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1) Dizion. 5° Ed. .
MIRACOLO
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MIRACOLO.
Definiz: Sost. masc. Fatto soprannaturale; Opera ed Effetto che non si può fare se non dalla prima Cagione, sia immediatamente, sia mediatamente.
Dal lat. miraculum. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 187: Miracolo non è altro che fare opera sopra natura: opera che natura non possa fare.
Esempio: Dant. Parad. 24: Se il mondo si rivolse al cristianesmo, Diss'io, senza miracoli, quest'uno È tal, che gli altri non sono il centesmo.
Esempio: Vill. G. 55: Come piacque a Dio, per divino miracolo, sì come innocente, riebbe la vista delli occhi e la loquela del parlare.
Esempio: E Vill. G. 288: Nel detto anno.... si cominciarono a mostrare grandi e aperti miracoli nella città di Firenze, per una figura di Santa Maria dipinta in un pilastro della loggia d'Orto San Michele, dove si vende il grano.
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 193: Tosto che vede del monaco santo Il miracolo grande ed evidente, Si dispon di lasciar Macon da canto, E Cristo confessar vivo e potente.
Esempio: Dav. Scism. 378: Con un Santo di legno che faceva miracoli.
Esempio: Dat. Lepid. 38: Essendo egli andato a visitare la Madonna dell'Umiltà, il sagrestano di quella chiesa prese a raccontare le grazie e i miracoli che di continuo faceva quella S. Immagine.
Esempio: Segner. Incred. 246: Miracolo è un effetto, non pure strano, ma superiore a tutta la possanza della natura, il qual però non può avere altra cagione immediata che Dio medesimo, da cui siccome furono già stabilite le leggi della stessa natura, così ancora possono talor dispensarsi con quella autorità sublimissima che compete ad un sommo legislatore.
Esempio: Magal. Lett. At. 509: Che cos'è miracolo? Suol dirsi ch'è una dispensa nelle leggi della natura: il che s'intende rispettivamente all'estimativa di chi lo vede, non alla ragione che lo fa.
Esempio: Giobert. Introd. 2, 221: Coloro che impugnano la possibilità del miracolo, debbono negare del pari l'esistenza e l'armonia della natura.
Esempio: E Giobert. Teor. Sovrann. 2, 156: Si avverta che una delle ragioni confermative dei miracoli biblici in universale e in particolare, è la loro stretta e continua connessità colla storia più autentica e più indubitabile che si trovi al mondo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 459: Non ho mai trovato che il Signore abbia cominciato un miracolo senza finirlo bene.
Definiz: § I. E per estensione, Atto o Fatto che ha in sè comecchessia del portentoso; Portento, Prodigio. –
Esempio: Dant. Vit. nuov. SD. 73: E par che sia una cosa venuta Da cielo in terra a miracol mostrare.
Esempio: Vill. G. 142: Nel detto tempo avvenne un grande miracolo in Ispagna, il quale è bene da notare, e per ogni Cristiano d'avere in grande reverenza; ec.
Esempio: Petr. Rim. 1, 122: E del primo miracolo il secondo Nasce talor: che ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 78: Del ragionar gran parte si dispensa Sopra d'Orrilo e del miracol grande, Che quasi par un sogno a chi vi pensa, Ch'or capo, or braccio a terra se gli mande, Ed egli lo raccolga ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 198: Se E' potessino (i negromanti) far sì gran miracoli, E' farebbon del bene a loro stessi.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 230: Gli fu dato una ricetta Preziosa e divina di cert'olio Cotto con erbe per la lebbra. N. In vero Che io ho oggi veduto un miracolo, Non una sperienza.
Definiz: § II. E figuratam., per Cosa, Avvenimento, Fatto, tale da destar maraviglia, stupore, od anche da incutere spavento, ribrezzo, e simili. –
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 321: Per ira con ismisurata forza uscì Mirabello di sala, e giù per la scala volse in rotta tutta la gente, e giunto in piazza fece miracoli della sua persona.
Esempio: Liv. Dec. 1, 105: Quand'egli (Bruto) ebbe ciò detto, egli diede il coltello a Collatino, poi appresso a Lucrezio e Valerio, i quali duramente erano smarriti del miracolo, onde questo novello consiglio e questo pensiero era venuto a Bruto nel cuore.
Esempio: Morell. Cron. 309: Ed in fine essi iscrivevano miracoli tanti e tali, che i Paladini di Carlo Magno furono fanciulli a rispetto di questi.
Esempio: Bemb. Stor. 2, 52: E gran parte del Senato, che ridotto s'era, spaventato dal miracolo (dello scoppio d'una polveriera) scese con istormo nella piazza.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 317: I' non mi terrei mai, avendo vistovi, Di non vi ragguagliar d'un gran miracolo Che è accaduto.
Esempio: Dav. Tac. 2, 116: E per tutto l'esercito fu sparso il miracolo (che il figliuolo inconsapevole avesse ucciso il padre), con bestemmiare e maledire sì crudel guerra.
Esempio: Bellin. Disc. 1, 233: Dalle cose fin qui considerate conchiudete pure.... che questi nostri strumenti di cui si parla convien che siano un complesso di più miracoli.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 337: Fra gli altri miracoli dell'arte Vedresti un paro di tanaglie d'oro, Per tirar le coscienze da ogni parte.
Definiz: § III. E per Fenomeno naturale, così straordinario, che ha del maraviglioso. –
Esempio: Vill. G. 376 tit.: D'un grande miracolo ch'apparve in aria.
Definiz: § IV. E per Effetto potente, mirabile, e quasi portentoso, recato da checchessia. –
Esempio: Cocch. Asclep. 45: Follemente credulo ai miracoli delle droghe.
Esempio: Capp. Lez. 239: Talchè l'eloquenza d'un libro non potè mai raggiungere i miracoli della voce viva.
Definiz: § V. Trovasi per Mostro, Cosa mostruosa, da destare stupore, paura, e simili. –
Esempio: Ovid. Art. Am. 38 t.: E credesi che con quelle mani, colle quali elli (Ercole) strinse i miracoli della stancata matrigna, filasse alla rocca lana.
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 233: La madre Terra generò colei (la Fama), fortificata per l'ira delli dii, veloce con alie e piè di pernice; miracoloso miracolo e spaventevole!
Esempio: Salvin. Odiss. 178: Un miracolo era gigantesco, Orrido mostro, nè simile ad uomo Di pane mangiador, ma a selvoso Cocuzzol d'alti monti, ec.
Definiz: § VI. Vale altresì, figuratam., Persona di tale eccellenza, perfezione, bellezza, e simili, da sembrar quasi miracolo. –
Esempio: Dant. Parad. 18: Veggendo quel miracolo più adorno (parla di Beatrice).
Esempio: Petr. Rim. 2, 52: L'alto e novo miracol ch'a' dì nostri Apparve al mondo, e star seco non volse.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 521: Veggendo quel miracol sì adorno; cioè vedendo Beatrice tanto adorna quanto io la viddi; la qual cosa dice miracolo: imperò che miracolo è quel che è oltra natura e sopra natura; e sopra natura, era che Beatrice fusse sì fatta splendida.
Esempio: Pallav. Tratt. Stil. 363: Intesero ciò perfettamente i due miracoli della poesia, Omero e Virgilio.
Esempio: Giord. Op. 2, 489: A Marco Cremona prete e dottore.... esempio anzi miracolo di carità.
Definiz: § VII. Miracolo di natura, o della natura, dicesi di Persona o Cosa che abbia qualità o condizioni singolari e quasi prodigiose. –
Esempio: Bocc. Rim. 57: Nel cui ingegno (di Dante) L'eleganza materna aggiunse al segno, Che si tien gran miracol di natura.
Esempio: Varch. Ercol. 359: Quello in quella età sì giovanissima è un mostro, e un miracolo di natura, e sì par bene, ch'e' sia stato allievo di messere Annibale Caro, e sotto la sua disciplina creato.
Esempio: E Varch. Lez. Accad. 3: Niuno (gran fatto!) si truova di sì poco ingegno, nè di sì grosso, il quale non prenda alcuna volta, nel contemplare i miracoli della natura, non meno dilettevole maraviglia, che maravigliosa dilettazione.
Esempio: Bart. D. Cin. 4, 307: Sonvi oltre a ciò di bei miracoli di natura: granchi marini, che in trarsi fuor dell'acqua, impietriscono;... e pesci piani e brancuti, che ec.
Definiz: § VIII. Miracolo, vale anche Atto di ammirazione; e più particolarmente, e in modo familiare, Espressione enfatica di maraviglia. –
Esempio: Belc. F. Pros. 4, 112: Di questo molti molte cose degne di miracolo ci narravano.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 15: Al ciel ne vanno le misericordie, E i miracol del volgo.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 421: E i miracol del volgo. Fare i miracoli. Far segni affettati d'ammirazione.
Definiz: § IX. Usato familiarm. nel plur., vale Smorfia, Svenevolezza, e simili; il più spesso col verbo Fare miracoli.
Definiz: § X. Si usò per Voto, che si mette o appende in chiesa a qualche immagine per grazia ricevuta. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 5, 152: Da questo si venne al fare imagini di più perfezione, non pure in Fiorenza, ma in tutti i luoghi dove sono divozioni e dove concorrono persone a porre voti, e, come si dice, miracoli, per avere alcuna grazia ricevuto.
Definiz: § XI. I sette miracoli del mondo; lo stesso che Le sette maraviglie del mondo, come si dice comunemente. –
Esempio: Domen. Plin. 1125: Furono principal cagione questi artifici che tale opera (il Mausoleo) fosse annoverata fra i sette miracoli del mondo.
Definiz: § XII. Quindi Essere chicchessia l'ottavo miracolo del mondo, familiarm. e iperbolicam., vale Essere quegli dotato di qualità straordinarie e quasi prodigiose. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 184: Tu, che sei l'ottavo miracolo del mondo, non sai dar migliore indirizzo a un tuo fratello, che ec.
Definiz: § XIII. Susino del miracolo; si disse così Una specie di susino, ed anche il suo frutto. –
Esempio: Soder. Op. 3, 278: Il maglianese desidera ancora esso luogo basso pien di grassezza ed umido, come cosa naturale di tutti i susini, sendo tale il lor frutto, ma luogo caldo ed aperto bene, volto al sole, chè degli altri non avviene così, come perniconi romani e ghiacciuoli, del miracolo, imperiali, catelani, amorosi, sampieri, giugnoli, e simili, i quali, se non se quelli del miracolo, che ne fanno un tre o cinque al più per pedale, per tutto pruovano, e ne fanno assai.
Esempio: E Soder. Op. 3, 590: Appresso a queste (susine) sono le gragnole,... le del miracolo, ec.
Esempio: Dav. Colt. 519: L'altra turba de' [susini] perniconi, romani, diacciuoli, del miracolo, catelani, ec.
Definiz: § XIV. Miracolo! Miracoli! Gran miracolo! Che miracolo è questo? Che miracoli son questi? e simili. Sono esclamazioni adoperate a significare maraviglia, sorpresa grande, di alcun fatto, avvenimento, impensato od insolito; anche ironicam.
Esempio: Petr. Rim. 1, 201: Qual miracol è quel, quando fra l'erba Quasi un fior siede?
Esempio: Razz. Gost. 1, 1: Voi sete levato stamani così per tempo; che miracolo è questo?
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 200: Drusilla E ch'è di te la mia ragazza? D. Bene. V. Che miracolo è questo?
Esempio: Forteguerr. Terenz. 26: A me son state dette? D. Oh che miracoli! Che avrebbon finto ciò, tu non sapevi?
Esempio: Pindem. Poes. 346: Pretto sul labbro il gallico idioma Mi suona. – Gran miracolo! Educati Non danzan gli orsi?
Definiz: § XV. Di miracolo, a modo di aggiunto, si disse iperbolicam., per Maravigliosa. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 141: Ma che comincierò io prima a vietare?... le masse dell'oro e ariento? i bronzi e le pitture di miracolo?
Esempio: E Dav. Tac. 1, 387: Ma Nerone si servì delle rovine della patria a farvi la casa cotale stupenda, che le gemme e l'oro di miracolo eran niente, rispetto alle campora, selve, laghi, ec.
Definiz: § XVI. Per miracolo, che anche trovasi A miracolo, posto avverbialm., e usato in modo iperbolico, vale Per una grazia speciale, Quasi miracolosamente, Prodigiosamente, e simili, parlandosi più che altro di pericolo scampato, di difficoltà superata, e simili. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 74: Questa è la mia figliuola unica, quella Che si può dir ch'è viva per miracolo.
Esempio: Baldin. Vit. Brunell. 125: Era un tentare Iddio, e far rovinar quello, che già per miracolo gli era riuscito di fare.
Esempio: Targ. Osserv. medic. 165: Io ho veduti guarire a miracolo quelli, che, venuti nell'Arcispedale rovinatissimi dal male, e più cadaveri che corpi viventi, non avevano tanta forza da poter uscire di letto.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 33: E chiuso era il cubicolo e il cenacolo Da un uscio che sta ritto per miracolo.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 19: Tutto battuto e macolo, Uscii che boccheggiavo come un pesce: Mi creda che son vivo per miracolo!
Definiz: § XVII. Vale anche Per mero caso, Per combinazione. –
Esempio: Red. Lett. 2, 143: V'aggiungo le lezioni del Varchi stampate dal Giunti, trovate qui per miracolo.
Definiz: § XVIII. Dire miracoli di chicchessia o checchessia, Raccontare, e simili, miracoli di chicchessia o checchessia, vale Celebrarlo, Lodarlo altamente, Levarlo a cielo, Dirne mirabilia. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 255: Hanno detto miracoli de' tuo' fatti, e Donato e messer Piero non se ne possono saziare di dire bene di te.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 280: Avete costì Andrea, che se ne dice miracoli della virtù sua.
Esempio: Cas. Pros. 3, 206: E così gli omini di quello esercito, come altri che lo hanno conosciuto alla Mirandola e altrove, me ne dicano miracoli così del core come dello esser paziente delle fatiche e de' travagli ec.
Definiz: § XIX. E Dire vita e miracoli, e più spesso, vita, morte e miracoli, di alcuno, Raccontare vita e miracoli, e più spesso, vita, morte e miracoli, di alcuno, Scrivere vita e miracoli, e più spesso, vita, morte e miracoli, di alcuno, Sapere, e simili, vita e miracoli, e più spesso, vita, morte e miracoli, di alcuno, vale Dire, Scrivere, Sapere, e simili, di alcuno i più minuti fatti che lo risguardano. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 106: Che rimane già registrato da chi ha l'incumbenza di scrivere la sua vita e miracoli, per formarne ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 44: Io lo conosco intus et in cute, E ne so dir vita, morte e miracoli.
Definiz: § XX. Divenire checchessia in miracolo, trovasi per Apparire checchessia quasi prodigio, o miracolo. –
Esempio: Bocc. Vit. Dant. M. 12: In miracolo è divenuto, siccome cosa rarissima, chi amasse altrimente.
Definiz: § XXI. Essere una data cosa miracolo, vale figuratam. Essere quella rarissima, e perciò difficilissima ad aversi, e costosissima. –
Esempio: Stef. March. Istor. 7, 139: La cera era miracolo: la libbra sarebbe montata più d'un fiorino, se non che vi si pose freno alle grandi bubanze, che sempre feciono li Fiorentini; perocchè si diede ordine non si potesse portare (ne' trasporti funebri) più che due doppieri.
Definiz: § XXII. Essere checchessia un miracolo, o miracolo, un gran miracolo, un miracolo di Dio, Parere, e simili, checchessia un miracolo, o miracolo, un gran miracolo, un miracolo di Dio, vale, figuratam. e iperbolicam., Essere o Apparire checchessia straordinario, quasi da doversi ascrivere a miracolo, a grazia speciale, e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 274: Un gran miracol fia, Se Cristo teco al fine non s'adira.
Esempio: Capp. G. Comment. Pis. 274: Per assicurare gli animi de' cittadini di Pisa, a' quali pareva un miracolo che la terra non era ita a sacco, e non potevano credere ch'ella ancora non andasse, si mandò ec.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 157: Entrate voi in un di questi paradisi terreni,... e miracolo sarà se non proverete quello che del palagio dell'Aurora scrisse il santo vescovo Apollinare.
Esempio: Pindem. Poes. 245: Miracol par che in lui rimanga fiato.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 27: Ma crediatemi pur che se l'ostacolo Superai degli esami, fu un miracolo!
Esempio: E Guadagn. Poes. 1, 310: Ma a bella posta! per tradirmi! Ah certo È un miracol di Dio se l'ho scoperto.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 219: Prima, dei ladri uh che ce n'eran tanti! Ora, è un miracol se si trova un ladro.
Definiz: § XXIII. Essere miracolo, e per esclamazione, in modo ellittico, anche soltanto Miracolo, reggente un compimento verbale mediante la cong. Che, vale Esser cosa da fare gran maraviglia. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 145: È miracolo, Che non avendo altro che questa (figliuola), e' voglia Così mandarla a Genova.
Definiz: § XXIV. Fare alcuno miracoli, vale, iperbolicam. e figuratam., Far maraviglie, Far cose superiori alla ordinaria possibilità, e anche all'aspettazione altrui, e alla sua propria; Conseguire effetti insperati o non creduti, e simili; detto per estensione anche di animali: e usasi anche in maniera negativa. –
Esempio: Vespas. Vit. Manett. 56: Alla Signoria ed a tutti parve che avessino fatto miracoli d'avergli ridotti dove erano.
Esempio: Cellin. Vit. 210: Quei diavoli di quei gentiluomini tedeschi, con quei lor cavalletti a mano facevano miracoli.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 1, 97: Se l'ingegno di Antonio fosse uscito di Lombardia e stato a Roma, avrebbe fatto miracoli, e dato delle fatiche a molti che nel suo tempo furon tenuti grandi.
Esempio: Fag. Rim. 5, 64: Sono i cigni ad altrui resi ridicoli: E benchè nel cantar faccian miracoli, Non giungon ec.
Esempio: Nell. Iac. Amant. 3, 3: Per me e' potrebbe far miracoli; dopo quella rispostacela.... non lo posso patire.
Esempio: Capp. Econ. 400: Crederono aver fatto miracoli, quando per enormi spese riuscivano a creare nelle Maremme un podere.
Definiz: § XXV. Far miracoli, detto figuratam. di cosa, vale Operare effetti maravigliosi, e quasi non credibili. –
Esempio: Ambr. Cofan. 2, 1: Di questo statene Sopra di me: e' danar fan miracoli, Non dubitate.
Definiz: § XXVI. Far miracoli, vale altresì Riuscir bene, Sfoggiare, in checchessia. –
Esempio: Bern. Lett. fam. V. 843: Ad ogni modo codesti vostri poeti quest'anno non hanno però troppo sfoggiato, e pure è a buon mercato il pane. Sappiate che non si fa sempre miracoli.
Definiz: § XXVII. E pur figuratam., detto di pianta, vale Provare stupendamente, Venir su a maraviglia. –
Esempio: Cant. Carn. 76: Chi ha 'l terren gentil, faccia che vuole, Chè ne' sodi miracoli far suole (certo grano).
Esempio: Dav. Colt. 518: Il mandorlo si semina e traspone come il pesco. Se vuoi che e' faccia miracoli, in sul divelto fa' un buco largo col palo.
Definiz: § XXVIII. Fare alcuno miracoli di checchessia, vale Mostrarsene quegli altamente ammirato, Fare per esso atti di gran maraviglia, Magnificarlo, Farne gran caso, e simili. –
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 9: Nicomaco pittore veggendola (l'Elena di Zeusi) restò sbalordito per lo stupore: accostossegli un certo goffo, e interrogollo perchè ne facesse tanti miracoli.
Esempio: Fag. Comm. 2, 10: Dopo diciotto mesi di felice gravidanza, ha poi in fretta e in furia dato alla luce una figliuola femmina. C. O! la me' troia sta manco, e ne fa sett'o otto tutti maschi, e non si fanno tanti miracoli.
Definiz: § XXIX. Fare miracolo di chicchessia, trovasi per Operare miracolo in chicchessia, convertendolo al bene e alla virtù. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 7: Credo ch'eglino (i discepoli) abbiano udito come ella è disordinata; che ne venga loro pietade, e che la raccomandassono a questo Maestro, che ne facesse miracolo; ch'io non veggio che per altro modo ella si possa mutare.
Definiz: § XXX. Non esserci miracoli, parlandosi di chicchessia o checchessia, vale Non passare una persona, un atto, una cosa, il comune, Non uscir dal mediocre, dall'ordinario. –
Esempio: Casott. A. Celid. 4, 38: Voglio udire il parer de' miei scolari, Che sebbene per or non c'è miracoli,... Nulladimen se non avranno ostacoli Qui gl'Ipocrati un dì non saran rari.
Definiz: § XXXI. Parere un miracolo. – V. il § XXII, Essere, Parere, e simili, un miracolo.
Definiz: § XXXII. Promettere miracoli, vale Promettere cose straordinarie, che dicesi comunemente Promettere mari e monti, e simili. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 368: Vo pascendomi Su le vane promesse dello Spagna, Che mi promette promette miracoli, Poi mi riesce un favolone all'opere.
Definiz: § XXXIII. Scaricar miracoli, trovasi iperbolicam. per Vantarsi taluno d'aver fatto, o veduto, o udito, cose singolari, maravigliose, e simili. –
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 2, 7: E screditando questa Delle passate fiere dir carote, E scaricar miracoli.
Definiz: § XXXIV. Uno fa i miracoli, e un altro ha la cera; proverbio che si dice Quando alcuno dura fatica in qualche cosa, e un altro ne ha, o ne usurpa, il merito e i vantaggi.