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LO, particella pronominale di gen$. masc$., che esprime tanto cosa quanto persona, e nel plur$. fa Li o Gli
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LO, particella pronominale di gen. masc., che esprime tanto cosa quanto persona, e nel plur. fa Li o Gli.
Definiz: Denota l'obietto diretto dell'azione, riferente una persona od una cosa; ed ora si premette, ora si affigge ai verbi, con raddoppiamento della l iniziale dopo vocale accentata. Più spesso si apostrofa dinanzi a parola cominciante per vocale.
Dal lat. illum, per aferesi. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che l'uccide.
Esempio: E Dant. Purg. 20: Veggiolo un'altra volta esser deriso.
Esempio: Libr. Ruth. 15: E quello (il grano) che avea ricolto, battendolo con una verga e cavandolo delle spighe e mondandolo, trovò che avea tanto orzo.
Esempio: Bemb. Pros. 131: S'è preso a dire.... lo e la nel quarto (caso) altresì nel numero del meno. E così li e le invece di loro nel quarto caso in quello del più.... E presolo e presela, e così ec.
Esempio: Nard. Vit. Giacom. 10: E parrà pure, che mentre tanti altri scrivendo oggi si affaticano più utilmente, io, per non istare ozioso, consumi in qualche modo il tempo, per non lo perdere in tutto.
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 110: Si faccia specialmente Tifeo fulminato, tener il corpo sotto diversi monti; e mostri che nel volersi muovere gli sconquassi tutti.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 499: Intende quivi di semplici persone, e come gli chiamavano, laici.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 106: Si lasciò corrompere per argento, e lo spese male in menar vita delicata e dissoluta.
Esempio: Mont. Poes. 1, 383: Nè stolta brama di rapir lo guida A te lo scettro, ed alle Parche il fuso.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 361: Vedeva che popoli disarmati e quieti non potevano difenderlo da gente armata.
Definiz: § I. E denotante l'oggetto riferente un concetto. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 152: Il tale fu per li suoi difetti impiccato; ma io molto più lo merito per le mie prave operazioni.
Esempio: Dant. Purg. 11: Io ne mori', come i Senesi sanno, E sallo in Campagnatico ogni fante.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 174, 24: E fecionlo, perchè i nominati fuggisson e lasciasson la terra.
Esempio: Vill. M. 332: Egli è assai utile cosa tra gli uomini considerare contro alla malizia e alla superbia de' grandi cittadini, quando possono far male e abbattere gli altri, che e' medesimi sono sottoposti a quella medesima calamità e fortuna: ma provarlo per sperienza gli ne fa più certi.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 297: Altri dicevano che egli era piuttosto d'assaltarlo quando egli andava per la città, che nel principio lo faceva spesso.
Esempio: Cas. Lett. Sor. 248: Vi bascio la mano e similmente al buon messer Lodovico, se non è ito però ad impellegrinarsi rimpatriandosi, che molto lo suol fare in questi giorni di quaresima.
Esempio: E Cas. Pros. 3, 304: Ciascuno appetisce di essere stimato, ancora che egli noi vaglia.
Esempio: Cecch. Stiav. 3, 2: Troppo presto la fai signora. F. Non ti Par'ei, che la lo meriti? N. Meritalo, Se a te par così.
Esempio: Legg. Tosc. 7, 28 t.: Dichiarando nientedimanco che chi volessi imporre alcuna delle suddette pannine di maggior numero di paiole, lo possa e li sia lecito fare.
Esempio: Segner. Pred. 3: Mi concedete voi pure d'esser composti di fragilissima polvere? Non è vero? lo conoscete? il capite? lo confessate, senza che altri stanchisi a replicarvi: ec.
Esempio: Volt. Op. 2, 2, 21: Se in alcuni [liquori] possono benissimo venir tuffati i membri della rana..., non lo possono certamente in altri.
Definiz: § II. Talora in simili costrutti si omise, specialmente rispondendo ad una dimanda. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 48: Il famigliare tornato disse: Cisti, per certo messer Geri mi manda pure a te. Al qual Cisti rispose: Per certo, figliuol, non fa.
Esempio: Gell. Capr. Bott. 88: Non sai tu che ella è in volgare? A. Sì, so.
Definiz: § III. Affisso agl'Infiniti tronchi de' verbi, solevano gli antichi, e anch'oggi si fa alcuna volta, per comodo della rima, assimilare la r finale, cangiandola in l; e affisso alla negativa Non, ne assimila l'n finale in l. –
Esempio: Leggend. SS. App. PP. 41: Venne la moglie co' figliuoli, e gittaronsi a' piedi di santo Piero, e pregarollo che vi dovesse rimanere ad albergo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 3: Gridò: scendi, ladron, del mio cavallo; Che mi sia tolto il mio, patir non soglio, Ma ben fo, a chi lo vuol, caro costallo.
Esempio: Bern. Orl. 8, 56: Orribilmente in un tratto inghiottillo, Che di paura pur pavento a dillo.
Esempio: E Bern. Orl. 10, 6: Già è sì lungi che non può vedello.
Esempio: Varch. Stor. 3, 226: Coloro ch'erano a guardia della porta, o nollo conobbero, o nollo vollero conoscere.
Definiz: § IV. Trovasi separato dal verbo, interpostavi qualche parola e piò, spesso la particella Pure. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 14: Io lo pur domandai Novelle di Toscana, In dolce lingua e piana.
Esempio: Bocc. Decam. 299: Mal volentier gli prendo;... ma perciò che il bisogno mi stringe.... io gli pur prenderò.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 128: E pettinati primieramente questi tuoi crini, co' miei vezzi verginali e colle mie collane te gli tutti adornerò.
Esempio: Car. Eneid. 2, 22: Se brevemente di saver t'aggrada L'ultimo eccidio, ond'ella arse e cadéo..., Io lo pur conterò.
Definiz: § V. Comunemente si usa posposto alle particelle Me, Te, Se, Ce, Ne, Ve, Glie, insieme colle quali o si premette o si affigge al verbo. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 177: Fattoselo chiamare, gravissimamente e con mal viso il riprese.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 294: Se egli non è disdicevole, diccelo come tu le guadagnasti.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 29: Il padre.... poca cura si dava di più, maritarla, nè a lei onesta cosa pareva il richiedernelo.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 72: Sì che piglia il destro tuo di comperarmelo (il lino).
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 17: Ammirarono gli altri questa magnanimità, e ne lo amarono per l'affezione che dimostrò d'avere al popolo.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 91: Siede a crocchio col birro e se lo tratta.
Definiz: § VI. Si usa pure, ma oggi soltanto in poesia, preposto alle particelle Mi, Ti, Si, Ci e Ne, insieme colle quali o si premette o si affigge al verbo. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 102: Io hoe in Toscana uno monte divotissimo;... s'egli ti piacesse, volentieri lo ti donarei a te e a' tuoi compagni.
Esempio: Vill. M. 5, 40: Stimossi che il Papa il sentisse, e per lo meno male lo si tacesse.
Esempio: Stor. Mos. 13: E la donna disse: Ed io lo ne porterò.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 221: Il quale affermava, quella solerei usare por lo veglio della montagua, quando alcun voleva dormendo mandare nel suo paradiso, o trarlone.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 298: Ora che io m'accorgo che altri comincia ad avvedersene, non è più da celarloti.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 180: Male per me, chè dov'io avea riposti cento fiorini, non gli ci truovo, che mi sono stati furati.
Esempio: E Sacch. Nov. 225: E saliti a cavallo, come se 'l diavolo gli ne portasse, si dileguarono per dilungarsi dal Pantano.
Esempio: Car. Eneid. 9, 172: E voi, mie navi, itene sciolte; e dee Siate del mare. Io genitrice vostra Lo vi comando.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 27: Per l'audacia degli appetiti nascono.... continue discordie,... a intendimento solo di eleggere e ritrovar questo bene, che in sì diverse e contrarie cose lo si immaginano gli appetiti a differenza della ragione.
Esempio: E Rucell. Or. Operett. var. 81: Il medesimo per l'appunto può dirsi del freddo; e che elli sforzi con violenza, lo ci mostrano quelle palle di oro o di bronzo, dove l'acqua ben serrata ghiacciandosi, impetuosamente le spezza.
Esempio: Bart. D. Ghiacc. 228: Sarebbevi per avventura luogo a dire che la naturai secchezza della radice.... si bea tutto da sè l'umido della terra, e incorporato che lo si abbia, già più non gli possa esser ritolto.
Definiz: § VII. Talora, invece di affiggersi o premettersi al verbo cui propriamente appartiene, si trova unito con altro verbo che da quello dipende. –
Esempio: Stor. Mos. 10: E guardando questo fanciullo, quanto più l'agguatavano, tanto era loro maggiore dolore e compassione; imperciò che fo conveniva loro sotterrare vivo.
Esempio: Manett. A. Op. stor. 44: Quello che gli avevano fatto, lo pareva loro avere fatto molto nettamente e coperto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 47: Questa è dunque la trista e ria novella Che d'amorosa doglia fa penarlo.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 37, 95: Già men presti non fur quelli a fuggire Che li fusson quest'altri ad assalire.
Esempio: Soder. Coltiv. 64: Lo fenderai per appunto, dividendolo con un coltello taglientissimo fino al vecchio o al calcio, non lo finendo di sfendere affatto.
Definiz: § VIII. Talora si pone, o si ripete, a maniera di pleonasmo. –
Esempio: S. Greg. Omel. 3, 38: Il male di Lazzaro purgò il fuoco della povertà, ed il bene del ricco gli rimunerò la felicità transitoria di questa vita. Colui afflisse e purgò la povertà; costui il remunerò e reprovollo l'abbondanza.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 221: Il Rettor pensò di doverlo senza troppo indugio farlo impiccar per la gola.
Esempio: E Bocc. Amet. 109: Il non tornante tempo fa' d'adoperarlo, acciocchè poi non ti penta d'averlo lasciato andare ozioso.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 263: Il che lo reputo un beneficio grandissimo di Dio e della sua santissima Madre.
Esempio: Ross. B. Appar. Med. 68: Un mantelletto di drappo d'un colore che oggi lo diremmo avvinato.
Definiz: § IX. Altre volte, dopo averlo espresso col primo d'una serie di verbi, si sottintende coi verbi seguenti. –
Esempio: Bocc. Decam. 4, 191: Quel cuore, il quale la lieta fortuna.... non avea potuto aprire, la misera l'aperse e, l'antiche fiamme riuscitatavi tutte, subitamente mutò in tanta pietà,... che ec.
Esempio: Machiav. Comm. 328: Accarezzalo, stima e reverisci.
Definiz: § X. Trovasi premesso ad un verbo a cui è affissa altra particella pronominale. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 2, 65: Benchè ciò mi è cosa dura, Io lo dirovvi; abbiatemi pietade.
Definiz: § XI. Lo, dipendente dai verbi Essere, Divenire, e simili, riferisce un predicato. –
Esempio: Cell. G. Onest. Vit. volg. 44: Non voler parere maggiore che tu non se', e non vogli, quello che tu se', piuttosto parere d'esserlo che esserlo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 9: O misera Ravenna, t'era meglio.... Far ch'a te fosse inanzi Brescia speglio, Che tu lo fossi a Arimino e a Faenza.
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 96: I mandorli che han bisogno d'esser potati,... lo siano innanzi marzo ed a novembre.
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 251: Non sia preteso.... che io possa in uno o due giorni instruire ogni soggetto propostomi, che ne divenga così padrone come lo sono io, che ci ho consumato sei anni nel ritrovarlo (il metodo delle longitudini).
Esempio: Bart. D. Cin. 8, 241: Non vi sarebbe in tutta Nanchin donna, che non si rendesse cristiana: e di qual bene sia l'esserlo, e di qual male il non esserlo, proseguì a dir tanto, che ec.
Esempio: Red. Cons. 1, 54: I fiori menstruali sono stati sempre, siccome per ancora lo sono, scarsi ec.
Esempio: Nell. Iac. Serv. 1, 10: Che è forse una cattiva cosa l'essere innamorato? A. Pessima. S. Oh lei non lo è tante volte più di lui? A. Io lo posso essere.
Esempio: Zanott. F. M. Forz. viv. 48: Sono io stato fin qui assai chiaro, o desiderate che io mi sforzi di esserlo anche più?
Esempio: Metast. Dramm. 4, 254: Son reo pur troppo; e se fin or nol fui, Lo divengo vivendo.
Esempio: Mont. Iliad. 22, 299: Deïfobo, di quanti Mi diè fratelli Priamo ed Ecùba, Sempre il più caro tu mi fosti, ed ora Lo mi sei più che prima, e più mi traggi Ad onorarti.
Esempio: Manz. Poes. 324: Poi che quest'alma terra M'ha nel suo glorïoso antico grembo Accolto, e dato di suo figlio il nome, Esserlo io vo' per sempre.
Esempio: Capp. Longob. 158: Tra i Carolingi, principi nuovi, e i Papi che volevano divenirlo, era amicizia necessaria.
Definiz: § XII. Ed anche, nello stesso costruito, si omette. –
Esempio: Gell. Capr. Bott. 104: Dimmi un poco, non siamo noi tutti figliuoli di Dio, e conseguentemente frategli di Cristo? G. Sì, siamo.
Esempio: Borgh. V. Disc. scriv. 5: Nè il dir ladro a uno lo farà essere, ma il mostrar col fatto che gli abbi rubato qualcosa.
Esempio: Dav. Tac. 1, 195: Che costui,... la seguitasse, non fu miracolo; ben fu, che compagno alla spiagione gli fosse Publio Dolabella di chiara famiglia.
Esempio: Segner. Pred. 394: E voler fare come quelle fontane, le quali paiono liberali e non sono, perchè tanto ringoiano, quanto versano.
Definiz: § XIII. Trovasi talora usalo in forza di pronome, invece di Lui, Loro. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 186 var.: Iddio lo umiliò con molta avversità, e permettendolo cadere nello adulterio e nello omicidio.
Esempio: Ar. Orl. fur. 45, 80: Se costui Tu conoscessi, a cui dar morte brami; Se Io sapessi esser Ruggier ec.
Esempio: Biring. Pirotecn. 134: Bisognalo ancora avere buon iudicio nelle gioie, di sapere ben cognoscere ogni loro qualità, di bontà o difetti che l'avessero.... Bisognarebbelo ancora non solo essere pratichi de le fusioni, ma ec.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 243: S'io lo fingo aver locato l'amor suo altamente, ec.