Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LUSTRA.
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LUSTRA.
Definiz: Sost. femm. Covile, Covo, Nascondiglio, Tana delle fiere, ed anche d'animali non feroci. Ma è voce che oggi non si userebbe se non forse in poesia.
Dal lat. lustra, plur. di lustrum. –
Esempio: Dant. Parad. 4: Posasi in esso (l'intelletto nel vero) come fèra iu lustra, Tosto che giunto l'ha.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 124: Lustra è la tana della fiera.
Esempio: Rot. Poes. 1, 24: Spinta da veltri sì veloce unquanco Non corse fera alle montane lustre.
Esempio: Tass. Mond. cr. 158: L'istrice ancor nelle sue proprie lustre Fa doppia quasi porta, onde respiri; E di lor una è volta al nubil austro, E l'altra ec.
Esempio: E Tass. Mond. cr. 160: Delle fere tremende e l'aspre rupi E le selvagge lustre e i lochi inculti Fugge la paurosa (cerva).
Definiz: § E per similit. –
Esempio: Bemb. Rim. 101: Ecco Amor, ch'al suo calle palustre Mi richiama e lusinga, e mostra il varco; Nè di pregar nè di turbar è parco, Per rimenarmi a le lasciate lustre.