Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LEONE e, con forma che oggi non si userebbe se non in poesia, LIONE.
Apri Voce completa

pag.240


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
LEONE e, con forma che oggi non si userebbe se non in poesia, LIONE.
Definiz: Sost. masc. Quadrupede della classe dei mammiferi, carnivoro, di corporatura agile insieme e robusta; che ha le zampe fornite di artigli potentissimi, una grande forza anche nella coda, e, il maschio, una lunga chioma o giuba, di colore tendente al fulvo, che gli scende dalla testa a metà circa del corpo.
Dal lat. leo, e questo dal grec. λέων. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Ma non sì che paura non mi desse La vista, che m'apparve, d'un leone.
Esempio: E Dant. Inf. 31: O tu, che nella fortunata valle Che fece Scipïon di gloria reda..., Recasti già mille lion per preda.
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 292: Egli hanno leoni assai, e d'altra fatta che gli altri, e sì v'ha lonze, e liopardi assai.
Esempio: Vill. G. 737: De' detti piccoli lioni, alquanto cresciuti, il Comune di Firenze ne fece presenti a più Comuni.
Esempio: Petr. Rim. 1, 242: Come irato ciel tona, o leon rugge.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 432: La caccia de' lioni ci vituperò; chè un toro li rincacciò tutti dentro alle stalle come pecore.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 1: La leonessa appresso il leon giace.
Esempio: Tass. Gerus. 15, 21: Costeggiar di Tingitana i lidi, Nutrice di leoni e d'elefanti.
Esempio: Salvin. Teocr. 68: Quei che possedea cuor di bronzo, D'Anfitrione il figlio, che sostenne Il lione selvaggio, amò il leggiadro Ila, garzon di bella acconcia treccia.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 17: Nell'Affricane spiagge Certe capre selvagge Traean vita dolente, Perchè un leon sovente, Dall'appetito spinto, Venia nel lor reointo, E attendendole al varco Partia di preda carco.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam., per Uomo forte, potente; e anche Persona che fa uso, che si prevale, che abusa, della forza, di cui, il leone è simbolo. –
Esempio: Dant. Parad. 6: Tema degli artigli Ch'a più alto leon trasser lo vello.
Esempio: Petr. Rim. 2, 247: Le mortali strette, Che difese il leon con poca gente (con allusione al nome di Leonida).
Esempio: Savonar. Poes. 54: Sveglia omai il tuo leone Della tua tribù di Juda.
Esempio: Machiav. Princ. 64: Bisogna.... essere volpe a conoscere i lacci, e lione a sbigottire i lupi. Coloro che stanno semplicemente in sul lione non se ne intendono.
Esempio: Ar. Sat. 1, 191: Comincia volpe; indi con forze aperte Esce leon, poi c'ha 'l popol sedutto Con licenze, con doni e con offerte.
Esempio: Salvin. lliad. 592: Te Giove lion feo per le donne, E a uccider diè colei cui tu bramassi.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 294: Bisogna confessar che un anno fa Eramo lepri, ed or siamo leoni.
Esempio: Niccol. Strozz. 5, 1: Simile al padre Non è costui; nè diverrà leone Chi volpe incominciò.
Definiz: § II. E per Arme, Impresa, Stemma, di una famiglia, di un regno, d'una città, in cui sia la figura araldica del leone; e figuratam., per Persona, Famiglia, Città, o Potentato, che abbia tale arme o impresa. –
Esempio: Dant. Parad. 12: Sotto la protezion del grande scudo In che soggiace il leone e soggioga.
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 49: Non perchè da gli artigli de l'audace Aligero leon terrà difesa (la terra), ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 40, 3: Poi nè cavalli bisognar, nè fanti; Ch'in tanto al leon d'or l'artiglio e 'l morso Fu da voi rotto sì, che ec.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 41: La quale arme, sebbene fu fatta scarpellare dal magistrato de' Dodici, che ebbe cura di spegnere ogni memoria di quel Duca, rimase nondimeno nello scudo quadro la forma del leone rampante con due code.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 113: Questi forestieri, che per appetito smoderato han sempre fatto campo dei furori loro la misera Italia, non la correranno così a grado loro, quando sapranno essere svegliato e pronto a sorgere il lione veneziano.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 8: È Vinegia in periglio, e non le giova Esser contenta nei pensier di pace, O a difesa di Cristo in Orïente Spiegar gli artigli del Lion alato.
Definiz: § III. E Term. d'Astronomia. Nome del quinto Segno, ed altresì della quinta Costellazione dello Zodiaco, la quale ha una stella di prima grandezza detta Regolo o Cuor del Leone. –
Esempio: Dant. Parad. 16: Da quel dì che fu detto Ave Al parto in che mia madre, ch'è or santa, S'allevio di me ond'era grave, Al suo Leon cinquecento cinquanta E trenta fiate venne questo fuoco, A rinfiammarsi sotto la sua pianta.
Esempio: E Dant. Parad. 21: Noi sem levati al settimo splendore, Che sotto il petto del Lione ardente Raggia mo misto giù del suo valore.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 55: Tu pur andrai verso' corni del contraposto Toro, e verso gli archi di Tessalia, e contra la bocca del crudele Leone, e contra lo Scarpione ec.
Esempio: Vill. M. 114: Il suo appaiamento fu a noi all'uscita del segno del Cancro, e alcuni dissono ch'ella entrò nel Leone.
Esempio: Alam. L. Colt. 3, 27: Poi che 'l Delio pastor co i raggi ardenti Del suo fero Leon scaldando i velli Già s'avvicina ove ec.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 2, 42: Si va dove saetta il Sagittario, E dove rugghia il feroce Leone.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 13: Sappi che tosto nel Leon celeste Marte col Sol fia ch'ad unir si vada.
Esempio: Bald. Vers. 94: Le dodici son poscia: il Monton chiaro Per la lana de l'oro, il Tauro, i due Gemelli, il Granchio, indi il Leon feroce, La Verginella e la Bilancia, ec.
Esempio: Piazz. Lez. astron. 1, 26: Questa porzione del cielo.... noi la chiameremo Zodiaco, e la divideremo in dodici parti, i di cui nomi saranno: Ariete, Toro, Gemini, Cancro, Leone, ec.
Definiz: § IV. E Piccolo Leone, è nome di una Piccola costellazione dell'emisfero settentrionale, detta anche Leoncino, posta fra il Leone e l'Orsa maggiore. –
Esempio: Piazz. Lez. astron. 1, 28: Alle 51 costellazioni ne furono aggiunte.... molte altre, i di cui nomi sono: Renna,... Piccolo leone, Cani da caccia, ec.
Definiz: § V. Leone fu, anche nome di una Moneta antica di Francia, e di un'altra fatta coniare in Roma da Leone X. –
Esempio: Vill. G. 740: Poi fece (il re di Francia) un'altra moneta d'oro, che chiamano leoni.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 63: I giulj e i leoni, che si valutano quattrini 40, erano monete pontificie, coniate in Roma da Giulio II e Leone X, da cui presero il nome.
Definiz: § VI. Bocca di leone. –
V. Bocca, § XVIII.
Definiz: § VII. Coda di leone. –
V. Coda, sottotema.
Definiz: § VIII. Cuore del leone. –
V. Cuore, § XXX.
Definiz: § IX. Cuore di leone. –
V. Cuore, § XXIX.
Definiz: § X. Dente di leone. –
V. Dente, § XV.
Definiz: § XI. Erba del leone e Erba leone, trovasi detta una Sorta di pianta corrispondente, secondo alcuni, all'Apio verde, e secondo altri al Succiamele. –
Esempio: Adim. A. Pind. 414: L'erba del leone è l'apio verde, ed è perifrasi e gieroglifo della Nemea Vittoria secondo il Valeriano.
Esempio: Michel. Relaz. 21: Nominano [i Geoponici] questa pianta (del succiamele) anco erba leone.
Definiz: § XII. Piede di leone. –
V. Piede.
Definiz: § XIII. Avere faccia di leone e cuor di scricciolo. –
V. Faccia, § LXI.
Definiz: § XIV. Avere il leone pel ciuffetto, o Pigliare il leone pel ciuffetto, o Tenere, il leone pel ciuffetto, si disse in proverbio, per Godere presentemente qualche bene, con grandissimo pericolo. –
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 532: Credendo avere il lion pel ciuffetto, Ebbono il diavol per la coda stretto.
Definiz: § XV. Dalle ugne, o Dall'unghione, si conosce il leone. Modo proverbiale, derivato dal latino Ex ungue leonem; e denota come Da un solo, o piccolo, segno, atto, o fatto, possa talvolta conoscersi la natura, o qualche eccellente qualità, di una persona o di una cosa. –
Esempio: Dav. Tac. 1, LXXI: Puossi da questo saggio conoscere, come dall'unghia il lione, la fiereza del nostro volgare.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 91: Da quanto finora ho detto, ben comprendete, come dall'unghione il lione, la qualità e 'l carattere del passato Arciconsolo.
Esempio: Nell. Iac. Forest. 3, 12: Il buon dì si conosce da mattina, e dall'ugne il leone.
Definiz: § XVI. È meglio esser capo di lucertola, o, come anche si trova, capo di gatta, che coda di leone. Proverbio che vale: È meglio essere il maggiore tra i piccoli, che il minore tra i grandi. –
Esempio: Magal. Lett. At. 601: Qui ci entra il proverbio che: È meglio esser capo di lucertola, che coda di leone. Io per me amerei meglio il far miracoli in apparenza d'uomo simile a Dio, che il fargli in apparenza di Dio simile all'uomo.
Definiz: § XVII. Farsi la parte del leone, dicesi in maniera proverbiale per Attribuirsi, o Far sua, con violenza, la parte maggiore o migliore di checchessia.
Definiz: § XVIII. Fare le volte del leone, trovasi per Andare in su e in giù per uno spazio ristretto, con agitazione e con ira; presa l'immagine dai movimenti del leone chiuso in gabbia. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 133: Più volte tentò l'uscio se aprir lo potesse, e riguardò se altronde ne potesse uscire; nè vedendo il come, faccendo le volte del leone, maladiceva ec.
Definiz: § XIX. Gittare una fava in bocca al leone, si disse a modo di proverbio, per Non soddisfare che in piccola parte, o molto raramente, un grande stimolo, o desiderio. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 280: Ma sì era di rado, che altro non era che gittare una fava in bocca al leone (qui in senso osceno).
Definiz: § XX. La volpe ne sa più del leone, vale L'astuzia vince la gagliardia. –
Esempio: Pucc. A. Guerr. Pis. 235: Or vi dirò, siccom'è di ragione, Seppe la volpe qui più del lione.
Definiz: § XXI. Ricoprire la pelle d'asino con le spoglie del leone, e anche Ricoprire l'asino con la pelle del leone, o Vestirsi l'asino delle spighe del lione, si dice a Chi usurpi e si approprii le opere altrui, le altrui fatiche. –
Esempio: Bern. Orl. 51, 4: Chi dell'onore altrui coprendo vassi, Somiglia.... l'asino.... Che si vestì le spoglie del lione.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. G. 1, 353: E bene spesso avviene che, lasciandole (le opere) o poco meno che finite o a buon termine, sono usurpate dalla presonzione di coloro che cercano di ricoprire la loro pelle d'asino con le onorate spoglie del leone.
Definiz: § XXII. Toccare il polso al lione, si disse in Firenze per Partecipare al governo dello Stato; essendo il Leone l'insegna del Comune. –
Esempio: Varch. Ercol. 120: Di questi tali si suol dire, ora ch'ei gonfiano, e ora ch'egli sputano tondo: i quali, quando s'ingerivano nelle faccende ed erano favoriti dello Stato,... si dicevano toccare il polso al lione, ovvero marzocco.