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1) Dizion. 5° Ed. .
NIBBIO.
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NIBBIO.
Definiz: Sost. masc. Uccello di rapina diurno, che ha la piuma del capo di color cenerognolo, occhi e piedi gialli, coda fulva e forcuta. Se ne conoscono più specie, ma quella più comune tra noi è il Nibbio reale, che è il Falco milvus dei Naturalisti.
Sembra corruzione del lat. milvius e milvus; antico francese nieble; antico spagnuolo neblí; portoghese nebli e nebri. –
Esempio: Fior. Virt. 22: Puossi appropriare la invidia al nibbio, ch'è tanto invidioso, che s'egli vede gli figliuoli ingrassare nel nido, sì dà loro nelle coste col becco.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 479: Sono appostate (le galline) da' nibbj e da alcuni altri rapaci uccelli, e massimamente da aguglie.
Esempio: Dant. Conv. 288: Meglio sarebbe voi, come rondine, volare basso, che, come nibbio, altissime rote fare sopra cose vilissime.
Esempio: Bocc. Laber. 242: Lamentera'ti.... d'averti, a modo che un nibbio, lasciato adescare, e pigliare alle busecchie.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 269: Erano su una finestra a freddare (certi salsicciuoli); non ve gli ho trovati; non so se gatta o altri gli avesse tolti. Dico io: Per certo serà stato uno nibbio che io vidi testè per aria con una filza che portava; e' siano stati dessi.
Esempio: Savonar. Pred. 14: Quando poi (le galline) hanno li figliuoli, si delettano che li pulcini mangino, gli allettano; e quando ne viene el nibbio, gli cuoprono e tengono sotto le ale.
Esempio: Ar. Comm. 2, 365: Non vedete voi, che subito Un divien podestade, commissario, Provveditore, gabelliere, giudice, Notaio, pagator degli stipendj, Che li costumi umani lascia, e prendeli O di lupo o di volpe o di alcun nibbio?
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 2, 275: Siccome quando in un altar foresto Fan sacrificio i sacerdoti a Giove, Se il nibbio vede all'ostia il core..., Più volte ruota intorno ec.
Esempio: Monet. Poes. 15: Il nibbio un pipistrel, conforme ho letto, Parendoli un uccel, mangiar volea.
Esempio: Parin. Poes. 68: All'impeto di quello (del cibo) Cedan l'orso, la tigre, il falco, il nibbio, L'orca, il delfino, e quant'altri mortali Vivon quaggiù; ma voi ec.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Ang. Cecc. Son. 65: Par una torre ed è un vil balco, Ed è un nibbio e par un girfalco.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 2, 5: Va', raguna i rosumi, Corbellon da cucina. S. Gli serbo a te faina. Z. Nibbio! S. Putta ec. (Un servigiale di spedale e una zingara sì trattan male a vicenda).
Esempio: Fag. Comm. 6, 304: Vo' veder questo nibbio del mio figliuolo, quel che vuol fare con quell'altro uccellaccio di Vanesio. Giust. Vers. 210: O nibbj vaganti Stecchiti di fame.
Definiz: § II. Nuovo nibbio, si disse per Uomo semplice, sòro. –
Esempio: Sacch. Rim. G. 13 t.: E non guardate, ch'e' vegna da Stibbio, Chè non vedeste mai si nuovo nibbio.
Esempio: E Sacch. Rim. G. 47 t.: O Barbagianni, che fra gli altri impera Con nuovi nibbj su la Falterona.
Definiz: § III. Cala, nibbio! o Il nibbio cala, o è calato! Si disse proverbialmente quando taluno è per lasciarsi, o si è lasciato, prendere alle lusinghe, o alla speranza di lucro. –
Esempio: Fag. Comm. 1, 208: Una piastra per dar il buon giorno, e un testone per dir buon pro a Vostra Signoria? M. O a tutti, quest'è il solito. A. A tutti? C. (E' cala il nibbio, sta' a vedi). M. Senza dubbio, sia chi si sia.
Esempio: E Fag. Comm. 5, 79: O che occorreva che mi dicessero e mi raccomandassero con tanta premura questo segreto? M. (Il nibbio è calato). E cosi dèi fare, non palesar cosa alcuna se non a me; anzi ec.
Definiz: § IV. Non gira il nibbio mai, che non sia presso una carogna; si usò in proverbio a denotare l'avvicinarsi di persone sospette o pericolose intorno a luogo dove sia ciò a cui esse pongano sinistramente la mira. –
Esempio: Ambr. Bern. 3, 9: Ma che fattappio Va qui aggirando; in so che la Lucrezia È pur serrata in luogo, che possibile Non è che mai si faccia alle finestre. Qual cosa vuol costui? non gira il nibbio Giammai, che non sia presso una carogna.
Definiz: § V. Poter dir come il nibbio; si usò proverbialmente, parlandosi di persona la quale si creda sicura di avere in sua balìa la cosa che desiderava. Presa la maniera dal verso o strido del Nibbio che pare suoni Mio mio. –
Esempio: Lipp. Malm. 2, 81: Maritata al re.... Di Malmantil, del qual tu sei signora; Ne sei e ne sarai, io lo raffibbio; Sebben non puoi per or dir come il nibbio: Ma presto, come lui, potrai dir mio.
Esempio: Not. Malm. 1, 223: Sebben non puoi per or dir come il nibbio. Cioè non puoi dir Mio. Il nibbio, uccello rapace, non fa altro canto, nè si sente da lui altra voce, che un certo fischio o strido, che pare che suoni Mio, mio.... E noi da questa sua voce, volendo esprimere che una cosa sia veramente propria, dichiamo: Posso dir come il nibbio, cioè Mio.