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1) Dizion. 5° Ed. .
BEFFA, e talvolta anche BEFFE
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BEFFA, e talvolta anche BEFFE.
Definiz: Sost. femm. Burla o Scherzo fatto con arte, per modo che chi è burlato non se ne accorga. Forma varia di buffa nello stesso significato, donde anche Buffone. –
Esempio: Dant. Inf. 23: Io pensava così: questi per noi Sono scherniti, e con danno e con beffa Sì fatta, ch'assai credo che lor noi.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 67: Io intendo di raccontarvi una beffe, che fu da dovero fatta da una bella donna ad un solenne religioso.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 104: Seco proposero di fargli di questa penna alcuna beffa.
Definiz: § I. E per Dileggio, Scherno. –
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 150: Il qual fatto con quanta divozione e stupore si racconta da quegli della provincia di Chiansì, con altrettanta ricreazione e beffe si ode da quegli di tutte le altre.
Definiz: § II. E per Cosa di niuna stima, Bagattella. –
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 56: Solo per un cagnolo ch'è una beffe, Si mosse sdegno e guerra ch'ancor dura.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 42: Tutte l'altre dolcezze del mondo sono una beffe, a rispetto di quella quando la femina usa con l'uomo.
Definiz: § III. A beffe, posto avverbialm., coi verbi Avere a beffe, Tenere a beffe, e simili, vale Prendere a giuoco, Schernire, Dileggiare. –
Esempio: Rim. ant. P. Ang. Cecc. 2, 157: Or non tenete a beffe questo detto.
Esempio: Esop. Fav. 31: Quando v'è usato a' vizj, li rimprovera [i semplici], e dice parole ond'e' li hae a beffe.
Definiz: § IV. Da beffe, e anche Da beffa, posto avverbialm., vale Per ischerzo, In giuoco; contrario di Davvero. –
Esempio: Vill. G. 344: Sì che il giuoco da beffe avvenne col vero, com'era ito il bando; molti per morte n'andaro a saper novelle dell'altro mondo.
Esempio: E Vill. G. 811: Chiunque gli rivelava trattato o da beffe o da dovero, o parlava contro a lui, facea morire.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 85: Non si dee ancora nè da beffe nè da dovero aspreggiare uno peccatore, quando viene a contrizione.
Esempio: Bern. Orl. 55, 48: Pugna e percosse tuttavia gli mena; Da beffe quella festa non andava.
Definiz: § V. Fare beffe di checchessia o Farsi beffe di checchessia, vale Prendersene giuoco, Vilipenderlo, Disprezzarlo. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 176: Mai di niuno uomo farai beffe.
Esempio: E Bocc. Filoc. 1, 335: Come vuoi tu andare in tal maniera a visitare la sepoltura di Biancofiore? vuoi far fare beffe di te?
Esempio: Bern. Orl. 7, 41: Quel poltron par che beffe se ne faccia.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 378: Fattene beffe; e' sono pur tutti d'un pelame.
Esempio: Lipp. Malm. 2, 3: In modo degli dei faceasi beffe, Che s'egli udia trattarne, avria piuttosto Voluto sul mostaccio uno sberleffe.
Definiz: § VI. Restare colle beffe e col danno, Rimanere colle beffe e col danno, ovvero Lasciare, colle beffe e col danno, vale Rimanere o Lasciare schernito e pregiudicato nelle cose o nella persona. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 117: Avendo essi salato il porco, portatisene a Firenze, lasciaron Calandrino col danno e con le beffe.
Esempio: Varch. Suoc. 4, 6: E però voglio andare infin là senza perder tempo, chè non vorrei però che la fortuna facesse delle sue, e rimanervi colle beffe e col danno.