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1) Dizion. 5° Ed. .
INVITARE.
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INVITARE.
Definiz: Att. Dire altrui cortesemente, Pregarlo, che venga e si trattenga presso di noi, a fine, per lo più, di feste, di banchetti, di ricreazione, di ospitalità, e simili. Costruiscesi con un termine di luogo o con un Infinito retto dalla particella A, o col Congiuntivo mediante la congiunzione Che; ma usasi anche assolutam.
Dal lat. invitare. –
Esempio: Nov. ant. B. 16: Invitollo che dovesse prendere albergo a sua magione.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 46: Messer Geri fece un magnifico convito, al quale invitò una parte de' più onorevoli cittadini, e fecevi invitare Cisti.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 202: Quando alcuno vuole sommamente onorare il suo amico, egli lo 'nvita a casa sua, e quivi gli mostra quella cosa.... la quale egli ha più cara.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 118: Egli andò, e invitò certi suoi vicini gentiluomeni e de' Bardi e de' Rossi, e fece uno mangiare di quattro taglieri bellissimo.
Esempio: Cas. Pros. 3, 142: Quando Vostra Signoria un dì vorrà veder Venezia, che forse non l'ha veduta, io la invito a casa mia, che è sua come la sua propria.
Esempio: Red. Lett. 3, 1: Io vi invito a venire a far gli ultimi giorni del carnovale qui a Firenze in casa mia.
Esempio: Giust. Vers. 140: Dei parenti del genero futuro Tutta quanta invitò la filastrocca.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 575: A chi non poteva o non voleva farsi le spese, si distribuiva nel castello pane, minestra e vino: oltre alcune tavole ch'eran servite ogni giorno, per quelli che il padrone vi aveva espressamente invitati.
Definiz: § I. E per Pregare, Richiedere, alcuno a fare qualche cosa o a parteciparvi, Esortarlo a qualche cosa; anche assolutam. –
Esempio: Dant. Inf. 30: E per leccar lo specchio di Narcisso, Non vorresti a invitar molte parole.
Esempio: E Dant. Purg. 15: Messo è che viene ad invitar ch'uom saglia.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 165, 29: Aveano invitati molti villani dattorno, e tutti gli sbanditi di Firenze.
Esempio: S. Grisost. Opusc. 20: Maggior grado, e più perfetto smisuratamente, è quello al quale invita e vuol recare Cristo l'anime, le quali invita e chiama ad altezza di perfezione.
Esempio: Domin. Tratt. Car. 14: Il predicatore debba essere.... più grande che alcuno del popolo, acciò che possa invitare ciascuno a perfezione.
Esempio: E Domin. Tratt. Car. 17: Troverai molti che t'inviteranno che tu oda loro come profeti; da quegli ti guarda.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 23: Fatto avea il paesano e 'l peregrino Ch'ordine avesse di cavalleria, Alla giostra invitar, ch'al matutino Del dì sequente in piazza si faria.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 19: Dunque gli eroi compagni, i quai non lunge Erano sparsi, a ragunarsi invita.
Esempio: E Tass. Gerus. 8, 10: E invitò lui ch'egli volesse almanco Dell'ultima vittoria esser consorte.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 185: Aprendo i tesori della sua provida munificenza, volle invitarlo alla sprezzata amicizia.
Esempio: Bertin. A. F. Medic. dif. 1: Io.... v'invito a seder qui, dove l'ombra degli alberi, la vista del mare, e l'aria assai piacevole ci allettano.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 69: Ei facile e cortese indrizza il volo, E tragge dietro a sè schiera infinita, Come conduce il capitan lo stuolo De' suoi guerrier, che alla battaglia invita.
Definiz: § II. E costruito con un compimento retto dalla particella Di; ma oggi non userebbesi se non talvolta in poesia. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 56: In tutto quel dì non si trovò per tutta la città chi lo 'nvitasse di bere e di mangiare.
Esempio: E Leggend. SS. M. 3, 69: Parlava con loro molto dimesticamente, e invitavale di mangiare, ed ella ancora si sforzava di mangiare.
Esempio: E Leggend. SS. M. 4, 88: Male ho fatto: vero è che questa buona donna di ciò m'invitò.
Esempio: S. Grisost. Opusc. 165: Essendo Iddio dispregiato da quel popolo, nientedimeno li richiedea ed invitavali di pace.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 30: E ben le par che di quel ch'essa agogna, Non sia tempo aspettar ch'altri la 'nviti.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 39: Noto per tutto è il tuo valore, e come Sin da i nemici avvien che s'ami e pregi, Così anco i tuoi nemici affida, e invita Di ricercarti e d'impetrarne aita.
Definiz: § III. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 59: Largai 'l desio, ch'i' tengo or molto a freno; E misil per la via quasi smarrita; Però che dì e notte indi m'invita; Ed io contro sua voglia altronde 'l meno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 7: Ira la 'nvita e natural furore A spiegar l'ugne, e a insanguinar le labbia; Amor la 'ntenerisce, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 36: Mira il ciel com'è bello, e mira il sole, Ch'a sè par che n'inviti e ne console.
Esempio: Car. Apol. 63: Omero non fa quasi questa medesima invocazione del Caro? quando volendo scrivere la guerra de' ranocchi e de' sorci, invita tutta la compagnia de le Muse a venir nel suo core?
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 197: Non operando mai la grazia di modo nel cuor dell'uomo, che lo necessiti a nulla, ma bensì che l'inviti, che l'inclini e che lo invaghisca ec.
Esempio: Bentiv. C. Teb. 5, 693: Ma già calmati i burrascosi venti, Invita l'austro i naviganti al mare.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 68: Che credi tu che costerebbe a noi l'invitare il braccio di Giove a scagliare le sue folgori?
Esempio: Pap. L. Coment. 1, 13: La impunità invitava i malvagi a nuovi delitti.
Esempio: Niccol. Arnal. 4, 6: Dentro tacita stanza, ov'io non oda Fremito d'armi che alle pugne invita, Eleggerò.
Esempio: Manz. Poes. 845: Te.... Saluta il bronzo che le turbe pie Invita ad onorarte.
Definiz: § IV. Vale altresì Allettare, Attrarre, Invogliare, Lusingare, e simili; per lo più figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Ciacco, il tuo affanno Mi pesa sì, che a lagrimar m'invita.
Esempio: E Dant. Parad. 4: Questo m'invita, questo m'assicura, Con riverenza, donna, a dimandarvi D'un'altra verità che m'è oscura.
Esempio: E Dant. Parad. 13: Quando la sua semenza è già riposta, A batter l'altra dolce amor invita.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 46: E trasse ove invitollo al rezzo estivo Cinto di verdi seggi un fonte vivo.
Esempio: E Tass. Gerus. 19, 51: Pietà frattanto a confortar v'inviti Con sollecito amor gli egri e i feriti.
Esempio: Bald. Vit. Feder. 2, 104: Molte poi.... erano le cagioni che ordinariamente facevano nascere fra l'un campo e l'altro scorrerie, assalti e scaramucce,... ma sopra tutto gl'invitava una certa collinetta, che s'alzava fra l'uno e l'altro campo.
Esempio: Segner. Pred. 320: Chi ha detto a voi che voi non siete obbligati a guadagnar anime?... Se alcuna già mai ne avete sedotta, sì come è facile, o con invitarla al male, o con insegnarglielo..., ve lo nego.
Esempio: Salvin. Georg. 1, 106: Gl'invita il genïal verno, e rallegragli Sciogliendo dalle cure e da i lavori.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 466: Un sorcio che in città facea sua vita, Vide un dì il cielo placido e lucente. Questo ad uscire e a passeggiar l'invita Alla campagna.
Esempio: Parin. Poes. 68: Voi con rosee labbra La sola Voluttade inviti al pasto.
Esempio: Leopard. Poes. 53: Eri pur vaga, ed eri Nella stagion ch'ai dolci sogni invita, Quando il rozzo paterno acciar ti ruppe Il bianchissimo petto.
Esempio: Giord. Op. 1, 13: Noi perciò nel Fòro, dove tanti piaceri e tanti comodi invitano la moltitudine, vogliamo che abbiano opportunità di ragunarsi per le bisogne loro i mercatanti.
Definiz: § V. E per similit. –
Esempio: Mont. Poes. 2, 120: Fiutan l'aria le vacche, e immote e sparse Invitan sotto alle materne poppe Mugolando i lor nati a ripararse.
Definiz: § VI. Invitare, usato assolutam., o con un compimento retto dalla particella Di, è Term. di Giuoco, e più specialmente della Primiera o Bambara, e vale Proporre a vicenda ai compagni del giuoco una data posta per una singola partita; la qual posta essi possono accettare o no. Il suo contrario è Passare, cioè, Cedere a chi segue il diritto d'invitare. –
Esempio: Castigl. Corteg. V. 154: Poi si misero a parlar alto.... mostrando venire a contenzion del gioco, dicendo uno: Tu hai tolto la carta di sotto; l'altro negandolo, con dire: E tu hai invitato sopra flusso.
Esempio: Bern. Comm. Cap. Prim. 384: Domandasi qui se, avendo passato tutta la compagnia, salvo che colui che fa le carte, può quel tale di chi è la volta invitare.... Alcuni vogliono che sì come faccendo le carte ha disavvantaggio colui, e nell'esser l'ultimo alla mano e nell'avere a metter la posta doppia, perchè non abbi il malanno e la mala pasqua, possa pure invitare, e, non tenendosi per niuno l'invito, sia in potestà sua scartare e non scartare.
Esempio: E Bern. Comm. Cap. Prim. 396: Metter forte e pian pian, come tu vuoi. Cioè, invitare d'assai e di poco, come ti piace.
Esempio: Firenz. Rim. 2, 315: Il giocator che ha tristo in mano, e 'nvita, In capo al giuoco resta perditore.
Esempio: Buonarr. Rim. 158: Carte in tavola. A. A voi. Onof. A voi. G. Fo d'una. Oraz. Invitar d'una vuol dir ch'ha giulè. Non la posso tenere.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 228: Monte. D. Passo. L. Scarti. D. Invito.
Esempio: Not. Malm. 1, 287: Quegli, a cui tocca a vicenda, dà due carte per uno a tutti gli altri: ed il primo che segue, guardatele, invita (volendo) di quanto vuole.... Se il primo non vuole invitare, dice: passo: e di mano in mano chi segue per ordine invita o passa ancor egli.
Definiz: § VII. Neutr. pass. invitarsi Venire a un banchetto, a una festa, o simili, senza essere invitato; più che altro nella frase Invitarsi da sè. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 44: Pensossi di tener modo il quale inducesse messer Geri medesimo ad invitarsi.
Esempio: Fag. Rim. 6, 270: Da voi dunque starò; M'inviterò da me.
Definiz: § VIII. Si usò per Offerirsi, Profferirsi. –
Esempio: Vill. G. 248: Invitaronsi a lui de' migliori cavalieri d'arme del mondo.
Esempio: E Vill. G. appr.: E simile al re Piero d'Araona s'invitarono molti cavalieri, i più di suo paese.
Definiz: § IX. Invitarsi, usato in senso reciproco, trovasi per Far brindisi, Salutarsi scambievolmente colle tazze bevendo; anche assolutam. –
Esempio: Car. Eneid. 7, 220: A tanto annunzio Tutti commossi, a rinnovar le mense, Ad invitarsi, a coronarsi, a bere Lietamente si diero.
Esempio: E Car. Eneid. 8, 417: Co i rami in fronte, e con le tazze in mano Il comun Dio chiamate, e lietamente L'un con l'altro invitatevi, e beete.
Definiz: § X. Invitare uno al suo giuoco. –
V. Giuoco, § LXXXII.
Definiz: § XI. Invitare la lepre a correre. –
V. Lepre.
Definiz: § XII. Invitare una mula spagnuola ai calci. –
V. Mula.
Definiz: § XIII. Invitare uno a nozze. –
V. Nozze.
Definiz: § XIV. Chi va alla festa e non è invitato, torna a casa sconsolato. –
V. Festa, § LXXI.