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AFFERRARE.
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AFFERRARE.
Definiz: Pigliare, e Tenere con forza. Lat. vi apprehensum retinere. Gr. καταμάρπτειν.
Esempio: Fr. Giord. Pred. Il dragone mi tiene, ed hammi colle sue sanne afferrato.
Esempio: Dant. Inf. 20. E non restò di ruinare a valle Fino a Minos, che ciascheduno afferra.
Esempio: Petr. cap. 4. Eranvi quei, ch'Amor sì lieve afferra.
Esempio: Bern. Orl. 2. 3. 7. Se solo un tratto a suo modo l'afferra, Fesso in due pezzi lo difende in terra.
Definiz: §. I. Per metaf. l'usiamo per Ben comprendere il detto altrui.
Esempio: Salv. Granch. 1. 1. Ora afferr'io.
Esempio: Ambr. Cof. 3. 1. Tu non afferri bene il punto.
Definiz: §. II. Per Azzuffarsi.
Esempio: M. V. 2. 59. Trovandole serrate, e bene in concio, non le investirono, e non si afferrarono con loro.
Definiz: §. III. In signif. neutr. pass.
Esempio: Franc. Sacch. rim. Ma il mal, che in te s'afferra, T'ha pur guidato a far, che tu ti desti.
Esempio: E Franc. Sacch. rim. altrove: Perchè nostro intelletto non s'afferra Sopra natura.
Definiz: §. IV. Afferrare, si dice ancora de' navilj, che piglian porto, o piglian terra. Lat. appellere. Gr. προσορμίζειν.
Esempio: Bocc. nov. 41. 20. Nè prima s'accorsero se avere all'isola di Rodi afferrato, che sorgendo l'aurora ec. si videro ec. vicini alla nave.
Esempio: Dittam. Qual sarem noi? qual più ti piace afferra, Risposi; ond'e' si volse inver la Fiandra.
Esempio: Tac. Dav. ann. 2. 271. Con esse (galee) afferrò a Cirno.