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1) Dizion. 5° Ed. .
FAVILLA.
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FAVILLA.
Definiz: Sost. femm. Parte minutissima di fuoco, e in senso più particolare, Particella che si stacchi da materia che arda o s'infuochi, e che si leva in aria; Scintilla.
Dal lat. favilla. –
Esempio: Dant. Parad. 1: Poca favilla gran fiamma seconda.
Esempio: E Dant. Parad. 18: Poi, come nel percuoter de' ciocchi arsi Surgono innumerabili faville, Onde gli stolti sogliono augurarsi, ec.
Esempio: Vill. M. 38: Lieve cagione, della quale surse, come di piccola favilla, fuoco di smisurata grandezza.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 189: Favilla è reliquia del fuoco, onde si ripara ed accende il fuoco, soffiando e ponendovi le cose aride, che li dieno nutrimento.
Esempio: E But. Comm. Dant. 2, 510, var.: Da la favilla, come da principio effettivo, nasce lo fuoco che risplende.
Esempio: Bibb. N. 1, 478: Lo sacerdote.... spoglierassi le prime vestimenta; e vestitosi dell'altre, porteralle fuori dello abitato in luogo nettissimo, e faralle consumare al fuoco insino ad una favilla.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 18: Ma il suo voler più nel voler s'infiamma Del suo Signor, come favilla in fiamma.
Esempio: E Tass. Gerus. 6, 40: Quinci Tancredi, e quindi Argante venne. Rupper l'aste sugli elmi, e volar mille E tronchi e schegge e lucide faville.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 118: Sono ancora certi funghi che fanno l'esca,... che vi s'attacca dentro il fuoco dalle faville della pietra focaia battuta col fucile.
Esempio: Niccol. Strozz. 3, 4: Questa insensibil pietra, Respingendo l'acciar che la percote, Manda faville.
Definiz: § I. In locuz. figur., e altresì figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Giusti son duo, ma non vi sono intesi: Superbia, invidia ed avarizia sono Le tre faville che hanno i cori accesi.
Esempio: E Dant. Parad. 17: Parran faville della sua virtute.
Esempio: E Dant. Parad. 30: Di tal fiumana uscian faville vive.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 131: Piccola è quella favilla, che a distruzione mena uno grande regno.
Esempio: S. Bern. Serm. R. 6 t.: Da quanto fervore di mente pensi tu che procedessono queste faville, anzi carboni desolatori, cioè atti a dissolvere e disfare ogni costruzione de' peccati?
Esempio: Petr. Rim. 1, 232: E 'l ciel di vaghe e lucide faville S'accende intomo.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 292: Nè per duo fonti sol una favilla Rallenta dell'incendio che m'infiamma.
Esempio: Albanz. Petr. Uom. fam. R. 1, 519: Di quella favilla crescerebbe grande ardore, della quale fiamma per lo tempo futuro arderebbe tutta la repubblica.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 370: Abbiamo spento una favilla.... una favilla, padre molto reverendo, che poteva destare un grand'incendio.
Definiz: § II. Figuratam., parlandosi di affetti, passioni e simili, vale Ciò che è principio, cagione, germe, di essi. –
Esempio: Tass. Gerus. 11, 61: Dunque favilla in voi nulla più resta Dell'amor della preda, e delle lodi?
Esempio: Pindem. Poes. 376: Questi [vati] diran, com'ei nodria le sacre Dell'amistà faville in mezzo al core.
Esempio: Leopard. Poes. 85: Dimmi: d'amore Favilla alcuna, o di pietà, giammai Verso il misero amante il cor t'assalse Mentre vivesti?
Definiz: § III. E pur figuratam., per Parte piccolissima di checchessia, od anche Alcun poco di esso. –
Esempio: Dant. Parad. 33: Ch'una favilla sol della tua gloria Possa lasciare alla futura gente.
Esempio: Tratt. Color. Rett. 36: Al mio povero consiglio e ammaestramento, e al tuo nuovo e disioso ingegno,... basti la presente favilla della rettorica conoscenza.
Esempio: Morell. Cron. 254: Volendo pigliare alcuna favilla di rimedio, secondo che oggi dà a noi questa vita ispinosa e crudele.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. 41: Una favilla sola Non fia di me, se in cener mi converto.
Definiz: § IV. Favilla, per estensione e poeticam., prendesi anche per Fiamma. –
Esempio: Dant. Inf. 26: S'ei posson dentro da quelle faville Parlar,... assai ten prego, ec.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 5: E fischiar Idre, e sibilar Pitoni, E vomitar Chimere atre faville.
Esempio: E Tass. Gerus. 4, 8: Tal della fera bocca i negri fiati, Tale il fetore e le faville sono.
Esempio: E Tass. Gerus. 12, 7: Tu là n'andrai,... e me.... lascerai tra la vulgare gente? E da secura parte avrò diletto Mirar il fumo e la favilla ardente?
Esempio: Martin. V. T. 1, 141: E vide le faville che si alzavano da terra quasi il fumo di una fornace.
Definiz: § V. E figuratam., per Fiamma d'amore. –
Esempio: Giacomin. Lez. II, 5, 167: Le faville d'un Troiano e d'una Greca arsero una città nobilissima, e distrussero un regno potentissimo, e volsero sottosopra e l'Asia e l'Europa.
Definiz: § VI. E per Il vivo splendore degli occhi di una donna. –
Esempio: Dant. Parad. 4: Beatrice mi guardò con gli ocelli pieni Di faville d'amor.
Esempio: Petr. Rim. 1, 243: Ch'i' veggio.... duo begli occhi chiusi Rimaner dopo noi pien di faville.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 77: Gli occhi belli, ora in ciel chiari, e felici,... Dicean lor con faville oneste e nove: Rimanetevi in pace.
Definiz: § VII. Favilla si disse, con proprietà latina, per Quella cenere sottile che ricuopre la brace. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 25: Innanzi, che vi si volga il corso dell'acqua, vi si dee metter favilla mista, che con alcun liquor vi discorra.
Esempio: Pallad. Agric. 230: Anzi che noi vi facciamo correr l'acqua per entro, vi si faccia correr per entro favilla mischiata con qualche liquore.
Definiz: § VIII. Andare in faville, vale poeticam. Essere arso. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 26 Argom.: Entro la gabbia va Gano in faville.
Esempio: Martin. V. T. 13, 35: E la vostra fortezza sarà quasi stoppa che va in faville.
Definiz: § IX. Mettere a faville, e con maggior significato, Mettere a fuoco e a faville, vale Abbruciare, Incendiare, Mettere a fuoco e fiamma. –
Esempio: Pucc. A. Centil. 5, 87: Il suo contado mettendo a faville.
Esempio: E Pucc. A. Centil. 62, 63: Mettendo tutto a fuoco ed a faville.