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1) Dizion. 5° Ed. .
FAVELLA.
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FAVELLA.
Definiz: Sost. femm. La facoltà e L'atto del favellare, del parlare. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 1, 134: Che certo a grande pena Aggio tanto di lena, Che di bocca fuor tragga la favella.
Esempio: Virg. Eneid. R. 127, 18: Enea nel suo cospetto perdè la favella, levati i capelli per raccapriccio.
Esempio: Petr. Rim. 2, 90: E 'n don le cheggio sua dolce favella. Talor risponde, e talor non fa motto.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 213: Messer lo geloso s'avea messe alcune petruzze in bocca, acciò che esse alquanto la favella gli 'mpedissero.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 3: Ma più tosto che lei, lasci coi rai Del Sol l'udita e il gusto e la favella E la vita e la fama.
Esempio: Cas. Pros. 3, 382: Noi costumiamo di dire: il mutolo ha riavuto la favella; e diciamo, e non senza cagione: In don le chieggio sua dolce favella; e non il suo dolce linguaggio. E alcuno ha perduto il linguaggio senza perder la favella.
Esempio: E Cas. Pros. appr.: Favella è adunque quando alcuno espone il suo concetto con voce articulata.
Esempio: Salv. Avvert. 1, 67: Se l'uso della favella,... per iscoprire a nostra voglia i pensieri, e ad arbitrio nostro palesare il discorso, ne fu sì, com'io credo, dato dalla natura, ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 64: Ma quello Aver così impedita la favella, Mi fa creder ch'il mal sia molto e tristo.
Esempio: Fiorett. B. Proginn. 5, 207: Che la umana favella sia così naturale all'uomo, che seco nasca, e cresca, e abbonisca, senza bisogno di maestro e di osservazione alcuna, ec.
Esempio: Vai Rim. 2: E per un quarto d'ora Perse affatto la vista e la favella.
Definiz: § I. E per Modo di favellare, nel qual senso spesso riceve un aggiunto qualificativo. –
Esempio: Dant. Inf. 2: E cominciommi a dir soave e piana, Con angelica voce, in sua favella.
Esempio: E Dant. Inf. 3: Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira.
Esempio: E Dant. Parad. 14: Con tutto il cuore e con quella favella, Ch'è una in tutti, a Dio feci olocausto.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 86: Orribili favelle; cioè, parlari da far paura altrui.
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 2: Con dolce e suavissima favella Al Conte fa le sue sciagure note.
Esempio: Piccolom. Instit. mor. 86: Veggano adunque con diligenzia che la favella, che apprender debbono i lor figliuoli, sia pura, propria, dolce, e da quella del volgo lontana.
Esempio: Tass. Rinald. 7, 65: Raccolse con benigna umil favella I cavalieri.
Esempio: Maff. Veron. illustr. 1, 27: I Veronesi hanno la favella ed il suono istesso di Vicenza e di Padova.
Esempio: Mont. Poes. App. 104: Il truce Inglese, alla favella onesta, Dai piedi lo squadrò fino alla testa.
Esempio: Pindem. Poes. 10: Cortese e grave il guardo e la favella.
Esempio: Giust. Vers. 353: Con lui parla (la madre del bambinello) e risponde Una favella da lei sola intesa.
Definiz: § II. Figuratam. e poeticam., detto di animali e di cose inanimate, vale Modo ond'essi significano checchessia. –
Esempio: Guar. Past. fid. 1, 1: Quell'augellin.... parla in sua favella, Sì che l'intende il suo dolce desio.
Definiz: § III. E per Discorso, Parole, rispetto al loro contenuto. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 66: Questi [sensi] hanno per ufizio, Che lo bene e lo vizio, Li fatti e le favelle, Rapportano alle celle, Ch'i' v'aggio nominate, E loco son pensate.
Esempio: Dant. Inf. 18: Ma sforzami la tua chiara favella, Che mi fa sovvenir del mondo antico.
Esempio: E Dant. Purg. 10: Ed avea in atto impressa esta favella: Ecce Ancilla Dei.
Esempio: E Dant. Parad. 24: L'antica o la novella Proposizione che sì ti conchiude, Perchè l'hai tu per divina favella?
Esempio: E Dant. Parad. 33: Omai sarà più corta mia favella, Pure a quel ch'io ricordo, che d'infante, Che bagni ancor la lingua alla mammella.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 28: Onde con mesta e flebil voce uscìo Espedita e chiarissima favella, E disse, ec.
Esempio: Manz. Poes. 62: Un indistinto Suon di favelle e d'opre e di pedate Brulicanti da lungi.
Definiz: § IV. E per Linguaggio proprio di un popolo, Idioma. –
Esempio: Dant. Parad. 16: Così con voce più dolce e soave, Ma non con questa moderna favella, Dissemi ec.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 54: La giovane, udendo la favella latina, dubitò non forse altro vento l'avesse a Lipari ritornata.
Esempio: Salv. Avvert. 1, 99: Che anche nella favella della migliore età, come in tutte altre lingue, in tutti i tempi è verisimil ch'addivenisse.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 33: S'affisa a quel parlar Tancredi in lui, E riconosce l'arme, e la favella.
Esempio: E Tass. Gerus. 14, 28: Veduti Ubaldo in giovenezza, e cerchi Varj costumi avea, varj paesi,... E com'uom, che virtute e senno merchi, Le favelle, l'usanze e i riti appresi.
Esempio: E Tass. Gerus. 15, 28: Del mondo occulto Dimmi quai son le leggi, e quale il culto.... Gli soggiunse colei: Diverse bande Diversi han riti ed abiti e favelle.
Esempio: Red. Lett. 1, 7: Traporterò qui le parole medesime del Santo, e nella favella greca, e nella latina ancora.
Definiz: § V. E figuratam. e poeticam., usato nel plurale, per Popoli, Nazioni. –
Esempio: Dant. Inf. 5: La prima di color, di cui novelle Tu vuoi saper, mi disse quegli allotta, Fu imperatrice di molte favelle.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 159: Imperatrice di molte favelle; cioè, signoreggiò genti di diverse lingue.
Definiz: § VI. Dinegare favella ad alcuno, o Tener favella, ad alcuno, si disse per Non volergli più parlare, per odio o sdegno contro di esso; e Render favella ad uno, si usò per Tornare a parlargli, essendosi riconciliato con esso. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 49: La Belcolore venne in iscrezio col sere, e tennegli favella insino a vendemmia.
Esempio: Vell. Cron. 11: E rendèmi favella, quand'io gli bisognava.
Esempio: E Vell. Cron. 18: Stette sempre grosso con lui infino presso alla morte del detto Piero, e allotta con gran fatica gli rendè favella.
Esempio: Bern. Orl. 18, 25: Perchè si dice che tenea favella All'eccelso signor di Montalbano.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 7, 37: Umile ei la saluta, e fa ch'anch'ella Gli rende l'accoglienza e la favella.
Esempio: Cas. Lett. ined. 32: Farò l'offizio per m. Oraziotto, il quale credo che, sdegnato del rabbuffo che io gli feci sopra lo esser bravo, mi dineghi favella: ma noi faremo ben pace.
Definiz: § VII. Perder la favella, vale Esser moribondo; ed altresì Rimanere attonito.