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GUFO.
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GUFO.
Definiz: Sost. masc. Uccello rapace notturno, detto anche Gufo reale, che ha la testa orecchiuta, ossia con penne ritte, il corpo superiormente baio scuro, il ventre giallo e segnato di striscie nere; che è grosso e forte quasi come l'aquila comune, e manda di notte un lugubre lamento. È lo strix bubo dei Naturalisti, e ve ne hanno molte varietà.
Dal lat. bubo, di cui è corruzione, forse mediante l'antico tedesco huvo. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 513: Il gufo e la coccoveggia sono d'una medesima natura, e sono animali che più tosto la notte volano, che 'l dì.
Esempio: Bocc. Filoc. 293: Il cuculo e 'l gufo aveano i nidi sopra la dolente casa.
Esempio: Sacch. Op. div. 221: Come io fosse il gufo, e la gente l'arme fossono gli augelli, così d'ogni parte, ec.
Esempio: Bern. Orl. 62, 23: Astori, aquile, gufi e barbagianni, Con esso cominciamo aspra battaglia.
Esempio: Car. Apol. 213: Con alcuni suoi raggj ferì ne lo specchio, e, col riverbero d'esso, ne gli occhi del gufo per modo, che ec.
Esempio: E Car. Mattacc. 226: Mandami per Apollo otta catotta Quel tuo garzon, con l'arco e co i bolzoni, Per batter di Vetralla i torrioni, Ove il gufo ancor buio e nebbia imbotta.
Esempio: Olin. Uccell. 56: Il gufo, che altramente dicesi barbagianni, è quell'uccellaccio notturno in forma di civetta, ma grosso quant'una gallina, con le penne da lato del capo, che paion due cornicine di color giallo, mesticato con profilature di nero.... Sta il gufo nelle grotte, per le buche degli alberi, e nell'anticaglie e crepature di muri e tetti di case disabitate.
Esempio: Papin. Lez. Burch. 191: Il gufo con altro nome si dice barbagianni.
Esempio: Pindem. Poes. 250: O l'interrotto gemito lugubre Cui dall'erma sua casa innalza il gufo ec.
Esempio: Panant. Civett. 6: O regina dei gufi e degli alocchi, Tu sei [o civetta] bellezza che non ha l'uguale.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 67: Dietro a lei battendo l'ali in fretta.... Correano allocchi, barbagianni e gufi.
Definiz: § I. E per similit., Specie di pelliccia solita ad esser portata in coro dai canonici o dai cappellani di certe collegiate; Almuzia. –
Esempio: Burch. Son. 1, 128: Però che il chericato e i camicioni Hanno messo i lor gufi tutti in muda.
Esempio: Machiav. Comm. 117: Che diavolo ha egli in capo? E' mi pare un di questi gufi de' canonici.
Esempio: Menz. Sat. 5: Ma con gli altri si vuole esser più avaro Del sudicio Ugolin, che gufi e panni Ha in pegno dal sartor, dal pellicciaro.
Esempio: Papin. Lez. Burch. 193: Il gufo, detto dagli autori almuzia, è uno de' quattro abiti canonicali.
Definiz: § II. Figuratam., e in senso dispregiat., vale Persona balorda, Uomo goffo, sciocco, babbeo. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 268: E veduto che ebbe tra la brigata un nuovo gufo, o Golfo che avesse nome, chiese di grazia al signore della magione che con quello Golfo lo facesse dormire.
Esempio: Poliz. Rim. C. 307: Quanto più.... civetti, Tanto più d'ogn'un se' gufo.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 317: I' gli ho visto far gli uomini Allocchi, gufi, becchi, che immaginati, Ch'egli abbia più virtù che la brettonica.
Esempio: Fag. Rim. 1, 87: Gode nel vero lume quella luce, La quale a certi chiurli e gufi e allocchi, Che aman tenebre sol, mai non riluce.
Definiz: § III. E per Uomo misantropo, che fugge la compagnia degli uomini; onde Fare il gufo, per Far vita da sè, solitaria, molto ritirata. –
Esempio: Giust. Vers. 33: Lasciamo i ruvidi, Che a grugno stufo La gente scansano Facendo il gufo.