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Dizion. 5° Ed. .
OMÈ.
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pag.480
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OMÈ. Definiz: | Interiezione ed Esclamazione usata ad esprimere commiserazione di sè stesso, delle proprie condizioni. |
Da oh ed il pronome me. ‒ Esempio: | Dant. Purg. 19: La mia conversione, omè! fu tarda. | Esempio: | Pulc. L. Morg. 26, 2: O Carlo, omè! quanto sarai meschino, Quando vedrai de' nuovi casi avversi, E morto il tuo nipote e paladino! |
Definiz: | § Ed usato in forza di Sost., così declinabile come indeclinabile. ‒ |
Esempio: | Bocc. Teseid. 3, 18: A quell'omè la giovinetta bella Si volse destra in su la poppa manca. | Esempio: | E Bocc. Teseid. 3, 19: Nè fu nel girsen via senza pensiero Di quell'omè, e benchè giovinetta Fosse, ec. | Esempio: | Fag. Comm. 6, 264: Se l'averà letta..., averà sentiti gli smiaci e gli omei, che v'avevate fitto dentro. | Esempio: | Salvin. Opp. 357: Niuno Tra gli uomini peggior male si nutre Di gelosia; dà molti ella dolori Ed omei molti. | Esempio: | Guadagn. Poes. 1, 49: Giunto del parto il sospirato giorno, Fra le solite doglie e fra gli omei, Fece ec. |
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