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1) Dizion. 5° Ed. .
GEMERE.
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GEMERE.
Definiz: Neutr. Pianamente lacrimare e piangere, Lamentarsi flebilmente, Esprimere il proprio dolore o patimento con voce di rammarico: ma prendesi anche genericamente per Piangere, e per Lamentarsi, Dolersi.
Dal lat. gemere. –
Esempio: Dant. Inf. 12: Infin ch'ei (il sangue bollente della riviera) si raggiunge Ove la tirannia convien che gema.
Esempio: Petr. Rim. 2, 267: Or dentro ad una gabbia Fere selvagge e mansuete gregge S'annidan sì, che sempre il miglior geme.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 341: Dove la tirannia convien che gema; cioè li tiranni convengono essere tormentati, e così piangono per le pene d'essere cotti in quel sangue.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 66: Sospira e geme, non perchè l'annoi Che piede o braccio s'abbia rotto o mosso, Ma ec.
Esempio: Cas. Rim. 1, 21: Ben ha, Quirino, Ond'ella plori e gema La patria vostra.
Esempio: Tass. Gerus. 2, 42: Ella si ferma a riguardar da presso: Mira che l'una tace, e l'altro geme, E più vigor mostra il men forte sesso.
Esempio: Bart. D. As. 5, 93: La croce di Cristo gli par troppo gravosa a portare. Che se egli medesimo vi gemè, e vi cadde sotto il peso nelle piazze di Gerusalemme, che possiam noi presumere di noi medesimi in questa valle di miserie?
Esempio: Segner. Mann. lugl. 2, 2: D'una parte questi sono i danni per lui più considerabili; e d'altra parte questi sono quei danni di cui men geme.
Esempio: Fosc. Poes. 28: Disturbatore Suon di pianto qui trassemi. I. Gemea Da ogni uom qui lungi; e in questa reggia pure Gemer di madre s'interdice?
Esempio: Niccol. Poes. 1, 329: Misera! invano Giasone attese, invan gli Dei giurati Sul talamo deserto Chiamò gemendo.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 286: Dopo la decadenza dell'imperio romano l'Italia gemè per molti anni sotto il giogo di barbare nazioni.
Definiz: § II. Pare per Piangere, Versar lacrime, ma per cagione di allegrezza; ma non è modo comune. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 1, 10: Troppo lieto era il figliuol di Pipino, Tanto che spesso d'allegrezza geme, Veggendo tutti i paladini insieme.
Esempio: E Pulc. L. Morg. 15, 63: E ogni cosa ragionorno insieme, E la fanciulla d'allegrezza geme.
Definiz: § III. Per similit., detto di certi volatili, e specialmente delle tortole e delle colombe, vale Cantare flebilmente. –
Esempio: Salvin. Eglog. 1, 5: Nè cesserà la tortora di gemere Dall'olmo, che su vassene alle stelle.
Definiz: § IV. Figuratam. e poeticam., detto di cose, e anche di luoghi, vale Fare un certo rumore, Risonare, in modo cupo o confuso, ma prolungato, Stridere, Scricchiolare pianamente, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 22, 75: L'animosa donzella di Dordona Gli ha il ferro ai fianchi, e lo percuote e preme: Vien con lui sempre, e mai non l'abbandona. Grande è il rumore, e il bosco intorno geme.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 29, 47: Cadon nel fiume, e vanno al fondo insieme: Ne salta in aria l'onda, e il lito geme.
Esempio: Car. Eneid. 2, 1024: Da cui (da' colpi degli agricoltori) vinto (un orno) e dal peso, a poco a poco Crollando e balenando il capo inchina, E stride e geme, e dal suo giogo al fine.... si diveglie.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 79: Geme il vicino mar sotto l'incarco Dell'alte navi e de' più levi pini.
Esempio: Salvin. Odiss. 482: Ora la loro Gran magione dai piè gemeva intorno D'uomin trescanti, e di ben cinte donne.
Esempio: Pindem. Poes. 20: Gemer s'ode, delle braccia nude Sotto all'alterno martellar, l'incude.
Esempio: Mont. Poes. 1, 264: Quindi gemere i boschi, urlar le rupi, E piangere le fonti, e le notturne Strigi solinghe, e ulular cagne e lupi.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 13: Livida l'onda Che tra l'infausta reggia e le prigioni Languidamente sta, geme sospesa Stille misere teste, e chiude l'eco, ec.
Esempio: E Niccol. Poes. 2, 28: Era la stanza Chiusa per tutti dal funesto giorno: Parve gemendo la sua porta aprirsi.
Definiz: § V. Gemere, detto di acqua, o di qualsivoglia altro umore, vale Distillare, Colar giù, Venir fuori, piattamente e sottilmente: tolta la metafora dalle lacrime che gocciolano dagli occhi di chi piange. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 23: A' quali [segnali] allora diamo fede, quando in quel luogo non ha alcuna acqua stante, nè per consuetudine vi geme alcuno umore.
Esempio: Dant. Purg. 25: Ancor digesto scende ov'è più bello Tacer che dire; e quindi poscia geme Sov'altrui sangue in natural vasello.
Esempio: Car. Lett. Fam. 3, 12: Caggendo [le gocciole dell'acqua] passano per alcuni tartari [attaccati alla volta],... i quali vi sono adattati in modo, che par che l'acqua gemendo vi sia naturalmente ingrommata.
Esempio: Soder. Agric. 104: Conviene che questi lavori con tutti gli altri che concernono la citerna, sieno asciuttissimi e secchi affatto, avanti che vi si cacci dentro l'acqua,... perchè colla sua gravezza sforzando i sassi o mattoni murati, apre i conventi, facendo gemere e gocciolare, e trapelar per tutto l'umore.
Esempio: Red. Lett. 1, 250: Il tutto sia stato infuso secondo le leggi dell'arte, in sufficiente quantità di quell'acqua che geme dalle viti potate di fresco.
Esempio: Magal. Lett. scient. 53: Niuna cosa impedisce dal potersi dire che quell'umore che geme e distilla perennemente nel granel dell'uva dalle vene materne del tralcio, si mescoli con questa tal polvere di luce, ec.
Esempio: Grand. Relaz. var. 9, 271: Se talvolta scarseggiano d'acqua, debbono piuttosto incolpare la poca cura da essi impiegata in mantenere la gora, che porta l'acqua alle loro ville, e non permettere che in tanti luoghi ne gema e ne trapeli l'acqua, disperdendosi per istrada.
Esempio: Lastr. Agric. 4, 233: L'aria ha un'attività immensa sul fluido vinoso; ed una sola gocciola di esso che gema da una botte per alcun tempo, l'altera e lo guasta.
Definiz: § VI. E per Sottilmente mandar fuori, o versare, acqua o altro umore; detto di recipienti, muraglie, terreni, e altri corpi solidi. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 22: La nera terra gemerà, e renderà cotali risudamenti e non grandi gronde d'acqua.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 249: Non si dee rader la sua corteccia (dell'ulivo), perocchè allora gemerebbe, e diventerebbe sterile e arido.
Esempio: Pallad. Agric. 278: Nel mese di marzo all'uscita s'innestano i susini, meglio nel tronco fesso che tra corteccia; ovver nel mese di gennaio, anzi che cominci la gemma a gemere.
Esempio: Dant. Inf. 13: Come d'un stizzo verde, che arso sia Dall'un de' capi, che dall'altro geme, E cigola per vento che va via.
Esempio: Viagg. Terr. sant. 310: E come [la rama del balsimo] è schiantata, comincia a gemere, a modo che fa la vite di marzo, e gitta di cotali lagrime piccole e rade.
Esempio: Targ. Viagg. 7, 358: La manna è un liquido particolare del frassino e dell'orno, il quale o trasuda spontaneamente dalle crepature della corteccia, o si fa trasudare e gemere col ferire essa corteccia, e rompere i canali per i quali egli scorre.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 243: Oltre il vantaggio di non più pensarvi, hanno i tini a muro anche quello di non esser sottoposti, come quegli di legno, alla rottura di cerchj e di doghe, e al pericolo di gemere e versare il vino.
Definiz: § VII. E in particolare detto delle viti, vale Mandar fuori, Versare, nella primavera, pel movimento del succhio, gocciole di umore acquoso dalle tagliature: il che si dice anche Lacrimare. –
Esempio: Tedald. Agric. 13: Meglio è annestare quando la vite comincia a muovere e a gemere.
Esempio: Soder. Tratt. Vit. 54: Se son viti grosse, che occorra annestarle nel grosso, facciasi nello scemar della luna, affinchè il troppo gemer d'essa non facesse suffocar l'inseto.
Esempio: Magazz. Coltiv. 8: Sendo il mese [di gennaio] dolce, senza diacci o stridori o nevi, si potano le viti, che è la vera potatura, perchè elleno non piangono e non gemono dalla tagliatura. Paolett. Oper. agr. 1, 329: Le viti incise e tagliate in certi tempi, incominciano subito a gemere.
Definiz: § VIII. E in modo alquanto scherzevole, detto del corpo umano, per Sudare. –
Esempio: Bocc. Laber. 228: Quando da caldo e quando da fatica tutta la corporea massa incitata geme e spira, questo (il lezzo caprino) è tanto e tale, che ec.
Definiz: § IX. Trovasi per Discendere, Derivare, Prodursi, parlandosi di generazione. –
Esempio: Frezz. Quadrir. 2, 4: Questa bruttura va di seme in seme In tutti quelli che nascon d'Adamo; Ch'ogni uman corpo da quel primo geme.
Definiz: § X. Att. Piangere, Deplorare, Lamentare. –
Esempio: Dant. Inf. 26: E dentro dalla lor fiamma si geme L'aguato del caval, che fe' la porta Ond'uscì de' Romani il gentil seme.
Esempio: Cont. Bell. Man. 30: A che l'antiche colpe l'uom pur geme Per mille van speranze e van sospetti?
Definiz: § XI. E per Mandare o Cacciar fuori, Versare, e simili, sottilmente, o lentamente. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 59: Quel letame è molto convenevole, il quale per putrefazione geme muffa, e manda fuori alla superfìcie il suo umido naturale.
Esempio: Red. Lett. 1, 263: Il quale intestino retto suol gemere alcuni icori o sieri acri, mordaci, pungenti e salsuginosi.
Esempio: Magal. Lett. scient. 61: Per lo sguainar de' denti gemono [le gengivette della vipera] una certa roba che par simile alla colla strutta.
Esempio: E Magal. Operett. var. 50: La cagiuri, fuori dell'Indie, produce i datteri, ma nell'Indie, in quello scambio, geme un certo liquore che, distillato, a quei del paese è vino.
Definiz: § XII. Far gemere i torchj, dicesi, in modo figurato e alquanto schernevole, di autore di poco conto, e vale Fare stampare scritti proprj. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 2, 102: Oh a quanti scrittori, che più d'una volta hanno fatto gemer i torchj, si potrebbe ripetere quel verso d'Antonio: Utilius dormire fuit, ec.
Definiz: § XIII. E Gemere sotto i torchj, detto di scrittura, vale Esser sotto stampa, Andarsi stampando; ma è maniera scherzevole. –
Esempio: Bertin. A. F. Specch. 17: Tolgami.... il cielo che in ciò io vi risponda pur una sillaba per le rime,... contentandomi su questo particolare di quella piccola sì, ma ben gagliarda Difesa, che geme al presente sotto i torchj lucchesi.