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1) Dizion. 5° Ed. .
MAZZO
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MAZZO.
Definiz: Sost. masc. Fascio di cose congeneri, raccolte e legate insieme, tale da poterlo agevolmente portare in mano, o con mano; detto in particolare di piante erbacee da mangiare. –
Esempio: Nov. Ant. B. 97: Mandava la fante sua a vender frutta o camangiare alla piazza del Ponte Vecchio; ed era sì iscarsissimo e sfidato, che faceva i mazzi del camangiare con le sue mani, e annoveravali alla fante.
Esempio: E Nov. Ant. B. appr.: Buona femina, come dài questi cavoli? Messere, due mazzi al danaio. Certo, questa è buona derrata.
Esempio: Med. L. Op. 2, 149: Arrecherotti un mazzo, quando torno, Di fragole.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 75: Tre mazzi di cipolle e una pelle.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 197: Appena poteva portare quattro mazzi di spinaci.
Esempio: Grazz. Pros. 123: E stato un poco, disse: Egli ha tolto due cesti di lattuga e un mazzo di radici.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 280: Con questa vi mando uno mazzo di carote e uno di maceroni.
Esempio: Fag. Rim. 3, 170: Tutto a considerar colui mi volto, Che suol vendergli a mazzi (i fagiolini) e far piacere.
Esempio: Not. Malm. 1, 88: Ammazza; cioè fa mazzi delle cipolle e degli agli.
Definiz: § I. Mazzo di fiori, e assolutam. Mazzo, dicesi Una quantità, più o meno grande, di fiori recisi, disposti con arte e legati insieme. E quando i fiori sono tutti della medesima specie, si costruisce col nome che la designa, retto dalla prep. Di; come Mazzo di rose, di viole, o simili. –
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 355: Crediamo noi.... che, quando Priamo vide arder la sua città e correr il sangue dei suoi figliuoli, si fosse racconsolato gran fatto con odorar un mazzo di fiori, o con assaggiare un saporito manicaretto?
Esempio: Fag. Rim. 1, 250: Non tutto quel che usa a tutte è buono; Nè a tutte bene sta, benchè un quattrino Costi, un mazzo di fiori, o diasi in dono.
Definiz: § II. Parlandosi di cacciagione minuta, come tordi, allodole o altri uccellini, intendesi Un gruppetto, per lo più di sei, legati insieme pel becco. –
Esempio: Ambr. Cofan. 4, 1: Di' che comperi Quattro o sei mazzi di tordi, e tolgagli Freschi sopra ogni cosa.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 243: Nella capannetta li schiamazzi, E tra' vergelli qualche allettaiuolo, Fanno calar li tordi come pazzi. Ond'ho speranza ogni mattina, almeno Pigliarne tre e quattro e cinque mazzi.
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 182: Subito l'Alessandri incominciò a mandarli a casa assai frequentemente buon mazzi di tordi ed altri uccelli.
Esempio: Red. Lett. 3, 75: Poteva certamente farmele barattare in tanti starnotti, o vero in tanti mazzi di beccafichi.
Esempio: Panant. Paret. 52: Oh se reggesse un mese la cuccagna, I mazzi a sacchi si dovrien portare.
Definiz: § III. E per similit. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 12, 280: Aveva fatto far certe nicchie per mettervi figure..., con uno anello in cima, e vi provò a mettere dentro statue diverse che non vi tornavano bene; dimandò Michelagnolo quel che vi potessi mettere, rispose: De' mazzi d'anguille appiccate a quello anello.
Definiz: § IV. E genericamente per Fascio, o Fascetta, di cose congeneri qualsiensi, spesso anche in numero determinato, come mazzo di candele, di sigari, di lapis, e simili. –
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 526: Io ho trovato, e saputo per certo, che 40 di dette pelli, perchè tante se ne legono in un mazzo ed insieme si vendono, si son vendute più di mille scudi d'oro.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 67: Nell'ornamento de' pilastri di quell'opera, dipinse, nel piano, certi festoni a mazzi, di frutti e foglie sì vive e naturali, che ec.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 12, 276: Il Vasari.... considerò che non adoperava cera, ma candele di sevo di capra schietto, che sono eccellenti; e gliene mandò quattro mazzi che erano quaranta libbre.
Esempio: Lorin. Fortif. 150: Archibugi ordinarj e non molto corti, e che portino buona munizione, con le sue forme da fare le palle, e mazzi di caricature, essendo più sicure che le fiasche.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 190: Le arterie..., dopo essersi sparse con innumerabili ramicelli pel plesso retiforme, e per tutta la sostanza del cerebro, unirsi a guisa di mazzi giù verso il cerebello.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 57: Sogliono (i coltivatori) rovesciare le foglie o spate, che ricoprono le spighe (del granturco), e farne dei mazzi che appendono ai palchi delle stanze.
Definiz: § V. Figuratam., e poeticam.
Esempio: Pucc. A. Centil. 24, 60: Di tutti i lor pensier fatto avien mazzo E gittatolsi dietro, e con piacere A tutte l'ore vivean con sollazzo.
Esempio: Pulc. L. Morg. 27, 51: E' si sentiva in terra e in aria zuffa, Perchè Astarotte, non ti dico come, E Farfarello ognun l'anime ciuffa, E n'avean sempre un mazzo per le chiome.
Esempio: Giust. Vers. 236: Raggranellati tutti e fatto il mazzo, La donna fu creduta della lega.
Definiz: § VI. Parlandosi di lana, o lino, o seta, filate, vale Certa quantità, o Fascio, di matasse. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 103: Ebbi da Giovanni Lorini libbre cento cinquantaquattro di lino col sacco, cioè mazzi venti del grosso, e nove del più fine.
Esempio: Legg. Band. C. 3, 216: Ritrovandosi alcuno di detti mazzi guasti o mal filati, deliberorno che tali mazzi si faccino vedere a tre o quattro di detti stamaiuoli, acciò vi imponghino li defetti.
Esempio: Bus. Lett. 40: Ebbe nome d'aver rubato loro non so che mazzi di seta in quei trambusti.
Esempio: Capp. Econ. 355: Le infelici donne non potevano ottenere altrimenti un mazzo di seta della peggiore, che a prezzo di vergogna.
Definiz: § VII. E detto di lino da filare, vale Manipolo, Manna, Fascetto. –
Esempio: Legg. Band. C. 3, 215: Detti stamaiuoli qualunque volta daranno li stami alle filatrici, siano tenuti e debbino scrivere mazzo per mazzo, ed il nome di quella donna a chi lo daranno, e dire a quella il prezzo ne debbe ricevere della libbra.
Esempio: Soder. Op. 2, 198: Il lino che sarà stato in macero nell'acqua corrente, farà più bianco il filo, e tanto più, quanto meno starà ammontato nell'acqua l'un mazzo sopra l'altro.
Definiz: § VIII. Parlandosi di corde o funi, vale Certa quantità di corda o fune, avvolta e ripiegata in maniera da poterla facilmente prendere per uno dei capi e portare in mano. –
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 2, 144: Cristo..., preso un mazzo di funi, cacciò del tempio i venditori e' comperatori ec.
Esempio: Buonarr. Aion. 2, 35: Di quei pastor vide per terra sparso Ella di corde un mazzo ec.
Definiz: § IX. Detto di lettere, vale Certa quantità, più o meno manevole, legata insieme, e riunita sotto un comune recapito o un indirizzo generico. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 255: Quelle lettere erano sotto lettere d'Antonio de' Medici. Non ve n'era niuna di sue: ebbi el mazzo,... e le lettere feci dare tutte.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 4, 244: La lettera rimase in terra per disordine di chi fece il mazzo.
Esempio: Bern. Lett. fam. V. 253: Non ho mai potuto discredere, in sette o otto volte che di costì è venuto lettere, di averne ancor io da voi almanco un mezzo foglio per volta, benchè vo' fossi occupatissimo, e con questa speranza son ito sempre a cercar minutamente tutti i mazzi per veder se ancor a me toccava qualche cosa.
Esempio: E Bern. Lett. fam. V. 278: Dell'altro mazzo, che l'altra volta m'indirizzaste da Parigi, vi scrissi ultimamente quanto avevo fatto, e come anche quello era giunto a buon ricapito.
Esempio: Car. Lett. Farn. 1, 377: Questa notte.... comparse il corriero con lo spaccio a messer Angelo, il quale era di già partito. E pensando che nel suo mazzo fossero lettere a me, l'apersi.
Esempio: Bus. Lett. 40: Fece Dante tòrre al detto Pier Filippo un mazzo di lettere da un suo ragazzo, il quale fu preso e le restituì.
Esempio: Dav. Lett. 537: Faccia V. S. coperta a' Capponi; perchè questi della posta aprono li mazzi de' banchi, e le lettere ad altri cavano.
Definiz: § X. E detto di carte qualsiensi legate insieme, vale Pacco, Fascio. –
Esempio: Legg. Band. C. 16, 338: Sono tenuti portare ogni fine del mese, o al più lungo alli 4 dell'altro mese, al rettore, dove sono sottoposti, il mazzo delle polizze di riscontro.
Definiz: § XI. Parlandosi di carte da giuoco, s'intende Quel numero determinato di esse occorrente a poter fare il giuoco od i giuochi a cui son destinate. –
Esempio: Bart. D. As. 2, 8: Chiesti in prestanza da un de' passaggieri cinquanta reali, glieli portò, dicendogli che tornasse a rifar partita con quel medesimo che l'avea vinto; ma prima se ne fece dare il mazzo delle carte, e maneggiatele un poco senza più, glie le rendette.
Esempio: Magal. Lett. At. 360: Pigliamo.... un assortimento di un giuoco delle nostre minchiate, dopo aver rimescolato il mazzo, che è di novantasette carte.
Esempio: Monet. Poes. 92: E la sorte di quel voglia imitare Con un mazzo di carte da giocare.
Esempio: Legg. Band. Leop. 8, 112: Comanda che in avvenire, trovando.... carte da giuoco senza bollo sino a due mazzi, non procedano alla cattura personale de' trasgressori,... ma siano solleciti di levar loro la roba di contrabbando, ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 202: Era avvenuto come quando il giocator di bussolotti, facendovi scorrere davanti agli occhi le carte d'un mazzo, vi dice che ec.
Definiz: § XII. E in locuz. figur. –
Esempio: Salv. Infarin. pr. 142: Siatevi voi, o circustanti, sufficientemente certificati, che quella carta della maschera dell'empietà, non era di quelle del nostro mazzo?
Definiz: § XIII. Parlandosi di chiavi, vale Gruppo delle chiavi che servono agli usi di una famiglia, legate insieme ed infilate per lo più in un anello d'acciaio, e che si portano a cintola o in tasca. –
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 121: E dieci mazzi, a cintola, di chiavi.
Esempio: Fag. Comm. 6, 404: La chiave sarà in quel mazzo che il tuo marito dianzi aveva in mano.
Definiz: § XIV. Mazzo, dicesi anche di persone; e vale, figuratam. e in senso per lo più dispregiativo, Novero di persone che hanno a comune una certa qualità determinata dal compimento. –
Esempio: Borgh. V. Disc. 1, 196: Amava meglio che i posteri avessero a domandare per che cagione a Catone non era stata rizzata statua alcuna, che vedersela mescolata in un mazzo di tanti indegni.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 307: E non già mai voglio mettere il mio amato in Cristo figliolo nel mazzo delli adirati...; ma sì bene nella sua lega, del ritrovarlo nella beata patria.
Definiz: § XV. Si usò per Un certo numero di persone, disposte ad arte in guisa da rappresentare checchessia; Gruppo. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 233: Dentro a questo mazzo degli otto angeli, che così era propriamente chiamato, era una mandorla di rame vota dentro.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 3, 234: Mentre, cantando gli angeli del mazzo e quelli del cielo che giravano, facevano che quello pareva propriamente un paradiso; e massimamente che, oltre al detto coro d'angeli ed al mazzo, era accanto al guscio della palla un Dio Padre, circondato d'angeli simili a quelli detti di sopra, e con ferri accomodati di maniera, che il cielo, il mazzo, il Dio Padre, la mandorla con infiniti lumi e dolcissime musiche, rappresentavano il paradiso veramente.
Definiz: § XVI. Parlandosi di milizia, trovasi per Massa. Onde fare il mazzo o un mazzo, vale lo stesso che Fare la massa o una massa. –
Esempio: Morell. G. Ricord. 3: Di questa rotta seguì, levàmo campo di Lombardia e da Siena, e facèmo un mazzo di 5 mila cavagli ridotti al Poggio a Caiano in quello di Pistoia, capitano messer Giovanni Aguto.
Definiz: § XVII. A mazzi, parlandosi di uccelli, vale figuratam. In grande quantità, In gran copia. –
Esempio: Panant. Civett. 9: E quando a mazzi ha gli uccellini presi (il fanciullo),... È tutto briosetto ed allegruccio, Come il dì che ha finito il latinuccio.
Definiz: § XVIII. In un mazzo, parlandosi di cose, vale figuratam. Tutte insieme, Tutte in una volta. –
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 74: Il sonetto, per dir tutti i difetti in un mazzo, è gretto, sterile, sconnesso, prosaico.
Definiz: § XIX. Andare in mazzo con altri, vale figuratam., e con senso dispregiativo, Essere mescolato con altri, Andare in combutta con essi. –
Esempio: Dat. Oraz. I, 2, 202: Parmi che tra quest'arti ed operazioni della mano, alcune di loro, giustamente presumendo di participare assai dello spirito, mal s'accordino d'andare in mazzo coll'altre.
Definiz: § XX. Compiere il mazzo, parlandosi di persona, vale figuratam. Arrivare, Giungere, persona che, partecipando delle stesse qualità di altre, rende compiuto un novero determinato dal contesto. Onde Per compiere il mazzo, Per fare, il mazzo, vale lo stesso che Per compiere il novero.
Definiz: § XXI. E detto di cose, denota Per colmare la misura, Per dare l'ultimo compimento a ciò di cui si parla. –
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 344: Son vostre parole, le quali ci volevano appunto per compiere il mazzo, e rendere più solenne la festa.
Definiz: § XXII. Entrare nel mazzo, detto di persone, vale Mescolarsi, Ficcarsi, Introdursi, in una determinata compagnia. –
Esempio: Lipp. Malm. 6, 38: Ma perchè tra di loro entrò nel mazzo Scioccamente il Mandragora buffone, Che in quel colloquio fe' sì gran frastuono, Che finalmente ognuno uscì di tuono; Perciò passano in casa, ec.
Esempio: Not. Malm. 2, 477: Entrò nel mazzo. S'accompagnò con loro, che diciamo ancora s'incruscò, si ficcò.
Definiz: § XXIII. Vale anche Essere annoverato in una determinata compagnia di persone, Entrare in quel novero, Appartenervi; detto scherzevolmente, o in senso dispregiativo. –
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 1, 36: Ma tu come pensosa!... Colle cinquanta spose All'ultimo sollazzo Vorresti (s'io non erro) entrar nel mazzo.
Esempio: Fag. Rim. 3, 341: Quasi consista, per entrar nel mazzo De' primi celeberrimi pittori, Il farsi prima reputar per pazzo.
Esempio: Nell. Iac. Faccend. 3, 5: Manco male, che noi altri servitori non entriamo nel mazzo.
Definiz: § XXIV. Fare il mazzo, un bel mazzo, un mazzo, Formare, il mazzo, un bel mazzo, un mazzo, detto di persone, vale, in senso dispregiativo, Unirsi a qualche fine, per lo più obliquo; ed anche Formare una data compagnia, per lo più trista.
Definiz: § XXV. Far mazzo de' suoi salci, si usò per Disporsi a partire da un luogo; Far fagotto, come oggi si direbbe. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 13, 54: Io feci presto mazzo de' miei salci, Chè lo star quivi mi parve disagio.
Definiz: § XXVI. Mettere in mazzo, nel mazzo, in un mazzo, Porre, o simili, in mazzo, nel mazzo, in un mazzo, detto di cose o persone, vale figuratam. Unirle indistintamente; e in senso particolare, e per lo più dispregiativo, Confonderle, Mescolarle, con altri o con altro, Considerarle tutte alla medesima stregua: seguito spesso da un compimento. –
Esempio: Galil. Op. VII, 448: Sospendiam per un poco il nostro giudizio circa il sentenziar per vana la nuova opinione che ci vuol esplicare il signor Salviati, e non la mettiamo così presto in mazzo con le vecchie ridicolose.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 74: Io mi maraviglio che il Roberval abbia comportato d'esser messo ancor egli in mazzo con quella genìa.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 57: E non sentenza d'uomo, ma oracolo divino, meritevolmente fu riputato; quasi questa parola piena di così alto sentimento non fosse da essere messa in mazzo, dichiamo così, ed in combutto colle altre degli antichi savi di Grecia.
Esempio: E Salvin. Annot. Cas. 265: Uopo è messa dal Bembo per voce provenzale.... Il Ferrari.... dà contra 'l Bembo, e la pone in mazzo con altre molte.... da lui credute d'origine latina.
Esempio: Targ. Valdin. 2, 560: Lo stato pessimo nel quale s'era ridotta l'aria della Valdichiana, messa da Dante in un mazzo colla Sardegna e colla Maremma..., ci viene descritto dal P. Abate Don Guido Grandi.
Esempio: Capp. Longob. 56: E consiste (l'errore) nel porre in un mazzo tutti i barbari indistintamente, quasichè le differenze tra di loro non sieno da considerare forse anche più delle somiglianze.
Definiz: § XXVII. Ogni fiore vuole entrare nel mazzo. –
Esempio: Not. Malm. 2, 477: Entrò nel mazzo.... Viene da un proverbio che dice: Ogni fiore vuole entrare nel mazzo, simile a quell'altro Ogni cencio vuole entrare in bucato; e s'usa sempre contro coloro che, troppo presuntuosi, s'intrudono sempre negli altrui fatti e discorsi.