parti nei vegetabili. –
Esempio: Red. Esp. Insett. 123: Hanno [le nocciuole] nel guscio un piccol callo o porro o eminenza, che è forse la cicatrice del foro che fu fatto dal verme.
Definiz: § III. Dicesi eziandio di Quella materia che si forma tra due ossa fratturate, allorchè naturalmente ha luogo la loro riunione, che col tempo indurando le risalda. –
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 163: Fanno lavande della loro decozione [delle bacche d'olmo] per far presto fare il callo ove si saldano le rotture delle ossa.
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 145: Tutte le fratture.... richieggono... la cura della mano sovra ogni altro rimedio, la quale riponga e ritenga i maggiori frammenti nel sito naturale ed al mutuo contatto, fino a tanto che le forze vitali producano in quel luogo una materia ossea detta callo, che quasi glutine riattacchi e ricongiunga in solida fermezza le parti divise.
Definiz: § IV. Avere il callo a una cosa, vale Esservi assuefatto, e non farne più caso. –
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 307: Voi m'avete fatto guarire dell'infingardia dello scrivere, non con le fiancate che m'avete date (che ci ho troppo alto il callo), ma con lo scongiuro in nome della vostra Quaternità.
Definiz: § V. Avere il callo o i calli sulla coscienza, vale Essere così indurato nelle colpe da non sentirne più rimorso. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 24, 56: Rinaldo, ancor che avesse de' gran calli Su la coscienza pe' suoi tanti amori, Pur confessossi ec.
Definiz: § VI. Far callo, detto di taglio fatto nelle piante, vale Rimarginare. –
Esempio: Pallad. Agric. 258: E ivi ad un anno le fessure [del ciriegio] hanno fatto callo.
Definiz: § VII. Far callo in alcuno a checchessia, trovasi per Renderlo a poco a poco insensibile a quello. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 57: Angustia cotidiana quasi come uno callo a dolore face.
Esempio: Cic. Tusc. 59: Alcuna volta gli uomini sono commossi, sono portati, sono opposti, caggiono, ed essa fatica fa quasi callo al dolore.
Definiz: § VIII. Far callo, usato assolutam., detto di persona, trovasi per Indurarsi, Ostinarsi, per lo più nel male. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 218: Ingannandosi per vana speranza della misericordia di Dio, e di ritornare a penitenza a sua posta, o fa calli, o dispera, e diventa ostinato.
Esempio: E Cavalc. Pungil. 121: Poi che l'uomo si vede vituperato, fa callo, e fronte, e gettasi disperatamente a ogni male.
Definiz: § IX. Fare il callo a una cosa, o in una cosa, vale Assuefarvisi per modo da non riceverne più alcuna impressione. –
Esempio: Bocc. Lett. 279: Nelle quali cose essendo indurato e callo avendo fatto ec.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 172: Ma sia che vuole, che io ho di già fatto il callo ad ogni fortuna.
Esempio: Ambr. Bern. 2, 3: Quando men credesi, Ei si scuopre a ridosso come un fistolo: Ma noi n'abbiam per la consuetudine Già fatto il callo.
Esempio: Menz. Sat. 226: A chi nel male oprare ha fatto il callo Questo sol resta: il rivocare in dubbio L'eternità, che al bene è piedestallo.
Esempio: Tocc. Lett. 68: Non ha avvertitele queste cose il P. Orsi, perocchè a questa petizione di principio egli ci ha fatto il callo.
Esempio: Monet. Poes. 150: Così nell'emendare ogni suo fallo Suole avvenire all'uomo abituato, Che dopo aver fatto ne' vizj il callo, La radice non leva del peccato.
Definiz: § X. Fare il callo alla fronte, vale Perdere ogni vergogna. –
Esempio: Varch. Sen. Benef. 202: Tu non debbi volere che egli faccia il callo alla fronte; lascia che egli, se è rimaso punto di vergogna, la mantenga.
Definiz: § XI. Fare un callo al cuore contro checchessia, vale Indurirsi, Ostinarsi contro di quello. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 224: Non fate contra il vero al core un callo.
Definiz: § XII. Non avere un callo a far una cosa, vale Non avere difficoltà, riguardo o vergogna, a farla. –
Esempio: Baldov. Comp. dram. 73: Ch'i' stia qui? per du' ore O poco più, farò l'ubbidienza: Ma a battermela poi non arò un callo.
Definiz: § XIII. Non avere il callo alla lingua, dicesi proverbialmente di Chi dice il fatto suo con libertà.
Definiz: § XIV. Fare il callo al culo come le bertucce, dicesi pure proverbialmente di Chi sta molto a sedere, di Chi conduce vita sedentaria. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 443: I' ho già fatto il callo al culo come le bertucce.