Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: Articolo del gen. femm., e del numero singolare, che nel plurale fa Le; ed usasi dinanzi a nomi incomincianti sia per consonante, sia per vocale, ma in quest'ultimo caso, per lo più, si apostrofa.
Dall'adiettivo pronominale latino illa, per via di aferesi. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Tu vedrai le genti dolorose.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 210, 30: Essendo morto il marchese di Ferrara, un suo figliuolo bastardo tenea la terra; la quale non potendo tenere, ec.
Esempio: Petr. Rim. 1, 287: Gli occhi e la fronte con sembiante umano Baciolle.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 112: Le donne parimente e gli uomini tutti lodarono il novellare.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 134: E cominciò l'alba ad apparire.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 1: Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, Le cortesie, l'audaci imprese io canto.
Esempio: Car. Lett. ined. 1, 79: La vostra de' 29 del passato per molti conti m'è stata gratissima.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 73: E d'altra parte (del campo) ancor la turba cresce, Sì che la pugna si confonde e mesce.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 12: La fama omai, più che il poter, difende La città nostra.
Definiz: § I. Si compone con le preposizioni A, Da, Di, Con, In, e Su, facendosi Alla, Dalla, Della, Colla, Nella e Sulla, che nel plurale fanno Alle, Dalle, Delle, ec.; di ciascuna delle quali preposizioni articolate si danno esempj sotto la prep. semplice.
Definiz: § II. Talvolta si lasciò intero l'articolo La, o semplice o unito colla prep., davanti a parola cominciante per vocale, apostrofando invece la vocale stessa iniziale, il che anch'oggi può farsi talvolta in poesia. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 169: Se io ho bene la 'ntenzione di tutte compresa, noi siam qui per dovere a noi medesimi novellando piacere.
Esempio: Oderig. Cr. Ricord. 64: Fu fatto il detto testamento per mano di ser Lorenzo di ser Giovanni Buti, e tiene le 'mbreviature sue ec.
Esempio: Crusc. Vocab. III: Guiggia.... Per la 'mbracciatura dello scudo.
Definiz: § III. Si premette anche ai nomi proprj di donna, ma oggi più che altro nello stile familiare, e quando non si tratti di persone storiche. –
Esempio: Dant. Inf. 4: Vidi Cammilla e la Pentesilea.
Esempio: E Dant. Inf. 18: I' fui colui che la Ghisola bella Condussi ec.
Esempio: E Dant. Purg. 5: Ricorditi di me che son la Pia.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 180: La reina verso la Fiammetta.... rivolta ec.
Esempio: Vell. Cron. 40: Morì.... e lasciò erede la Giovanna e la Maffia, e me esecutore.
Esempio: Pucc. A. Centil. 39, 42: Reda ebbe lasciata Una fanciulla femmina ch'avia, La Margherita per nome chiamata.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 345: La Geva, contadinella, tre mesi fa, era di buon'aria e lieta.
Esempio: E Gozz. Op. scelt. 2, 201: Iacopo e la Sandra.... erano un uomo e una donna di villa come tutti gli altri loro pari.
Esempio: Giust. Vers. 182: Viva la Veneranda e il suo tesoro!
Definiz: § IV. Posto dinanzi a un adiettivo che soggiungasi al nome di una persona, serve col suo termine a distinguerla da altre, a designarla, a caratterizzarla; e spesso equivale a un soprannome. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 181: Giudit ebrea, la saggia, casta e forte.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 237: Delle quali l'una ha nome Ginevra la bella e l'altra Isotta la bionda.
Definiz: § V. Usato in proposizione esclamativa, o dinanzi a un vocativo preceduto dal possessivo Mio, o nella frase Essere il ben venuto, ha, rispetto al nome che regge, una certa forza intensiva o enfatica. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 26: Dio mi guardi, la mia donna, che senza cagione abbandoni Petronio, in casa del quale io sono alloggiato.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 94: Vedesti ben, la mia sirocchia, quali robe sono in quella casa?
Esempio: Gell. Err. 4, 1: Ecco mona Francesca: voi siate la ben venuta!
Esempio: Manz. Prom. Spos. 351: Oh! la mia donna! Che vento v'ha portata?
Definiz: § VI. Si usa talora pleonasticamente davanti a un nome, per maggior forza od evidenza. –
Esempio: Dant. Conv. 208: Facendo del dì e della notte ventiquattr'ore, talvolta ha il dì le quindici ore, e la notti; le nove; e talvolta ha la notte le sedici, e 'l dì le otto, secondochè cresce e scema il dì e la notte.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 147: Abbracciò e basciò lui, e fecegli la festa grandissima.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 115: Cominciò a gittar le lagrime che parevan nocciuole, sì eran grosse.
Esempio: Buonarr. Cical. III, 1, 38: E quante le cose si rimarrebbero innominate, perduto o smarrito il lor primo nome?
Definiz: § VII. Talora è diviso dal suo termine per mezzo di altre parole da esso dipendenti, le quali si antepongano per inversione. –
Esempio: Dant. Purg. 10: L'angel che venne in terra col decreto Della molt'anni lagrimata pace.
Esempio: Nard. Vit. Giacom. 3: La sempre giusta e santa volontà di Dio.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 8, 70: La, per anni inferma, Gente in Parigi che sarà rimasta, Vuol che salga sui merli.
Esempio: E Forteguerr. Ricciard. 9, 59: Tutta rideva la di popol piena Ritonda piazza a sì strano esercizio.
Esempio: Parin. Poes. 156: Qual finge il vecchio che con man la negra Sopra le grandi porporine brache Veste raccoglie.
Esempio: Leopard. Poes. 67: E tu l'errante Per li giovani prati aura contempli.
Esempio: E Leopard. Poes. 68: Nella dolce Di pastori e di lieti ozj frequente Aranitica valle, amor ti punse.
Definiz: § VIII. La, in costruzione ellittica, lascia spesso, nello stile epistolare, sottintendere il sostantivo Lettera, e ciò, per lo più, dinanzi a un aggettivo possessivo. –
Esempio: Bern. Lett. fam. V. 307: Diedi a Sua Signoria reverendissima la scrittali da le Signorie Vostre.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 287: Com'io ebbi la vostra, signor mio, Cercand'andai fra tutti e' cardinali, E diss'a tre, da vostra parte, a Dio.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 287: La vostra m'ha trovato fuor di Roma molti giorni dopo la data di essa.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 108: Con la sua gratissima abbiamo inteso le cose mandate essere a sua sodisfazione.
Definiz: § IX. E col medesimo costrutto ed ufficio, si usò pure dinanzi a un compimento di tempo o persona, retto dalla prep. Di. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 118: Mi ero scordato significare per la di ieri alle Signorie vostre che ec.
Esempio: E Machiav. Leg. Comm. 3, 182: Quanto a quello che le Signorie vostre scrivono per la de' 7, che si avvertisca Sua Santità, ec.
Esempio: E Machiav. Leg. Comm. 3, 289: Scrissi per la de' 17 avere inteso Trento essere in Italia, e che ec.
Esempio: Guicc. Op. ined. 6, 70: Come io scrissi per la de' 9, li Inghilesi vennono, ec.
Esempio: E Guicc. Op. ined. 8, 377: Oggi ho avuto le due vostre de' 30, con la del Salviato.
Esempio: Docum. Miliz. Ital. 287: Avendo scritto, è comparsa la di V. S. de' 18.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 95: La di vostra Eccellenza mi è stata molto gratissima per lo essere più tempo che no ne avevo nuova.
Definiz: § X. La, si usò talvolta, in forza di Sost., per Quelli. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 147: Dico che.... intanto vi prieghi a soprattenere codesta pratica costì, acciò se rompessi la di Pistoia, non sia rotta anche codesta.
Esempio: Soder. Agric. 166: Saranno poi stanze grandi, mediocri e piccole; queste per l'inverno, quelle per i mezzi tempi e l'altre per l'estate; tenendo a mente che le per l'inverno siano a mezzodì.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 3, 33: Galvan Castaldi e Franceschin Murano L'insegne di Porcile e del Montale E le di Candïana e di Mugnano Uniro a l'osteria de le due scale.
Definiz: § XI. La, con gli avverbj Più, Meno, Meglio e simili, modificanti un aggettivo; e con gli adiettivi comparativi Maggiore, Minore, Migliore o Meglio, Peggiore o Peggio, e simili, dà forza superlativa alla locuzione. –
Esempio: Dant. Purg. 3: Tra Lerici e Turbìa, la più diserta, La più romita via è una scala, Verso di quella, agevole ed aperta.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 229: Tu fosti geloso, avendo la miglior donna, che fosse nelle tue contrade, per moglie.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 58: Nè la più forte ancor, nè la più bella Mai vide occhio mortal prima nè dopo.
Esempio: Varch. Ercol. Ded. 53: L'intelletto umano.... come è l'ultima e la men perfetta, di tutte l'intelligenze divine e immortali, così è la prima e la più nobile fra tutte le creature mortali e terrene.
Esempio: Tass. Gerus. 11, 69: E la via più vicina e più Spedita Alla cura di lui vuol che si prenda.
Esempio: Giobert. Introd. 1, 66: Le quali (lettere), per la dottrina sono forse l'opera più giudiziosa e profonda che siasi divulgata...: per la forma, risplendono fra le prose italiane più perfette di questa età.
Definiz: § XII. E talvolta con l'articolo La ripetuto per maggior efficacia. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 37: La via d'andare a Roma la più presta è la più diritta.
Esempio: Pulc. L. Morg. 28, 150: Veggo tutte le Grazie a una a una, Veggo tutte le Ninfe le più belle.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 34: Fersi le nozze sotto all'umil tetto Le più solenni che vi potean farsi.
Esempio: Segner. Pred. 393: Questa è l'arte di guadagnare la più facile e insieme la più sicura.
Definiz: § XIII. Preposto a un nome, che serva di compimento a un adiettivo, o ad un participio passato in forma di adiettivo, designa col suo termine il modo di essere, lo stato, la condizione della persona alla quale riferiscesi esso aggettivo o participio, rispetto a qualche parte del corpo indicata, ed equivale ad Avendo la detta parte così o così; ma è d'uso più che altro poetico. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 99: Tornasi al ciel.... Umida gli occhi e l'una e l'altra gota.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 23: Vergine bianca il bel volto, e le gote Vermiglia, è quivi presso un drago avvinta.
Esempio: E Tass. Gerus. 18, 27: Quai dipinte Talvolta rimiriam Dee boscarecce, Nude le braccia.
Esempio: Manz. Poes. 105: Sparsa le trecce morbide Sull'affannoso petto, Lenta le palme, ec.
Definiz: § XIV. Preposto al singolare di nomi significanti parti del corpo che siano più d'una in numero, vale talora Una di esse, e, parlandosi delle mani, indica più propriamente la Destra. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 45: Deh perchè tacque, ed allargò la mano?
Esempio: Bocc. Decam. 7, 179: La fante,... scendendo meno avvedutamente, smucciandole il piè, cadde dalla scala in terra e ruppesi la coscia.
Esempio: Tass. Gerus. 12, 69: E la man nuda e fredda alzando verso Il cavaliero, in vece di parole, Gli dà pegno di pace.
Definiz: § XV. Posto tra la voce Casa senza articolo, e un nome indicante la sua posseditrice o abitatrice, equivale a Di o Della; ma oggi non è d'uso comune. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 102: Questa è una gran villania a venire a questa ora a casa le buone femine.
Esempio: Dav. Tac. 2, 146: Vitellio.... fecesi portar in seggiola a casa la moglie.
Definiz: § XVI. La, davanti a sostantivi indicanti tempo, stagione, e simili, si usa senza prep. per Nella, Durante la, e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 144: Mandolle a dire che la notte vegnente.... dovesse far quello che detto l'avea.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 18: In un piano fruttifero e abondante Non men giocondo il verno che l'estate.
Esempio: Domen. Plin. 629: La schista si lascia il verno con la sua chioma, la primavera le levano le foglie.
Esempio: Red. Lett. 1, 118: Della quale [allegoria] io mi son servito in quel mio [sonetto], mandatole le settimane passate.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 331: Una di quelle capanne.... dove i contadini del milanese usan, l'estate, depositar la raccolta.
Definiz: § XVII. La, riferito a cosa detta poco prima, ha talora il significato di Questa, Quella, e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 99: E dopo molte altre parole, da capo cominciò a batter l'uscio ed a gridare; e tanto fece così, che molti de' circunstanti vicini desti, non potendo la noia sofferire, si levarono.
Definiz: § XVIII. La Dio grazia, La Dio mercè, e simili. –
V. Dio, §§ XLVII, XLVIII.