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1) Dizion. 5° Ed. .
MONNA e MONA
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MONNA e MONA.
Definiz: Sost. femm. Titolo accorciato da Madonna, che si usava preporre al nome proprio di una donna, e, per lo più, o maritata o vedova; anche se di condizione bassa o non molto elevata. −
Esempio: Malisp. Stor. fior. 20: La quale avea nome mona Veglia.
Esempio: Dant. Vit. nuov. SD. 65: Io vidi monna Vanna e monna Bice Venire ec.
Esempio: Vell. Cron. 36: Monna Gilia, figliuola del detto Lippaccio, fu bella e orrevole fanciulla.
Esempio: E Vell. Cron. 57: La Bice, poi monna Bice, figliuola del detto Bindo, fu maritata a ec.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 158: Il quale d'una donna, monna Ermellina chiamata, e moglie d'uno Aldobrandino Palermini, innamorato oltre misura, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 67: Era per avventura la moglie di lui, la quale ebbe nome monna Tessa, bella e valente donna, in capo della scala.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 42: Dato l'ordine della cameriera,... la quale fu una femminetta sua vicina, chiamata monna Bartolomea, ec.
Esempio: E Sacch. Nov. 1, 209: E così, dopo alquanti dì, monna Ermellina ne venne una sera a marito.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 108: A voi e alla Cassandra e mona Lucrezia mi raccomando assai.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 388: Con dispiacere intendo, per la vostra, il male delli occhi di mona Marietta vostra; che me ne incresce assai.
Esempio: Not. Malm. 1, 404: Mona. È parola sincopata da madonna: ed è il titolo che si dà comunemente alle donne d'infima plebe, dicendosi in diminuzione Signora, Madonna, Monna, come Signore, Messere, Sere.
Definiz: § I. Figuratam. −
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 68: Verona è una terra ch'ha le mura Parte di pietre e parte di mattoni, Con merli e torri e fossi tanto buoni Che mona Lega vi staria sicura.
Esempio: E Bern. Rim. burl. V. 123: Costui, cred'io che sia la propria idea Della scultura e dell'architettura, Come della giustizia mona Astrea.
Definiz: § II. Si usò anche preposto ad un pronome. −
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. 2, 18: O mona tale, vieni con noi al bagno.
Esempio: Med. L. Canz. ball. 14 t.: Mona questa e mona quella, Attendete a lavorare.
Esempio: Gell. Sport. 4, 4: Mona colei, porgetemi un poco quella sporta.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 461: Mona voi mia, io non ho visto più Questo signor Lamberto, se non oggi.
Definiz: § III. Preposto a nomi e adiettivi diversi, ironici o ingiuriosi, servì a mettere in ridicolo o in biasimo alcuna donna. Onde si disse: Monna onesta, Monna schifa il poco, Monna cionna, Monna diavola, ec. −
Esempio: Sacch. Rim. V. 168: Se e' ci fosse monna Scoccalfuso, Vo' la conoscerete pur al muso.
Esempio: E Sacch. Rim. V. appr.: Se e' ci fosse monna Pocofila, Dir se ne possa oggi la vigíla.
Esempio: Pulc. L. Morg. 22, 227: Ogni dama del suo drudo ha boria: E piace insin da Campi a mona Onesta Ch'e' ec.
Esempio: Machiav. Comm. 89: Quanta fatica ho io durata a fare, che questa mia monna sciocca mi dia questo segno.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 399: La non mi ha però cera di semplice: e sai che queste mone oneste quanto più fanno dello schifo, tanto più.... eccetera.
Esempio: Varch. Suoc. 4, 6: Questo è appunto quello che io voleva dirvi, per chiarirvi affatto dell'astutezza e furfanteria di questa mona Onesta da Campi.
Esempio: Cecch. Mogl. 1, 1: Oh che ne dice mona diavola, Moglie d'Alfonso?
Esempio: E Cecch. Acq. Vin. 2, 2: Elle hanno, mone sciocche, Sempre sempre più fogge e più grillande Nel capo, e più nabissi e gerarchie, Che maggio foglie, ec.
Esempio: Razz. Cecc. Prol.: Fra voi donne saranno di quelle, che diranno: anco questa mona merda vuol farsi vedere in piazza.
Esempio: Bracciol. Schern. 4, 31: Pensa col far costei la monna onesta Lucciole per lanterne apparir farmi.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 65: Un certo diavol d'una mona cionna, Figliuola d'un guidone ignudo e scalzo ec.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 1, 15: Le mone schifa il poco e piglia il tutto.
Esempio: Not. Malm. 1, 103: Il titolo poi di Mona, che è lo stesso che Madonna o Signora, aggiunto a un nome basso, ovvero poco modesto, fa maggiormente spiccare la viltà della persona a cui si pone.
Definiz: § IV. Monna Luna. −
V. Luna, §§ XXVII e XXVIII.
Definiz: § V. Dar la monna ad alcuno, si usò in gergo per Beffarlo, Schernirlo. −
Esempio: Grazz. Comm. 183: Che ne so io? poichè io veggio ognuno ridere, egli è forza che tu mi dia il pepe, la monna o il gongone, o che tu mi facci dietro bocchi, ceffo o grifo.
Definiz: § VI. Parere il cadavere di monna Checca, si disse, a mo' di proverbio, per Essere smunto, rifinito. −
Esempio: Lipp. Malm. 7, 25: Il quale così molle e sbraculato Il cadavero par di mona Checca.
Esempio: Not. Malm. 2, 555: Si suole in Firenze, nel giorno della Commemorazione di tutt'i morti, ne' sotterranei della Basilica di San Lorenzo, che sono il sepoltuario, esporre uno scheletro di morto, con veli in testa ed altri abbigliamenti: e questo da' ragazzi è detto Mona Checca, cioè Madonna Francesca: e questo nome poi comunemente s'usa, per esprimere uno sbattuto ed afflitto dalla fame, dal freddo, e da altro stento.