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GOZZO.
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GOZZO.
Definiz: Sost. masc. Ripostiglio, a guisa di vessica, che hanno gli uccelli in fondo al collo, dove si ferma il cibo che beccano, e donde a poco a poco passa nel ventricolo. –
Esempio: Stor. Barl. 16: Io ti dico ch'egli ha nel mio gozzo una preziosa margherita, ch'è più grande ch'uno uovo di struzzolo.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 101: La colomba bianca venne in su l'altare con tre ostie in bocca, le quali ponendo in sul corporale, versò nel calice, traendosi del gozzo, tutto 'l liquore del sangue.
Esempio: Lipp. Malm. 11, 3: Acciò sicuri omai faccian ritorno Gli uccei cantando il lor falso bordone, Incontr'al sol; che in questa parte e in quella Fa pel lor gozzo nascer le granella.
Esempio: Not. Malm. 2, 784: Gozzo. È il Primo ventre degli uccelli, cioè quella Vescica che hanno appiè del collo, dove si ferma il cibo che beccano, e di qui appoco appoco si distribuisce al ventricolo.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. 2, 249: Così da gurges fu formato gurgustium, mutato poi in gurgutium, e ne venne poi l'italiano gargozzo; e questo finalmente, detratto il gar, restò gozzo, significante il ventricolo degli uccelli.
Definiz: § I. Vale anche Gola, sia d'animale, sia d'uomo, ma, per questo, usasi più che altro in senso di scherzo od anche dispregiativo. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 6: I venti meridionali.... fanno putride febbri, ma non inaspriscono il gozzo.
Esempio: Dant. Inf. 9: Cerbero vostro, se ben vi ricorda, Ne porta ancor pelato il mento, e il gozzo.
Esempio: Pallad. Agric. 285: Scelgansi i becchi che aggiano due barge sotto 'l gozzo.
Esempio: Bemb. Pros. 208: E sorgozzone, che disse il Boccaccio nelle novelle; il che è percossa di mano, che sopra 'l gozzo si dia: ed è gozzo la gola: onde ne viene il verbo sgozzare, che è tagliare il gozzo, ed ingozzare, ed altre.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 2, 159: Un minaccevol suono ed iracondo Dal roco gozzo suo si sente uscire.
Esempio: E Anguill. Ovid. Metam. 5, 52: Vede ch'egli non batte più le ciglia, E che lo spirto il gozzo non esala.
Esempio: Vai Rim. 33: S'io parlava, S'io sputava, Mi pareva esser Esiodo; Or nel gozzo Il singhiozzo Sinaleffa ogni periodo.
Esempio: Red. Esp. nat. 95: Pesai due gocciole [di vetro], e pesate le misi nel gozzo di due capponi.
Esempio: E Osserv. Anim. viv. 43: Possono i lumaconi mandar fuora gli occhi a lor piacimento, e possono altresì rimpiattargli e ritirargli in dentro alla base delle corna piantate sul gozzo. Dal gozzo è continuato uno stretto e corto passaggio allo stomaco.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 6, 33: Trenta barili ormai per il lor gozzo Eran passati; e fresca era lor mente, Come avesser bevuto ad un torrente.
Esempio: Pindem. Poes. 293: Giù mandar nel gozzo Non può il nemico intingolo.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 352: Per un tozzo di pan la ballerina Sgambetta, si divincola, si scoscia, E se a più d'uno il fiato esce dal gozzo (Cioè se canta), lo fa per il tozzo.
Definiz: § II. Figuratam. –
Esempio: Comp. Mantell. 17: Che tien la verità celata in gozzo.
Definiz: § III. Vale altresì Enfiamento, Tumore, di gola, che viene agli animali e anche all'uomo, per malattia, malaria ed uso di acque poco sane. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 461: Sotto la gola delle pecore nasce alcuna volta gozzo per abbondanza d'umori, che dal capo discendono.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 86: Buon uomo, quel valente medico che è colà a tavola, è gran maestro di guerire di questi gozzi.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 87: Questo soffiare con alcuna unzione che io vi farò nel gozzo, assottiglierà molto la materia del vostro difetto.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 158: I' ho già fatto un gozzo in questo stento, Come fa l'acqua a' gatti in Lombardia.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 101: Usano alcuni il bdellio, e massime l'arabico, per risolvere il gozzo della gola.
Esempio: Soder. Agric. 89: Queste [acque] generano varici, gozzi, emorroidi, quartane, idropisie e mal colore.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 66: Gobba e zoppa è costei, orba e mancina; Ha il gozzo, e da due sfregj il viso guasto.
Esempio: Not. Malm. 1, 104: Ha il gozzo. È parola nota, venendo dal latino guttur; ma qui vuol dire un Gonfio o Scrofa, che viene nella gola.
Esempio: Vallisn. Op. 2, 448: Di quest'acqua si servono i contadini ed i paesani per estirpare quel tumore che nasce nel collo, detto volgarmente gozzo, da' medici botium vel bronchoceles.
Esempio: Targ. Viagg. I ed. 3, 430: Le quali [acque] producono il broncocele o gozzo in chi le beve.
Definiz: § IV. Figuratam., vale Quel rigonfiamento di varie fogge nelle maniche od in altra parte degli abiti, segnatamente femminili; onde Maniche, e simili, a gozzi. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 15: Una cioppa a gozzi di domaschino bianco orlata di martore.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 29: Tutte le cioppe sono di panno, co' gozzi a trombe.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 208: Insegnò [Lippo] l'arte a messer Galante da Bologna, che disegnò poi molto meglio, come si può vedere nel detto Libro, in un ritratto dal vivo con abito corto e le maniche a gozzi.
Definiz: § V. Vale pure Sorta di boccetta di vetro col collo stretto e lungo, con la pancia tonda e senza piede. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Gozzo diciamo anche a un vasetto di vetro, il quale ha il collo lungo e il corpo tondo, a guisa di gozzo, e senza piede; che forse si potrebbe dire in lat. guttus.
Esempio: Buonarr. Aion. 3, 49: E fan gozzi e ampolle da speziali.
Esempio: Red. Ditir. 44: Quei bicchieri arrovesciati E quei gozzi strangolati Sono arnesi da ammalati.
Definiz: § VI. Chiamasi altresì Una sorta di barca, adoprata specialmente nella pesca, e nel trasporto del carbone, legname, rena, e simili, per piccole distanze.
Definiz: § VII. Figuratam., vale Bocia, Orlo, di buca, di fossa, di pozzo, e simili. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 8, 103: E tante volte fero questo impiccio, Che arrivavano quasi fino al gozzo Dello scavato; ond'io mi raccapriccio In ripensare a quella orribil caccia.
Definiz: § VIII. Gozzo, trovasi per Grande pozza di acqua, Bozzo. –
Esempio: Salvin. Ciclop. 6: Non la girevole acqua di fiumi Ne' gozzi giace presso alle grotte.
Definiz: § IX. A gozzo stretto, vale scherzevolmente Impiccato. –
Esempio: Giust. Vers. 201: Tu, vincendo il paragone, Mostrerai che a muso duro Si può vendere un Messia Senza far la scioccheria Di morire a gozzo stretto E di rendere il sacchetto.
Definiz: § X. Empirsi il gozzo, vale Mangiare a sazietà. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 22, 91: Quivi l'armento alla calda ora estiva Si ritraea, poi ch'avea pieno il gozzo.
Esempio: Fag. Rim. 6, 101: Con due foglie d'alloro e bere al pozzo, Ch'è quanto Apollo a' suoi seguaci dà, Gozzi, te lo dich'io, non s'empie il gozzo.
Definiz: § XI. Forare checchessia il gozzo ad alcuno, vale Fargli checchessia mal pro, anche figuratam. –
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 3, 358: Il diavolo vide quello che con bocca potea pigliare; ma non vide quello che gli dovea forare il gozzo e la gola.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 201: Sì Che a voi la forerebbe il gozzo.
Definiz: § XII. Non passare il gozzo, o Non andare, Non passare, dal gozzo in giù, detto di riso, vale Esser riso forzato o finto, in chi, anzi, ha ragione di cruccio, sdegno, e simili. –
Esempio: Cavalc. Pungil. 255: Il ridere per invidia si è falso Ma come per proverbio si dice: non passa dal gozzo in giù.
Esempio: Bern. Orl. 36, 38: E se ne ride, ma non passa il gozzo Il riso, che da tema e doglia è mozzo.
Esempio: Tass. Lett. 1, 90: Il riso non mi passa il gozzo.