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Dizion. 4° Ed. .
SINO
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SINO.
Definiz: | Preposizione terminativa di luogo, di tempo, o di operazione; lo stesso, che Fino, Infino, e Insino. E pur come
quelle si usa comunemente col terzo caso, benchè talora anche ad altri casi, od a varie particelle, o preposizioni
s'accompagni, come delle medesime voci a lor luogo si è detto. Lat. usque. Gr.
ἕως. |
Esempio: | Dant. Par. 32. E gli altri sin quaggiù di giro in giro. |
Esempio: | Guid. G. Partendo la testa sino al bellico. |
Esempio: | Bocc. vit. Dant. 233. Colui, nel quale poco avanti parea ogni pubblica speranza
essere posta ec. sanza peccato di quel romore, il quale per addietro s'era molte volte udito le sue laudi portare sino
alle stelle, fu furiosamente mandato in irrevocabile esilio (alcune edizioni hanno infino) |
Esempio: | Rim. ant. Guitt. 90. Ratto son corso giù sino alle porte Dell'aspra morte per
cercar diletto. |
Esempio: | G. V. 12. 63. 4. La sua gente scorse sino presso a Parigi a due leghe.
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Esempio: | Bemb. lett. 1. 1. 23. Dunque ne bacio sin di quà il santissimo piè vostro con
l'antica, e cauta servitù, e devozion mia. |
Esempio: | E Bemb. lett. 2. 2. 22. Averete con questa, messer Trifone mio
caro, quanto sin quì ho scritto sopra la volgar lingua. |
Definiz: | §. II. Sin che, lo stesso, che Fin che. Lat. donec, usquequo, usque dum,
quoad. Gr. ἕως, ἐς ὅ. |
Esempio: | Fir. As. 218. Innamorato di Carite sin ch'ell'era picciola (quì vale: sino
da quando. Lat. ex quo) |
Definiz: | §. III. Sino a che, vale lo stesso, che Sin che, Fin che. Lat. donec,
usquequo, usque dum, quoad. Gr. ἕως, ἐς
ὅ. |
Definiz: | §. IV. Sin tanto che, o Sino a tanto che, vale lo stesso, che Sin che. Lat.
donec, usquedum, quoad. Gr. ἕως,
ἐς ὅ. |
Definiz: | §. V. Sino, assolutamente posto, si trova talora usato per Sin che. |
Esempio: | Dant. Inf. 19. Nè si stancò d'avermi a se ristretto Sin men portò sovr'al colmo
dell'arco. |
Definiz: | §. VI. Sino, talora dinota Intero componimento di che che si parli, così nel bene, come nel male. |
v. INSINO.
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